L’assessore ha ricordato la sigla dell’accordo quadro tra Regione e RFI che contiene anche la linea Sacile-Gemona specificando come “abbiamo già iniziato a lavorare per l’atto operativo a valle di questo accordo: una ricognizione, per tutta la regione, dei progetti in atto, delle criticità e delle potenzialità per arrivare entro tre mesi, alla stipula di questo protocollo, all’interno del quale la questione sarà inserita”.
Già nei prossimi giorni verrà inviata la documentazione all’amministratore delegato di RFI “per segnalare che, per noi, è una delle questioni più rilevanti” ha affermato Santoro che ha anche informato sulla disponibilità di fondi per il recupero di due stazioni abbandonate; risorse che potrebbero essere destinate, in parte, alla ristrutturazione di quella di Pinzano al Tagliamento: “si tratterebbe di un segnale per evidenziare che per primi ci crediamo – ha detto -; i segnali possono rappresentare molto nel momento in cui hanno dietro una grande intenzione”.
Nell’atto sottoscritto viene evidenziata l’importanza della linea ferroviaria Sacile-Gemona “patrimonio dall’elevato valore storico-culturale per le comunità e i territori che attraversa, su cui innestare azioni di sviluppo e promozione con ricadute significative per quanto riguarda la mobilità delle persone e diversi settori economici”.
Il documento che è stato letto dal sindaco di Pinzano al Tagliamento Debora Del Basso dà conto, poi, dello studio di fattibilità presentato lo scorso 19 gennaio dalla Società Ferrovie Udine Cividale (FUC) commissionato dalla Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale, dalla Comunità Montana del Friuli Occidentale, dalla Fondazione CRUP e dalla Regione Friuli Venezia Giulia e finalizzato alla riattivazione del traffico ferroviario sulla linea Gemona-Sacile.
Si tratta di un’analisi che comprende anche la valutazione preliminare dei costi per la riattivazione della linea ferroviaria e per la manutenzione annuale e mette in evidenza la necessità che l’incremento dei servizi ferroviari sia sostenuto da una adeguata utenza che può essere assicurata attraverso un concreto impegno del territorio alla valorizzazione e all’utilizzo della linea ferroviaria, integrandola in termini prioritari nel contesto sociale e nei progetti di sviluppo, favorendo un significativo utilizzo turistico della stessa in sinergia con i diversi ambiti di interesse naturalistico-storico presenti nell’area, gli itinerari ciclabili della rete delle ciclovie regionali, le strutture ricettive e produttive e le altre risorse attivabili.
“Gli enti firmatari, con questo patto – ha riferito Del Basso – chiedono alla Regione di essere un interlocutore forte nei confronti di RFI e nella riorganizzazione del modello del Trasporto Pubblico Locale (TPL) su gomma e sottolineano, inoltre, l’esigenza che la riapertura della linea ferroviaria sia per la Regione una priorità per lo sviluppo locale attraverso la collaborazione nella redazione di un progetto di territorio che gli amministratori comunali si impegnano a produrre in un’ottica di collaborazione, per lavorare uniti verso un unico obiettivo”.
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