“Il 3 ottobre rappresenta una data storica per l’Italia poichè in questo stesso giorno, nel 1839, venne inaugurata la Napoli-Portici, la prima linea ferroviaria italiana. Solo a partire dal 1965, la ricorrenza fu spostata in questo giorno simbolico che coincideva con il primo viaggio del treno avvenuto in Italia” prosegue la nota.
“I ferrovieri da sempre danno un apporto importante al Paese assicurando giorno dopo giorno un servizio essenziale per la collettività. Pertanto è inaccettabile che siano vittime ormai quotidiane di aggressioni, un fenomeno in pericoloso aumento nonostante negli anni siano stati fatti molto progressi dal punto di vista della tutela della sicurezza, ma su cui, evidentemente, molto c’è ancora fare. Fondamentale rendere operativo il Protocollo Anti-aggressioni, sottoscritto presso il Ministero delle Infrastrutture e trasporti e il Ministero dell’Interno a marzo 2022, condiviso con Conferenza delle Regioni, Anci, associazioni datoriali e sindacati, che contiene una serie di misure e “buone pratiche” per migliorare le condizioni di sicurezza esistenti che possono contrastare, in un’ottica di prevenzione, tale problematica. Non comprendiamo le ragioni per cui ad oggi il Protocollo è ancora inapplicato, nonostante gli affidamenti operativi del Mit, mentre il personale di front-line continua a subire episodi di aggressioni intollerabili oltre che insostenibili” sottolinea la Federazione dei trasporti cislina.
“I prossimi mesi saranno cruciali in vista della scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di settore, il Ccnl Mobilità/Attività ferroviarie e del Contratto aziendale di Gruppo Fsi. Confidiamo che in tempi rapidi e prima della scadenza, entro dicembre di quest’anno, si giunga a un accordo per il rinnovo di entrambi i Contratti e che si proceda all’applicazione puntuale del Cncl MaF da parte di tutte le imprese ferroviarie, sia merci che passeggeri, che operano nel settore. La concorrenza deve essere basata sulla capacità delle singole aziende a stare sul mercato e a ‘competere’ ma non deve avvenire sulla pelle dei lavoratori attraverso pratiche di dumping contrattuale, i quali, a parità di requisiti di accesso alle professioni ferroviarie e di attività svolta, ricevono trattamenti normativi e retributivi differenti rispetto a quelli previsti dal Contratto di settore”conclude la Fit-Cisl.
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