“Il lavoro più complicato – ha detto Serracchiani – è stato quello di trovare alleati preziosi quali Rfi e Trenitalia, senza i quali non sarebbe stato possibile riattivare e valorizzare la tratta. Ma altrettanto importante è stata anche la collaborazione e l’appoggio al progetto di recupero dati delle Uti e dei sindaci che amministrano i comuni presenti lungo la tratta. Grazie a loro abbiamo stretto un patto per il territorio grazie al quale intendiamo rilanciare anche il turismo in questa zona del Friuli Venezia Giulia”. Serracchiani ha poi ricordato l’importanza del lavoro di squadra “perché è servito per portare a casa un risultato all’inizio insperato, riattivando innanzitutto la linea per dare risposta al pendolarismo scolastico e lavorativo”. C’è poi anche un secondo obiettivo, che diventerà realtà a partire da aprile del 2018 e che è stato evidenziato dalla presidente Fvg. “Dopo quella di Campo marzio a Trieste – ha detto – qui prenderà il via la seconda linea storica del Friuli Venezia Giulia con importantissimi risvolti di tipo turistico per la nostra regione”. A tal proposito la presidente ha anche ricordato che in un disegno di legge del 2016, con il quale si istituiscono a livello nazionale le ferrovie turistiche, è stata inserita anche la Sacile-Gemona. Ad illustrare i numeri dell’intero progetto è stata invece Santoro, la quale ha sottolineato l’impegno di Rfi che su questa tratta ha investito 17 milioni di euro. “La Regione – ha aggiunto – interverrà per il recupero di stazioni e infrastrutture di interscambio. In particolare, abbiamo finanziato con circa 850mila euro il recupero a fine turistico delle stazioni di Sacile, Gemona e Cavasso, mentre sono in corso di finanziamento, grazie alle ulteriori somme previste nell’assestamento di bilancio, anche quelle di Maniago e Meduno. A carico della Regione, nell’ambito del contratto di servizio, ci sarà poi il costo per il funzionamento della linea per 2,5 milioni di euro l’anno”.
Sul fronte dei mezzi, Santoro ha ricordato che da dicembre partiranno i collegamenti da Sacile a Maniago con 22 treni al giorno, rispetto ai 13 operativi prima della chiusura della tratta. “Ciò consentirà – ha spiegato l’assessore – di rendere più funzionale il pendolarismo ferroviario, in particolare quello degli studenti e dei lavoratori. Da Maniago a Gemona via Pinzano, il collegamento continuerà con l’utilizzo degli autobus in orari coordinati con quelli dei treni, mentre da dicembre del 2018 tutta la linea sarà percorribile via treno”.
La nuova strutturazione del servizio porterà con sé anche riduzioni di tempi di percorrenza rispetto al passato. Da Sacile a Pinzano il tragitto verrà compiuto in 78 minuti rispetto ai 100, mentre da Sacile a Maniago serviranno 34 minuti rispetto ai 65 precedenti. Infine da Sacile ad Aviano la percorrenza sarà di 15 minuti rispetto ai 39 precedenti
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