La Ferrovia Suzzara – Ferrara (Parte 3)

(Qui la parte 2)

A partire dal 1987 iniziano le grandi revisioni delle ALn 668 e delle Ln 880, che vengono riverniciate in una nuova livrea cromatica (blu chiaro ed argento). A causa delle grandi revisioni riprendono i noleggi di ALn 668 FS: ALn 668.1034 e 1112. Sempre in questo 1987 l’utilizzo dei 220, finora scarsamente utilizzati,  si è fatto più intenso anche sulla FSF a causa dell’indisponibilità delle LD, inviate in revisione presso le Officine Reggiane . Ma la grande novità è il ritorno di treni a materiale ordinario: la FSF infatti acquista usate dalle FFS (Ferrovie Federali Svizzere) dodici carrozze a carrelli del tipo a vestiboli paracentrali (più una tredicesima da usarsi come fonte di pezzi di ricambio) subito inviate alla FERVET di Castelfranco Veneto (TV) per la revisione e la verniciatura. Il regolare servizio è iniziato lunedì 11 gennaio 1988, con una composizione formata da 220 + 6 carrozze, impostata ad una velocità massima di 70 km/h, a causa dell’elevato peso assiale delle locomotive. Il servizio viene limitato alla tratta Ferrara – Sermide in quanto l’armamento da Poggio Rusco in poi, ancora da 36 kg/m, limiterebbe la velocità massima a soli 50 km/h. Intanto alla fine del 1985 il Ministero dei Trasporti riscatta la concessione e nomina un Commissario Governativo alla guida della società. Sono anni di grandi cambiamenti sulla FSF: in vista dell’attivazione del CTC vengono attivati, nel 1982, i vari impianti ACEI delle singole stazioni. Dapprima nelle stazioni più importanti, normali sedi d’incrocio (Sermide, Bondeno, San Benedetto Po), in seguito anche nelle altre stazioni. La messa in funzione del CTC, con sede del DCO a Sermide, proprio alla vigilia del centenario della linea, entra in funzione il 19 maggio 1988, ed aumenta le capacità della linea: infatti anche stazioni da anni disabilitate al servizio movimento (come Felonica) tornano ad essere regolare sede d’incrocio. Dal 17 al 20 maggio 1984 una insolita presenza percorre i binari FSF. Si tratta dalla A2n 001 CFC, automotrice sperimentale a due piani che conduce un ciclo di prove in vista di una sua produzione su larga scala (nonostante alcune caratteristiche innovative tale automotrice resterà sempre un prototipo che dopo un lungo tour promozionale sui binari italiani finirà a far servizio in Africa). Il centenario della linea viene celebrato, nel 1988, con numerose manifestazioni: da ricordare la pubblicazione del libro di Alessandro Muratori “Ferrovia Suzzara – Ferrara, passato, presente, futuro in cento anni di esercizio” edito dall’ Editoriale del Garda, una mostra itinerante (con catalogo curato sempre da Alessandro Muratori per la parte storica), la visita dell’allora Ministro dei Trasporti Bernini ed un Treno Speciale, organizzato dall’ AFI con 220 e carrozze ex FFS. Nel 1989 nuovi arrivi nel materiale rotabile: arrivano infatti tre nuove automotrici serie ALn 663 (019 – 021), identiche a quelle già in servizio sulla rete FS. Ma la notizia più importante e positiva viene dalla Legge Finanziaria del 1987 che stanzia 5.000 miliardi (di vecchie lire) per l’ammodernamento della rete ferroviaria italiana. Alla FSF spettano 260 miliardi di lire, anzi più precisamente viene concessa la facoltà di contrarre mutui per quell’importo, che lo stato si impegnava a rimborsare. I progetti di rinnovamento vengono presentati nel mese di aprile del 1987 e prevedono aumento della velocità massima con rettifica curve e sostituzione armamento, rinnovo degli impianti ACEI e dei FV, eliminazione di alcuni PL e, cosa più importante, elettrificazione dell’intera linea. Si dovranno attendere alcuni anni per vedere l’inizio di questi importanti lavori, che inizieranno solo nel 1996, e nel frattempo la FSF riprende la sua vita di sempre, anche se è da rilevare il ritiro dal servizio delle carrozze ex FSF in quanto da controlli effettuati dalla ASL venne rilevata presenza di amianto. Gli anni ’90 vedono la FSF protagonista di numerosi treni speciali, tra i quali, da ricordare, quello organizzato dall’AFI per i suoi 25 anni il 17 maggio 1998: a vapore da Reggio Emilia a San Benedetto Po, con l’insolita presenza (per i binari della FSF) della locomotiva CCFR N°7 (una T3!).La conclusione dei lavori di rinnovo della FSF, in particolare quelli di  posa di un nuovo binario affiancato all’originale, in parte (ad Ospitale di Bondeno e tra Sermide e Magnacavallo) su nuovo tracciato, è prevista per l’autunno del 1999. E si moltiplicano le iniziative per salutare la “vecchia” FSF che dopo oltre 100 anni di onorato servizio “si rifà il trucco”. Il 27 giugno 1999 un gruppo di appassionati tedeschi organizza un treno merci fotografico, affidato alla LD 62 tra Sermide e San benedetto Po, ma ovviamente è l’attivissima AFI ad essere sempre in prima linea nello svolgimento dei treni speciali: il 12 settembre 1999 un treno speciale, affidato