Tav: se il Governo la sacrifica possono pagarla le Regioni del Nord

Sulla Tav Torino-Lione “occorre rispettare gli impegni presi dal Parlamento e dall’Italia con i trattati internazionali sottoscritti dai Governi e dal presidente della Repubblica. Se il Parlamento cambierà idea faremo un referendum in Piemonte come forma di pressione. E, dato che per noi quest’opera è vitale, di fronte a una situazione estrema studieremo il modo per pagarcela noi, magari con l’aiuto delle altre Regioni coinvolte dal tracciato est-ovest, ovvero Friuli, Veneto, e Lombardia”: è la posizione assunta dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, intervistato da Repubblica.

Chiamparino ipotizza tre scenari: “Il primo è il più logico: il Parlamento ha votato, l’Italia ha sottoscritto gli accordi con Francia ed Europa, il Cipe ha deliberato, Telt, la società che realizza il tunnel, va avanti come previsto. Non bisogna perdere tempo. Entro il 2019 il programma prevede lavori per 2 miliardi di euro. Se invece il Governo, per ragioni di equilibrio interno, ferma Telt impedendo che faccia gli appalti, lanceremo un referendum in primavera per far pronunciare i piemontesi e fare pressione sul Parlamento che, per bloccare l’opera, deve votare una legge che cancella i trattati internazionali. Il secondo: si lasciano concludere i lavori del tunnel internazionale, che sono già molto avanti, e si discute sulla tratta italiana: come migliorarla, come risparmiare, quali modifiche apportare. Il terzo: vogliamo forme di autonomia regionale? Benissimo. C’è una proposta di Forza Italia che verrà discussa nei prossimi giorni in Consiglio regionale. La faccio mia con un’aggiunta. La proposta suggerisce che il Piemonte, se non c’è altra strada, possa subentrare per la parte italiana della spesa, circa 2,5 miliardi in vent’anni. Io dico che potrebbero farlo tutte le Regioni interessate dal tracciato. Il titolare del contratto non può che essere lo Stato. Del resto, è un’opera internazionale. Ma si possono studiare forme di intervento economico e di compensazione, ad esempio modificando le concessioni autostradali”.

Redazione

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