“Quella della Ferrovia della Venosta dal 5 maggio 2005, giorno della sua riattivazione, può considerarsi una storia di successo. L’investimento di 120 milioni ha fatto ottenere risultati positivi con oltre 2 milioni di passeggeri all’anno fra pendolari, studenti e turisti che ricorrono alla mobilità sostenibile per gli spostamenti”, ha detto Arno Kompatscher. Grazie all’elettrificazione della linea, già a metà della realizzazione, si potrà aumentare la sua capacità e ottenere altri traguardi entro il 2020: la cadenza ogni 30 minuti dei treni regionali e ogni 15 minuti per i collegamenti con Bolzano, Merano e Bressanone. “In base all’accordo con RFI del 2015 sarà migliorata la rete Bolzano-Merano e l’accesso alla città di Bolzano attraverso la galleria del Virgolo e ulteriori collegamenti per mezzo del centro mobilità di Bressanone. Altro step i collegamenti internazionali con Svizzera e Austria per garantire maggiore raggiungibilità”, ha concluso il presidente della Provincia.
Anche il presidente della Camera di Commercio, Michl Ebner, ha parlato di un successo per l’investimento da 120 milioni di euro “con ritorni positivi per la popolazione che può restare a vivere in valle, per il turismo in un’ottica di sostenibilità ambientale. Si tratta un modello da seguire per altri territori dove puntare sull’attrattività con azioni sinergiche fra enti”. L’assessore provinciale alla mobilità Florian Mussner ha sottolineato che “la ferrovia della Venosta non è solo un’infrastruttura, è un’alternativa per rinunciare all’auto al fine di una maggiore qualità di vita, per la popolazione, per studenti e pendolari, e per i turisti, grazie a infrastrutture di livello, alla sicurezza e alla sostenibilità con riduzione delle emissioni di Co2. La tempistica fa sperare di concludere il progetto dell’elettrificazione entro il 2020 rendendo possibili grandi novità nel cadenzamento ogni 30 minuti da Malles a Bolzano, ma anche con le linee dirette senza dove scendere dal treno”, ha concluso l’assessore. Gli esiti dello studio sono stati illustrati dal direttore dell’IRE Georg Lun. Tanto il settore del turismo (con un incremento del numero dei pernottamenti), quanto gli indicatori socioeconomici, come il tasso di disoccupazione, registrano uno sviluppo sorprendentemente positivo in Val Venosta. Da non dimenticare anche l’andamento demografico, che negli ultimi anni risulta stabile. Secondo le stime degli esperti, la ferrovia ha ravvivato l’economia turistica della valle, ha contribuito a una migliore offerta di mobilità per gli ospiti in vacanza, che sempre più organizzano il loro soggiorno rinunciando all’automobile, combinare tra loro diverse destinazioni e i mezzi di trasporto treno-bus-bici. Con il ripristino della ferrovia, la val Venosta ha registrato un considerevole incremento del turismo giornaliero e anche del cicloturismo. Secondo gli intervistati, i vantaggi derivanti dalla presenza del treno sarebbero invece meno tangibili per le imprese che non operano nel turismo. Oltre ai turisti, anche la popolazione autoctona beneficia notevolmente della presenza della ferrovia che rappresenta un’alternativa importante alla strada e risulta vantaggiosa in termini di tempo, di costi e di rispetto per l’ambiente. In quanto colonna portante dei trasporti pubblici urbani e suburbani in Val Venosta, stando a quanto affermato dagli intervistati la ferrovia costituisce l’unico collegamento non congestionato per Merano o verso il capoluogo di provincia Bolzano, e in quanto tale è indispensabile per pendolari, alunni, universitari e anziani. In particolare l’affidabilità, la sicurezza e la comodità del mezzo di trasporto sono le ragioni principali della popolarità di cui gode la ferrovia tra la popolazione. Viene infine visto positivamente il potenziamento ulteriore dell’offerta grazie all’elettrificazione e la prospettiva di collegamenti per Svizzera e Austria utili a combattere l’immagine di “valle laterale” o di “vicolo cieco”.
Lo studio è disponibile sul web all’indirizzo www.camcom.bz.it/it/la-ferrovia-della-val-venosta
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