Gli ex raccordi industriali del quartiere Marconi a Roma

cap155Nella zona di Roma, nei pressi dell’ansa del fiume Tevere, già dalla metà del XIX secolo si localizzano alcune fornaci, prime attività industriali della zona, ma l’impulso decisivo per l’industrializzazione dell’area viene dall’erezione, nei pressi del monte Testaccio dello stabilimento di mattazione su progetto di Gioacchino Ersoch. Gli scarti della macellazione dettero vita ad un fiorente indotto, che portò alla costruzione , sulla riva sinistra del Fiume Tevere, di un quartiere destinato ad ospitare gli operai, mentre sulla Riva Destra (nella zona di Pietra Papa, ovvero nei pressi dell’attuale Viale Marconi) sorse nel 1899 la Società Colla e Concimi che si avvale, per la produzione, degli scarti provenienti dal mattatoio. A contribuire allo sviluppo industriale della zona furono vari fattori: oltre all’area pianeggiante e sgombra di abitazioni, un ruolo fondamentale era dato dalla presenza di due efficienti vie di collegamento: il Fiume Tevere, all’epoca ancora ampiamente utilizzato per il trasporto merci, e la ferrovia ovvero la Roma – Civitavecchia aperta il 24/04/1859  con capolinea nella stazione di Roma Porta Portese. Già nel 1863, la scelta di accentrare il traffico ferroviario nella nuova stazione di Roma Termini, causò l’abbandono della stazione di Porta Portese  con la ferrovia che,attraverso la costruzione di quello che é l’attuale Ponte dell’Industria, può essere prolungata verso Termini. e Roma Termini. La nuova linea di raccordo si diramava dalla nuova stazione di Roma San Paolo, situata nei pressi dell’attuale P.za Ampére, tagliava l’attuale P.le della Radio, transitava in Via Pacinotti ed attraversava il Fiume Tevere. Con la realizzazione di questa linea ferroviaria fu possibile per le industrie sorte nella zona, servirsi con comodità del vettore ferroviario per l’arrivo e la spedizione dei vari prodotti e materie prime. Con la politica industriale della Giunta Nathan, dal 1909 in poi, sia l’Ostiense che l’attuale zona di Viale Marconi iniziarono ad assumere la connotazione di prima vera area industriale di Roma. Nel 1911 viene abbandonato l’originario tracciato della ferrovia Roma – Civitavecchia – Pisa, con la realizzazione della nuova stazione di Roma Trastevere in P.za F. Biondo e viene anche abbandonato il collegamento con Roma Termini attraverso l’attuale Ponte dell’Industria che viene riconvertito, nell’aprile 1912,  per il traffico veicolare. Questa operazione rientrò nella convenzione nella convenzione tra Ferrovie e Comune di Roma in virtù della quale il Comune rilevò la proprietà del ponte ed in cambio le FS si sobbarcarono l’onere di prolungare il Viale del Re (l’attuale Viale Trastevere) dalla vecchia alla nuova stazione. Con la trasformazione del ponte non vengono però abbandonati i binari ferroviari esistenti che diventano una fitta rete di raccordi a servizio sia delle industrie presenti che della vecchia stazione di Roma Trastevere (ex Istituto Sperimentale RFI) ancora adibita a scalo merci. I raccordi vengono così collegati alla nuova stazione che viene a trovarsi in posizione perpendicolare rispetto alla vecchia. Restano in attività anche i raccordi situati nell’altra sponda del Tevere, sebbene collegati ora alla nuova linea per Termini. Nel 1918 la Fabbrica di candele di Mira S.A. (successivamente Società  Mira Lanza S.A.) acquista lo stabilimento della “Società Colla e Concimi” a Roma Ostiense, sul Tevere ed in parte riutilizzando le strutture già edificate, insedia una attività industriale che, sempre partendo dall’impiego di scarti della macellazione, produce candele e saponi. Gli edifici della fabbrica vengono costruiti a più riprese negli anni successivi nell’area di circa 9 ettari compresa fra via Papareschi, via di Pietra Papa ed il fiume. Gli anni ’20 rappresentano un periodo di forte espansione per il mercato della società Mira Lanza, e lo stabilimento di Roma diventa uno dei principali centri di produzione di saponi da bucato. Sempre in questi anni