Nel 1906, con la nazionalizzazione della rete ferroviaria, la Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo si era vista espropriare la propria rete, ma disponeva ancora di ingenti capitali che desiderava reinvestire il prima possibile. In quegli anni giungeva finalmente alla progettazione esecutiva, dopo decenni di attese e discussioni la rete secondaria dell’Italia Meridionale, approvata con la L. 580 del 21/07/1910 che ne affidava la realizzazione e la gestione ai privati. per tanto, nel 1911, la Soc. Mediterranea firmò apposita convenzione con lo Stato. Alla Società, che nel 1915 prese la denominazione di Società Mediterranea per le Ferrovie Calabro – Lucane (MCL) vennero affidati la costruzione e l’esercizio di ben 1271 Km di ferrovia a sr 950mm, di cui 60 Km già in fase di realizzazione e 203 km da attrezzare previa interposizione di una terza rotaia fra quelle del binario già esistente. Il piano prevedeva la realizzazione di una vera e propria rete a sr che avrebbe collegato fra loro le tre regioni dell’Italia Meridionale, da Bari per Potenza e Matera, Lagonegro, Spezzano Albanese, Cosenza, fino a raggiungere Catanzaro e Gioia Tauro. Piano ambizioso ma già allora abbondantemente sovradimensionato rispetto all’effettiva domanda di trasporto. La linea Atena – Marsiconuovo doveva essere, nei progetti, il tratto intermedio del collegamento Potenza – Lagonegro, ma le cose andarono diversamente. Nel 1926, presa ormai coscienza dell’inutilità e inopportunità del faraonico piano di costruzioni, ormai abbondantemente superato, venne deciso, con una nuova convenzione tra Stato ed MCL, di ridimensionare il tutto, con il completamento delle costruzioni già iniziate. Nel 1934, la rete si estendeva per 765 Km (su 1271) e di essa facevano parte tronchi del tutto fini a se stessi, isolati dal resto della rete, che con i loro pesanti passivi avrebbero influito non poco nei bilanci delle MCL. Così linee come la Crotone – Petilia Policastro, Vibo Valentia – Mileto, Soverato – Chiaravalle e Atena – Marsiconuovo divennero ben presto dei rami secchi, privi di qualsiasi utilità. La Atena – Marsiconuovo, aperta nel 1931 e associata alla Direzione d’Esercizio di Bari , fu il caso più emblematico e divenne ben presto il ramo più secco di tutta le rete MCL. Isolata da tutto il resto della rete, privata dei collegamenti verso Lagonegro e verso Potenza, ebbe un’importanza prevalentemente locale. Essa partiva dalla stazione di Atena MCL, posta di fronte a quella omonima FS della linea (anche essa oggi chiusa) Sicignano – Lagonegro. Di lì con salite fino al 60 per mille di pendenza e continue curve, giungeva ad Atena Città, superando in 3 Km un dislivello di 200m. Di lì, dopo l’elicoidale di Brienza, si addentrava tra i boschi dell’Appennino Lucano, dopo aver attraversato la valle del torrente Pergola e giungeva infine a Marsico Nuovo, località agricola di circa 6500 abitanti, dopo un percorso di 26+764 Km. Poche e scarsamente attrezzate le stazioni, ad Atena MCL esisteva il (piccolo) Deposito Locomotive, composto di una rimessa con due binari ed un posto di rifornimento per carbone (successivamente gasolio). La stazione di Marsico Nuovo era del tipo passante, in previsione del (mai realizzato) collegamento per Potenza. La prima dotazione di materiale rotabile fu di 3 locomotive a vapore (del Gruppo 400), 7 vetture a 2 assi, 11 carri scoperti e 22 carri scoperti. Una dotazione del tutto superiore alle effettive necessità, tanto che già nel 1940 le locomotive (del resto poco adatte ad una linea tortuosa come questa), tutte le vetture (del tipo CDU 3500 e AC 3300) e gran parte dei carri vennero trasferiti sulle linee calabresi, e in loro sostituzione vennero inviate due automotrici della serie M1c. La Seconda Guerra Mondiale non interessò la linea, che continuò a svolgere il suo modesto servizio, con le “emmine” convertite all’alimentazione a metano a causa dei razionamenti di gasolio. Passata la guerra, nel 1950 i mezzi vennero riconvertiti per l’alimentazione a gasolio, ma ormai il destino di questa linea, come di molte altre della rete MCL era segnato: con soli 33589 viaggiatori l’anno (dati del 1949) la Atena – Marsico Nuovo movimentava appena lo 0,6% di tutto il traffico viaggiatori della rete MCL. Traffico merci in pratica non ce n’era, salvo una coppia di treni merci straordinari ogni due/tre settimane ed il collettame caricato sulle automotrici. Anche il traffico passeggeri era scarsissimo: due coppie di treni misti che salirono a tre con l’introduzione delle automotrici. Il tutto con tempi di percorrenza di oltre un’ora, per un esercizio di fatto a spola, senza fermate intermedie. Nel 1961, dopo un grave incidente accaduto nella Stazione di Soveria Mannelli, lo Stato riscattò tutte le concessioni della MCL, e l’intera rete passò sotto la Gestione Commissariale Governativa delle Ferrovie Calabro – Lucane. Subito la nuova società varò un piano di ammodernamento delle rete, provvedendo anche ad individuare le tratte assolutamente improduttive da sostituire con autobus. E tra queste c’era anche la Atena – Marsico Nuovo, dal ridottissimo traffico. Il 20 Marzo 1966 uno smottamento al Km 17+160 interrompe la linea, che viene temporaneamente esercitata con autobus. Ma il destino è segnato: lo scarso traffico e l’utilità praticamente nulla rendono antieconomica ed impensabile la ripresa dell’esercizio. Il 25 Agosto dello stesso anno il Ministero dei Trasporti autorizza la società concessionaria ad esercitare la linea definitivamente con autobus. Alla soppressione segue rapido lo smantellamento dell’armamento. Il servizio continua ad essere assicurato da (pochi) autobus sostitutivi, oggi gestiti dalle FAL – Ferrovie Appulo – Lucane, che continuano a far sosta davanti alle ex stazioni. Si tratta in pratica di due coppie di bus, con due corse straordinarie nei periodi scolastici, a testimonianza di un bacino d’utenza prevalentemente scarso e di carattere locale.