Nelle altre città italiane, le aziende di trasporto pubblico hanno non solo consegnato mascherine e inibito l’utilizzo della porta anteriore per la salita ma montato un’apposita catenella per distanziare di almeno un metro, come prescrive il decreto del Governo, gli autisti dai passeggeri. Nei bus della Capitale invece, sia di Atac che della RomaTpl, la quale ha emanato detta disposizione soltanto nella giornata odierna, 9 marzo, tale separazione avviene mediate l’utilizzo di materiale approssimativo, rimediato per lo più dagli autisti, stando alle continue segnalazioni pervenute all’Associazione TrasportiAmo. Ci chiediamo, prosegue l’associazione, come sia possibile che una delle imprese di trasporto più importante del Lazio e d’Europa si faccia trovare ogni volta impreparata e che, davanti a un’emergenza sanitaria di questa portata, non sia stata in grado di organizzarsi anzitempo, adottando delle semplici catenelle. Troviamo questa situazione scandalosamente ridicola e ci domandiamo dove sia Roma Capitale, deputata al controllo della Società di cui è unica azionista. Alla quale chiediamo inoltre, di verificare se le cabine guida delle vetture di ultima generazione, per esempio gli Urbanway Iveco, garantiscono o meno una chiusura ermetica e di prendere in considerazione la possibilità di far indossare le mascherine al medesimo personale. E ancora, RomaTpl si dimostra coerente nell’arrivare ultima nella consegna dei kit di prevenzione, ancora non pervenuti nonostante i proclami dei giorni scorsi, come quasi ogni mese nel pagamento degli stipendi ai lavoratori. Per quanto riguarda l’utenza, che nelle condizioni attuali non può rispettare la distanza minima di sicurezza e per la quale non è prevista alcuna misura specifica di tutela, ribadiamo la necessità di trovare al più presto misure altrettanto efficienti. Il problema del sovraffollamento dei treni e bus di Roma, come nel resto di Italia, è veramente serio: da un lato occorre intensificare le operazioni di sanificazione delle vetture/banchine/stazioni, da effettuarsi durante l’arco della giornata, dall’altra “svuotare” le vetture.
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