si assiste ad un ulteriore sviluppo industriale della zona: viene realizzato il Porto Fluviale con gli annessi Magazzini Generali, lo Stabilimento del Gas (oggi Italgas) con il Gazometro, la Centrale termoelettrica Montemartini, i Mercati Generali, il Consorzio Agrario, e si ampliano gli impianti della MiraLanza e dei  Molini Biondi (1921). L’uso della ferrovia e del Tevere (allora importante via di trasporti), la vicinanza dei quartieri operai di Testaccio e Garbatella, ne favorirono la nascita ma anche il rapido declino. Tra i vari raccordi realizzati ricordiamo quello per la Società Italo Americana Petroli (in Via Maiorana) ed il lungo raccordo che dal regresso di P.za Prati di Quinzio, utilizzando anche il tracciato della dismessa Roma – Pisa, sovrapassava Via Portuense, attraversava l’attuale Viale Marconi e giungeva in Via Pacinotti, collegando sia i Mulini Biondi che la Mira Lanza. In Via Pacinotti più o meno subito dopo P.le della Radio,il binario si diramava:sulla sinistra si immetteva dentro i Mulini Biondi, mentre sulla destra il  binario costeggiava il fabbricato della MiraLanza (dove era presente anche un Piano Caricatore)ed entrava all’interno dell’industria da un cancello ancora visibile in Ltv dei Papreschi. Tutti gli anni ’30 sono il periodo di massimo splendore sia per le industrie che per il traffico ferroviario,anche se il nuovo piano regolatore del 1931 prevede,per la zona di Pietra Papa, non più un ulteriore sviluppo industriale e la costruzione di villette a due piani(come previsto dal Piano Regolatore del 1909) ma la costruzione di edifici intensivi. Con la variante al PRG del 1942 si ebbe però un cambio di destinazione: viene annullata la destinazione industriale della zona di Pietra Papa dando il via allo sviluppo residenziale di tipo intensivo. Inoltre, lo scoppio della seconda guerra mondiale e le sue distruzioni colpirono gravemente tutta la zona e causarono la chiusura e l’abbandono di molte attività industriali. Nel secondo dopoguerra il Tevere perse ogni navigabilità commerciale ed i trasporti su gomma si svilupparono vorticosamente a svantaggio di quelli su ferro. I primi siti a fare le spese di questa crisi furono il Porto Fluviale ed i Magazzini Generali (abbandonati sin dal dopoguerra). Chiusi i magazzini generali, traffico merci viene generato da un lato del Tevere dalla Società Romana Gas, che riceveva carri di carbone e sull’altra sponda principalmente dalla MiraLanza e dai Mulini Biondi Mentre le manovre sull’altra sponda del Tevere vengono svolte direttamente dalla Società Romana Gas, con un Badoni ABL VII HT, i raccordi di Via Pacinotti sono gestiti direttamente dalle FS: sono le infaticabili locotender del Gruppo 835 ad sobbarcarsi l’onere e l’onore delle manovre. Entrambi i raccordi conosceranno gloria cinematografica: il raccordo per la Romana Gas viene immortalato in alcune scene del film di Nanni Loy “L’audace colpo dei soliti ignoti” (It-Fr 1960, con V. Gasmann, C. Cardinale e N. Manfredi), mentre i raccordi di Via Pacinotti diventano set del film di Pietro Germi “Il ferroviere” (It. 1995 con P. Germi, L. Della Noce, S. Koscina). Riprese cinematografiche a parte la più grande area industriale romana, a partire dagli anni ’60, divenuta sempre più un cimitero di elefanti, trascurato dalla politica urbanistica ed interessante solo per mire speculative. Intanto, già negli anni ’50 inizia a prendere forma il quartiere Marconi: viene costruito il ponte sul fiume Tevere  per facilitare l’espansione edilizia verso l’EUR ed il mare,mentre si registra l’ultima espansione industriale nel quartiere: nei primi anni ’50, venne costruita, fra la costernazione e la proteste degli abitanti del quartiere, la raffineria della Purfina, appena al di là dello scalo della stazione Trastevere e ad esso raccordata. Per molti anni le sue ciminiere e la fiamma degli incondesabili (che ardeva ininterrottamente) divennero il simbolo e la contraddizione di un quartiere in bilico tra sviluppo industriale e sviluppo residenziale. ‘Da ricordare