E’ questa la fotografia che emerge dalla Relazione “La sicurezza ferroviaria nel 2016”, presentata oggi dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. La Relazione è una versione preliminare, con dati non ancora consolidati, che anticipa il Report annuale inviato, come da obbligo di legge, entro il mese di settembre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“Dopo gli investimenti degli ultimi anni per attrezzare l’intera rete italiana nazionale con i moderni sistemi, ora la sfida è sul miglioramento delle ferrovie regionali. – ha dichiarato il Ministro Delrio – E’ un diritto democratico fornire un trasporto pubblico locale efficiente e una mobilità più sicura, recuperando un ritardo storico. Abbiamo già stanziato 300 milioni di euro per accelerare questo processo sulle reti interconnesse con la linea nazionale: contiamo sulla collaborazione delle Regioni e le aziende per la realizzazione dei lavori in tempi ristretti. Contiamo anche sul lavoro dell’ANSF che, nel suo ruolo istituzionale, sta indicando la strada per questo grande cambiamento. L’obiettivo a lungo termine rimane quello di completare il processo di unificazione delle norme e procedure per la sicurezza ferroviaria su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo anche le ferrovie isolate”.
“La sicurezza ferroviaria deve essere uguale dappertutto –ha dichiarato il Direttore dell’ANSF, Amedeo Gargiulo – Le reti regionali hanno bisogno di lavorare per innalzare i propri standard tecnologici, mettendo in campo fin da subito misure cautelative. Sulla rete nazionale, nonostante i risultati positivi, non bisogna abbassare la guardia sulla manutenzione, mentre rimane il tema dei comportamenti scorretti che sono alla base della maggior parte degli incidenti sui binari. Abbiamo bisogno di esempi positivi in questo campo che aiutino a diffondere l’educazione alla sicurezza ferroviaria”
Durante la conferenza stampa, il Direttore dell’ANSF ha consegnato due targhe per esprimere riconoscenza verso operatori che si sono impegnati sul campo contro i comportamenti scorretti sui binari. Il riconoscimento è andato un macchinista di Trenitalia in servizio nei pressi di Treviso che è riuscito a “salvare” una ragazza intenta a fare foto sulle rotaie e a due agenti Polfer che hanno riportato a casa sano e salvo un anziano affetto da Alzheimer che camminava lungo i binari in Calabria.
Allarme pedoni. Anche nel 2016 gli investimenti di pedoni rappresentano la maggiore causa di morte sui binari. Sulla rete nazionale (gestita da Rfi) si sono contati 72 incidenti di questo tipo sugli 87 complessivi, con 54 morti (sui 59 complessivi, il 98% del totale) e 17 feriti gravi. Il dato rimane sostanzialmente costante rispetto al 2015, ma nel 2005 rappresentava il 64% del totale mentre nel 2016 sale all’83%.
Il 58% degli investimenti si è verificato in 4 regioniche sviluppano circa il 50% del traffico ferroviario: Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto. Gli incidenti sono maggiormente concentrati in prossimità dei nodi urbani e metropolitani come Milano (14 incidenti), Roma (7), Bolzano (4), Caserta (4), Lucca(3), Verona (3). Per contrastare la tendenza verso comportamenti illeciti, l’ANSF è scesa in campo da diversi anni con campagne di sensibilizzazione che hanno coinvolto partner quali la Polizia Ferroviaria, le Federazioni della Pallacanestro, del Rugby e della Pallavolo e molti uffici scolastici regionali. Ha inoltre chiesto alle imprese ferroviarie e al gestore della rete un’azione incisiva di collaborazione per limitare gli accessi alle aree più a rischio. L’Agenzia ha anche avviato la produzione di uno spot televisivo che sarà la base di un’ampia campagna di comunicazione. E’ stato avviato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri l’iter per la trasmissione dello spot in qualità di pubblicità-progresso sulle reti RAI. In calo nel 2016 gli incidenti significativi avvenuti in corrispondenza di un passaggio a livello: si tratta di 9 casi (oltre il 10%) rispetto ai 19 del 2015: anche il confronto internazionale mostra un andamento nazionale inferiore al valore medio del periodo.Sulla rete nazionale negli