alla ALn 772.1004 FP ha percorso (per l’ultima volta) la vecchia linea. A partire da lunedì 27 settembre, infatti, la FSF ha interrotto, per circa 48 ore, l’esercizio tra Ferrara e Poggio Rusco per il passaggio dal vecchio al nuovo tracciato. Il termine dei lavori ci mostra una linea parzialmente rinnovata con un nuovo tracciato e nuove stazioni a Bondeno e a Sermide. Abbandonata invece la vecchia fermata di Ospitale di Bondeno, causa la rettifica del tracciato e l’elettrificazione di parte della linea, che, ancora collegata alla vecchia linea lato Ferrara,  negli anni successivi resterà utilizzata come deposito di materiale accantonato destinato alla demolizione. nonostante l’avvenuta elettrificazione, di treni passeggeri o merci a trazione elettrica non se ne vedono, e tutti i servizi restano a trazione diesel.  E pensare che nel progetto presentato nel 1987 era previsto l’acquisto anche di tre locomotive elettriche di tipo E632. Il nuovo millennio porta una grande novità per la FSF e per le altre linee in concessione: prima nel 2001 di nuovo un treno speciale AFI, questa volta composto dalla 220 FSF in livrea verde e da carrozze ACT (ex FFS), mentre nel 2002 nasce infatti la FER – Ferrovie Emilia Romagna, una S.r.l. nata dalla fusione di quattro precedenti Ferrovie in Gestione Commissariale Governativa, ovvero la Ferrara – Codigoro (ex Ferrovie Padane), la Suzzara – Ferrara, le Bologna – Portomaggiore (FBP) e la Parma – Suzzara (ex Ferrovie Venete). Il capitale sociale della nuova società è di 710.122 euro. I Soci sono la Regione Emilia Romagna con una quota pari a 529.368 euro e le Province di Ferrara, Reggio Emilia, Ravenna, Parma, Modena, Bologna e Mantova, ciascuna con una quota pari a 25.822 euro. Così un’unica società si trova a gestire e coordinare il trasporto ferroviario su quattro importantissime linee. Come primo risultato aumenta il materiale rotabile a disposizione, e anche il gruppo dei 220 (che svolgono un notevolissimo e regolare servizio merci, anche su rete RFI e su quella ACT con i treni Ravenna – Dinazzano Scalo) aumenta con l’acquisto di altri tre mezzi  provenienti da imprese di lavori ferroviari. Tali mezzi sono stati inviati a Zagabria per essere sottoposti a revisione. Nel frattempo sembra sbloccarsi la vicenda delle carrozze ex FFS accantonate con la decisione di affidare alla Magliola di Santhià la ricostruzione di  18 carrozze (ex FSF e FP) , con aria condizionata e nuovi interni , e con la trasformazione di tre unità in semipilota (sistema TCN). Proprio per questo motivo la FER ha affidato alla Bombardier (ex AdTranz) la costruzione di 3 locomotive elettriche del gruppo E 464 (con opzione per altre 3) , con cui costituire 3 treni reversibili da sei carrozze ciascuno.  L’idea fu presto abbandonata, preferendo ordinare delle nuove carrozze a due piani identiche alle Vivalto di Trenitalia. L’ordine consisteva in sei carrozze semipilota e dodici intermedie. Poiché le carrozze Vivalto non furono quindi disponibili fino alla seconda metà del 2007, si decise di noleggiare le sei E.464 a Trenitalia che le impiegò sui treni regionali di competenza del deposito di Bologna. Nel frattempo sono le ALn 663 e 668 che continuano a svolgere un validissimo servizio sulla rete sociale ma anche  su rete RFI verso Bologna e Ravenna. Le sei carrozze provenienti dalle FFS, tramontato il progetto di riutilizzo, sono state successivamente avviate alla demolizione. Nel 2009, nell’ambito di un piano di rinnovo del materiale rotabile, la società emiliana acquistò otto autotreni ATR 220 di produzione Pesa Bydgoszcz  allo scopo di sostituire le ALn 668 delle linee Bologna–Portomaggiore e Bologna-Vignola . I treni sono stati immatricolati nella serie 026 – 033 e sono stati consegnati tra giugno e dicembre 2009. Oltre alle linee previste, i convogli sono stati inoltre impiegati sulla linea Ferrara-Suzzara. Nel 2010 sono stati ordinati altri quattro esemplari, immatricolati nella serie 034 – 037 e consegnati alla fine dello stesso anno. A partire dal 1 Gennaio 2020 la gestione passa alla nuova società Trenitalia, società consortile a responsabilità limitata costituita da Trenitalia (al 70%) e Tper (al 30%), il consorzio trasporti integrato aggiudicatario del contratto di servizio per il servizio ferroviario regionale dell’Emilia-Romagna, assegnato dalla Regione con gara europea. Per effetto della gara, il servizio è aggiudicato a Trenitalia Tper per 15 anni, rinnovabili fino a 22. 

Esercizio e dati Tecnici

 

Data di apertura: 22/12/1888 (intera linea)
Lunghezza: 81+172 Km
Binario: Singolo, elettrificato da Ferrara a Poggio Rusco
Pendenza: 10 x 1000
Stazioni: 13 (comprese Ferrara,Poggio Rusco e Ferrara di RFI)
Fermate: 6
Passaggi a Livello: 51
Esercizio: DCO (Dirigente Centrale Operativo), Sede Sermide.
Società Concessionaria: Trenitalia-TPER (dal 01/01/2020)

 

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