anche la presenza in Via di Donna Olimpia del cantiere iniezione traverse delle FS. La costruzione del quartiere Marconi contribuì in maniera decisiva allo sviluppo urbanistico del quartiere, dove le ultime industrie sono sempre più accerchiate dalle nuove case. Inizia il declino industriale del quartiere: Nel 1952 chiude lo stabilimento Mira Lanza  (con la  produzione concentrata a Rivarolo e Mira), nel 1965 l’edificazione del quartiere Marconi è terminata, mentre alla fine degli anni ’60 chiudono definitivamente anche i Molini Biondi: quando nei primi anni ’70 anche la Raffineria Purfina chiude per essere trasferita in perfieria,la fitta rete di raccordi ferroviari viene abbandonata. Resta utilizzato fino al 1985 esclusivamente il tratto di binario tra Roma Trastevere e l’ex stazione di Roma San Paolo (Via dei Prati di Quinzio) come deposito di carri e carrozze accantonate o semplicemente in attesa di essere riparate nelle vicine officine del DL di Roma Trastevere. Dopo l’abbandono gli edifici della MiraLanza trovano usi diversi: la palazzina degli uffici viene impiegata come scuola, l’autoparco è  impiegato come parcheggio per i mezzi della Croce Rossa Italiana, mentre una piccola porzione del complesso, dopo anni di abbandono, è oggi impiegata per ospitare spettacoli teatrali (Teatro India) . Sorte diversa invece per gli ex Mulini: la ristrutturazione dell’edificio ha portato alla realizzazione di un grande centro commerciale, mentre anche l’ex consorzio agrario è stato trasformato ed ospita gli studi televisivi dell’emittente “Gambero Rosso” Ormai anche la fisionomia del quartiere è cambiata:da quartiere industriale a quartiere residenziale. Nel 2005, il Municipio Roma 15 intraprende importanti lavori  di recupero urbanistico della zona: viene definitivamente aperto Lungotevere dei Papareschi e vengono rimossi gli storici binari lungo Via Pacinotti. Fine ingloriosa per un pezzo di storia che avrebbe meritato, forse, ben altra considerazione: in fondo, con poca spesa, si sarebbe potuto conservare un tratto di binario, aggiungendo una targa che spiegasse cosa era quel binario. Al giorno d’oggi poche persone, transitando in P.le della Radio, potrebbero immaginare che un tempo lì si svolgeva un intenso traffico ferroviario a servizio di una fiorente zona industriale…. Sorte leggermente diversa hanno i raccordi dell’altra riva del Tevere: sebbene nel dopoguerra si registra l’abbandono del Porto Fluviale e dei Magazzini Generali il traffico merci resta in vita su due raccordi: uno è quello per la Romana Gas, che continuerà a ricevere carri di carbone da trasformare il Gas fino agli anni ’70, quando l’arrivo del metano comporterà la dismissione del Gazometro. L’ultimo raccordo a restare in attività è quello per un magazzino dell’Aeronautica Militare che si innestava in regresso sul binario per la riva ostiense, ma all’interno dell’area ferroviaria arrivando nei pressi di Via delle Conce: le ultime sporadiche tradotte,affidate agli automotori del gruppo 245, risalgono alla fine degli anni ’80. Poi il definitivo abbandono. I binari in Via del Porto Fluviale sono stati asfaltati, così come quelli in Via delle Conce. I Magazzini Generali, dopo anni di abbandono, sono diventati di proprietà del Ministero degli Interni, che li utilizza come scuola per il corpo dei Vigili del Fuoco mentre resta ancora in abbandono l’area della ex Dogana e l’area di Riva Ostiense ancora di proprietà dell’Italgas. Scomparse ormai del tutto le tracce di binari, rimossi od asfaltati, mentre l’area ferroviaria nei pressi di Via del Porto Fluviale, dove si distaccava il raccordo per i magazzini dell’aeronautica, dopo anni di abbandono ha trovato, per un breve periodo nel 2004,  in parte un riutilizzo ferroviario venendo utilizzata dall’AMA per il carico e scarico delle casse mobili contenenti rifiuti che vengono trasportate via ferrovia fino a Ponte Galeria. Terminato questo servizio cala definitivamente il sipario sul traffico merci.

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