Ospitare negli edifici dismessi o nelle piccole stazioni i mercatini contadini di Campagna Amica, ma anche fiere ed eventi, e utilizzare i terreni prossimi ai binari, alle strade e a impianti di pertinenza delle società del Gruppo FS per realizzare impianti di produzione di energie rinnovabili, evitando così di sottrarre spazi alle coltivazioni agricole. Questi sono alcuni degli obiettivi dell’accordo presentato oggi, 19 novembre, a Roma, da Ferrovie dello Stato e Coldiretti al 19esimo Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione. L’intesa, sottoscritta da Luigi Ferraris, amministratore delegato del Gruppo FS, e da Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, punta anche a rafforzare il ruolo della ferrovia come infrastruttura logistica strumentale e funzionale allo sviluppo sostenibile della filiera agroalimentare. Un’ulteriore tema è la definizione di programmi innovativi sull’utilizzo di sostanze da chimica verde nei terreni di reciproca competenza, come le aree prossime ai binari. Lo scopo è quello di mantenere efficienti i 17mila chilometri di rete ferroviaria in modo ecologico attraverso lo studio e i test di prodotti totalmente green, biodegradabili nel suolo che non generino residui nel terreno o nelle piante trattate.
«L’accordo di oggi è un esempio della collaborazione che il Gruppo Fs Italiane sta implementando con vari stakeholder che sono protagonisti, insieme a noi, nel percorso verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile del Gruppo per il nostro Paese» ha affermato il numero uno di Ferrovie «Rafforzare le attività per la filiera agroalimentare e condividere con Coldiretti una visione più ecologica dell’uso del suolo, delle aree attigue a ferrovie e strade dimostra come si possa andare verso un nuovo modello economico più responsabile ed inclusivo».
Nel sottolineare la necessità di conciliare la produzione energetica rinnovabile con il rispetto del territorio, del paesaggio e del fabbisogno alimentare della popolazione, Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, ha affermato che: «Non un solo ettaro di terra fertile deve essere sottratto all’agricoltura in un momento di grandi tensioni provocate dalla pandemia. L’agricoltura italiana è la più green d’Europa e ha la responsabilità di cogliere tutte le opportunità che vengono dall’innovazione Made in Italy per ridurre al minimo l’impatto ambientale».