“Bari è stata scelta come sede della ‘Conferenza internazionale sulle tariffe nel trasporto pubblico locale’ – spiega il presidente di Asstra Puglia, Matteo Colamussi – anche perché nel panorama nazionale del trasporto pubblico locale, la Puglia è considerata una ‘best practice’. Nonostante negli ultimi anni il Governo nazionale abbia ridotto la dotazione del fondo nazionale dei trasporti, trasferendo alle Regioni somme che a stento riescono a garantire la sostenibilità del sistema, la Puglia è stata una delle poche Regioni d’Italia ad approvare per tempo gli indispensabili strumenti di programmazione del settore (il Piano regionale dei Trasporti ed il Piano Triennale dei Servizi) che, senza tagliare i servizi, hanno garantito maggiore coordinamento tra le aziende regionali di trasporto ed hanno consentito di attivare investimenti cospicui a valere sui fondi comunitari della vecchia e della nuova programmazione. Le aziende, dal canto loro, hanno compiuto ulteriori sforzi intercettando altri fondi e questa sinergia ci consegna oggi una situazione che vede la Puglia tra le prime regioni italiane per capacità di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini. Il convegno di Bari è un’occasione per confrontare le esperienze pugliesi ed italiane con quelle internazionali sul tema delle tariffe, nodo cruciale e punto di equilibrio tra efficienza delle aziende, politiche sociali degli Enti e diritto degli utenti”.
Per Massimo Nitti, vicepresidente nazionale Asstra, quello barese “è’ un appuntamento nel quale sarà affrontato un tema molto delicato. Il diritto alla mobilità è un diritto garantito dalla costituzione ma è anche vero che per un’azienda di trasporto il ricavato della vendita dei biglietti deve coprire almeno il 35% dei i costi operativi atteso che i corrispettivi dei contratti di servizio devono coprire il restante 65%. Si comprende pertanto l’importanza della leva tariffaria nell’equilibrio economico, tenendo ben presente che le tariffe italiane del trasporto pubblico sono tra le più basse d’Europa; così come le tariffe pugliesi sono tra le più basse in Italia. E’ di tutta evidenza quindi che ai problemi di carattere aziendale e di gestione si sovrappongono problemi di ordine sociale. Così se da un lato non si può garantire mobilità a queste condizioni ed è quindi necessario agire sulla leva tariffaria– conclude Nitti – è anche vero che bisognerebbe pensare a formule che garantiscano le fasce meno abbienti consentendo a tali fasce l’accesso al sistema di trasporto a prezzi calmierati”.
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