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Italia – Slovenia, a Trieste un convegno sullo sviluppo delle infrastrutture nell’Alto Adriatico

Il Salone di rappresentanza del Palazzo della Regione di piazza Unità a Trieste ha ospitato l’incontro istituzionale dal titolo L’Alto Adriatico come gateway nelle Reti di Trasporto transeuropee TEN-T. Nuovi scenari nelle relazioni Slovenia-Friuli Venezia Giulia, a cui hanno preso parte la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e il commissario europeo ai Trasporti Violeta Bulc, oltre a rappresentanti del Governo Sloveno, di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e dell’Autorità Portuale di Trieste. “I temi dell’intermodalità e della portualità toccano in maniera sostanziale l’Italia, e in particolare il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia e le buone relazioni tra i due Paesi, nell’ambito delle strategie Alpina e Adriatico-Ionica, e rappresentano un fattore fondamentale per ottenere buoni risultati” ha affermato Serracchiani aprendo i lavori. “Un Sistema dell’Alto Adriatico è determinante per cogliere le opportunità che si presentano, soprattutto dai traffici che arrivano dal Far East” ha affermato il sindaco di Trieste Roberto Cosolini. “Collaborazione e integrazione hanno ragioni più profonde rispetto alla concorrenza tra piccoli”. Il sottosegretario di Stato presso il Ministero delle Infrastrutture sloveno Klemen Grebensek ha rimarcato come “fra i Porti di Trieste e Capodistria c’è già in atto una collaborazione” e come da parte slovena ci sia “disponibilità a un collegamento ferroviario tra i due Porti, seppure la progettazione sia impegnativa e in fase embrionale”. Per Ales Cantarutti, sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo economico e della Tecnologia sloveno, “ci sono numerose opportunità da sviluppare tra Italia e Slovenia, che vanno dal Turismo alla Ricerca, dal Settore vitivinicolo alle Relazioni imprenditoriali. La Slovenia, in particolare nella sua terza fase di privatizzazioni, può fornire opportunità importanti agli investitori italiani”. Mario Sommariva, segretario generale dell’Autorità Portuale di Trieste, ha auspicato “una seconda fase nella collaborazione fra il nostro scalo e quello di Capodistria. Servono passi avanti per accomunare gli standard dei servizi, la sicurezza e l’efficienza ferroviaria. Condivido la posizione della presidente Serracchiani sulla necessità di trovare una soluzione per il collegamento tra i due Porti”. Maurizio Gentile, amministratore delegato di RFI, ha ricordato gli investimenti in programma in quest’area per la velocizzazione della tratta Venezia-Trieste, per il nodo di Udine e la stazione di Campo Marzio: “Stiamo lavorando a un nuovo scalo merci a Campo Marzio che servirà i moli del porto di Trieste, con binari lunghiI 750 metri dove sarà possibile comporre/scomporre treni a massima lunghezza, con un grande risparmio sui servizi di manovra”. Sullo studio di fattibilità per la velocizzazione della linea Venezia – Trieste Gentile ha ricordato che “stiamo dando una risposta concreta, raggiungibile in breve tempo, e alternativa del quadruplicamento veloce, per garantire una linea a maggiore capacità e velocità”. Gentile è anche intervenuto sul nodo di Udine, dove “la separazione dei traffici merci e passeggeri è fondamentale in direzione Tarvisio”.

Guardando verso Ovest Gentile ha ribadito che “è importante, per i flussi di traffico provenienti e diretti in Friuli Venezia Giulia, il ripristino della linea dei Bivi che consentirà di ‘shuntare’ Venezia Mestre e verso ovest raggiungere molto più rapidamente Padova”. “Per quanto riguarda i collegamenti con la Slovenia – ha proseguito Gentile – siamo impegnati nello studio del progetto di velocizzazione della linea Trieste – Divača che consentirà ai treni una velocità media di 100 km/h, doterà le stazioni di binari di stazionamento lunghi 750 metri e porterà alla soppressione tutti i passaggi a livello”. “Un progetto anche questo – conclude Gentile – molto concreto con costi relativamente contenuti, ma che in breve tempo può dare una risposta in attesa di ulteriori sviluppi per i collegamenti dal porto di Trieste verso la Slovenia”.

A chiudere i lavori è stata Violeta Bulc, commissario europeo ai Trasporti. “I progetti comunitari si fondano su alcuni principi cardine che danno priorità alla necessità di collegare tutti gli Stati membri e inserirli nel comune mercato europeo, dando priorità ai colli di bottiglia e alla riduzione dell’impatto ambientale, portando merci e persone il più possibile dalla gomma alla rotaia”. “La progettualità locale, e in particolare quella transfrontaliera, è molto gradita alla Commissione e ci sono spazi per ottenere cofinanziamenti europei” ha aggiunto Bulc. “In questo senso l’Alto Adriatico rappresenta una finestra e un punto di entrata verso i grossi centri industriali dell’Europa Centrale. Mi auguro che i porti italiani, sloveni e croati sappiano collaborare e trovare una giusta organizzazione per veicolare i traffici che provengono soprattutto dall’Asia. Sono convinta che con saggezza economica e politica, questi porti riusciranno a mettere in piedi strutture di eccellenza” ha concluso Bulc.

Stefano Cassone

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