Sulla realizzabilità della riattivazione dei servizi di trasporto passeggeri sulla linea ferroviaria 233 Sacile-Gemona “sta alla responsabilità degli amministratori decidere la priorità delle risorse in modo consapevole rispetto al ruolo della Regione Friuli Venezia Giulia, la quale non può semplicemente spendere ma è chiamata a fare investimenti che diventino volano per le attività pubbliche e private che di questi investimenti si giovano”. Con queste parole l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Mariagrazia Santoro ha concluso a Maniago l’incontro pubblico di presentazione dello studio di fattibilità predisposto dalla Società Ferrovie Udine Cividale (FUC) sulla linea ferroviaria. Linea che non è più attiva dal 2012, da quando fu interrotta da una frana all’altezza di Meduno (PN). “Prima di disarmare una ferrovia ci penserei due volte”, ha rilevato Santoro, che ha evidenziato come la Regione abbia ottenuto l’inserimento dell’offerta tra Sacile e Gemona nell’Accordo Quadro con Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sulle infrastrutture ferroviarie regionali. L’assessore ha chiarito che il costo dell’operazione oscilla tra 4,4 milioni e 7,5 milioni di euro all’anno, rispetto a 1,5 milioni di spesa regionale richiesto dal progetto MI.CO.TRA. – Miglioramento dei Collegamenti Transfrontalieri di trasporto pubblico Udine-Villaco, “che dà grandi soddisfazioni”. Ai sindaci presenti nell’Auditorium del Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie l’assessore ha pertanto chiesto di “giungere insieme a una decisione unica”, perché “il punto non è quanto la Regione ci mette ma quanto ognuno di noi ci mette per far sì che ci sia un grande progetto di territorio innervato da questa linea”. Per questo, ha concluso Santoro, “voglio capire quale mandato mi dà il territorio”. Lo studio di fattibilità sulla Sacile-Gemona è stato illustrato dall’amministratore unico della Società FUC Maurizio Ionico. In generale l’obiettivo della riattivazione della linea è di attrarre e muovere 1,1 milioni di passeggeri/anno, cifra che rappresenta il potenziale di riferimento e che tiene conto, oltre al bacino abituale e pendolare, di quote di riconversione della mobilità automobilistica, di flussi turistici e del consolidamento della mobilità treno-bici. Nelle ipotesi di studio, l’esercizio della linea riattivata può contare in partenza su un numero di passeggeri che va all’incirca da 200.000 a 480.000 passeggeri, a seconda che si realizzi solo la tratta tra Sacile-Maniago o la tratta completa Sacile-Gemona. I tempi di percorrenza, dopo il periodo iniziale, possono essere abbassati di oltre 5 minuti (tra i 7 e i 10) rispetto all’esercizio attivo fino al 2012. Per i meri costi di ripristino si dovrebbero spendere rispettivamente 3,5 milioni sulla linea completa e 1,1 milioni di euro per la sola subordinata Sacile-Maniago. Ionico ha chiarito che le aziende interpellate non hanno manifestato uno specifico interesse ad attivare un trasporto merci sulla linea.