ultimi 26 anni (1990-2015) è stato eliminato oltre il 51% dei passaggi a livello: ne restano 4620 degli iniziali 9992. Mediamente negli ultimi dieci anni è stato soppresso il 3,5% della consistenza annua dei passaggi a livello, circa 200 impianti all’anno.Diminuiscono anche le vittime tra i passeggeri in salita o discesa dai treni: 3 gli incidenti registrati (5 in meno rispetto al 205) con 3 feriti gravi. Il dato segna un -80% rispetto al 2009 ed un -70% circa rispetto al valore medio del periodo. Diminuiscono gli incidenti imputabili a cause tecniche (errata esecuzione procedure di esercizio/manovra, manutenzione, dissesto idrogeologico): si passa dai 25 del 2015 ai 15 del 2016, con un – 70% rispetto al 2005.Nel corso del 2016 si sono registrati 3 incidenti significativi (0 vittime) connessi all’errata esecuzione di procedure di esercizio, 2 deragliamenti (0 vittime) e 3 incidenti (0 vittime) da imputare all’errata esecuzione delle manovre, una collisione (0 vittime) per dissesto idrogeologico. Da registrare infine l’assenza di vittime in incidenti nei cantieri e di incidenti significativi dovuti alla fuoriuscita di merci pericolose, (le fuoriuscite di merci pericolose, includendo anche quelle di lieve entità, diminuiscono del 90% rispetto al 2009).Nonostante i buoni risultati, si stima che le problematiche manutentive lato veicoli e lato infrastruttura, seppure in diminuzione in valore assoluto rispetto all’anno precedente, siano alla base di almeno il 26% del totale degli incidenti e dei cosiddetti precursori. Quindi quasi ⅓ degli eventi totali. Attualmente il traffico sulle reti regionali (circa 2000 Km, 20 milioni di treni-kilometro all’anno) è in minima parte coperto da sistemi automatici di protezione della marcia del treno. Come evidenziato dall’incidente avvenuto in Puglia lo scorso luglio, è necessario seguire un percorso di attrezzaggio tecnologico e di allineamento agli standard nazionali e internazionali. Nelle more del completamento dei piani di adeguamento tecnologico, l’Agenzia ha chiesto l’adozione immediata di misure di mitigazione del rischio associato. Anche sul fronte dei passaggi a livello dovranno essere adottati provvedimento di allineamento con gli standard previsti sulla rete nazionale: nel corso degli incontri bilaterali con gli operatori è stata chiesta l’adozione di un piano per l’innalzamento dei livelli tecnologici e la soppressione dei passaggi a livello. Infine, l’ANSF, d’intesa con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha avviato un tavolo di lavoro per verificarne il rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza ed interoperabilità che nella prima fase prenderà in esame le infrastrutture ferroviarie di collegamento con i porti, successivamente sarà estesa a interporti e terminal intermodali. L’obiettivo è l’allineamento dei livelli di sicurezza sull’intero sistema ferroviario. L’Agenzia, attiva dal 2008, ha già raggiunto obiettivi importanti favorendo ad esempio il completamento dell’attrezzaggio con sistemi di protezione della marcia dei treni sulla rete nazionale, la riduzione delle problematiche relative al trasporto di merci pericolose,la diminuzione nel lungo periodo degli incidenti significativi e in particolare di quelli legati ad aspetti tecnici, manutentivi, alle problematiche legate alle porte e ai cantieri di lavoro. Si registra una crescita della consapevolezza, da parte degli operatori ferroviari, del proprio ruolo e la collaborazione con le altre forze dello Stato, tra cui la Polizia ferroviaria. Nonostante questi risultati positivi, occorre allineare i livelli di sicurezza in tutte le parti del sistema ferroviario e uniformare agli standard nazionali l’attrezzaggio tecnologico della rete e dei veicoli sulle reti regionali. Riferendosi invece all’intero sistema ferroviario non bisogna abbassare la guardia sulla manutenzione, che costituisce un contributo costante e quotidiano alla sicurezza del trasporto ferroviario, e lavorare costantemente sulla formazione, sull’organizzazione delle attività e sull’adozione di tecnologie che mitighino le conseguenze dell’errore umano.
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