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Spagna: Renfe trasporterà ogni anno più di ottomila veicoli SEAT per il mercato internazionale

Renfe Mercancías, attraverso la sua compagnia specializzata in trasporto di automobili Pecovasa, trasporterà più di ottomila veicoli l’anno fabbricati nella sede di SEAT a Martorell con destinazione il porto di Santander. Il contratto avrà una durata di tre anni e ha l’intento di aumentare la capacità di produzione della fabbrica situata vicino a Barcellona, sede che attualmente produce il maggior numero di macchine in tutta la Spagna. La versatilità dei vagoni Pecovasa Renfe è stato un fattore chiave che ha spinto SEAT a scegliere il treno nella sua catena logistica di esportazione. Nell’accordo è previsto il trasporto annuale di circa 8.000 -10.000 autovetture di differenti modelli SEAT, oltre alle Audi Q3, con diverse destinazioni tra cui Irlanda, Sud Africa e Australia.  Queste cifre confermano il buon andamento delle esportazioni delle autovetture in Spagna, sia di SEAT che di altre case produttrici, il tutto grazie alla competitività di queste fabbriche. La scommessa di SEAT per il treno non è nuova. L’azienda sviluppa infatti vari traffici di distribuzione lungo la Penisola Iberica e trasporta più di 10.000 veicoli annuali dal porto di Barcellona. Questo nuovo traffico ferroviario di esportazione dà nuovo impulso alla logistica che le fabbriche di autoveicoli spagnoli richiedono per competere sui mercati internazionali e si somma al traffico che Pecovasa Renfe ha cominciato a sviluppare già dal 2010 con destinazioni Santander, Gijón e Bilbco – per CAT/Renault; nel 2011 con destinazione Italia – per Volkswagen; e nel 2013 tra Valencia e Santander per il trasporto di veicoli Ford. Alla versatilità e volume di carico che garantisce il treno di Pecovasa Renfe si sommano i risparmi energetici e di emissione di CO2 che permette questo tipo di traffico ferroviario. Ciascun treno infatti farà risparmiare 2.600 MWh di energia e l’emissione di 798 tonnellate di gas ad effetto serra, se si compara con il consumo e le emissioni che lo stesso traffico richiederebbe se fatto su strada.

 

Teodoro Beccia

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