Torna forte l’interesse in tutta Europa per i treni notte. È quanto emerso lo scorso 23 febbraio a Parigi nel convegno organizzato dal Ministero dei trasporti francese La rinascita dei treni notturni in Europa, in cui ha partecipato la presidente di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), Anna Masutti. Nel panel Accesso trasparente a una rete ferroviaria di qualità: le sfide della gestione dell’infrastruttura adatto per i treni notturni, Anna Masutti ha evidenziato l’impegno di RFI per lo sviluppo in Italia del settore lunga percorrenza sia giorno sia notte, attraverso le strategie messe in campo per il potenziamento della rete ferroviaria, anche con il supporto dei fondi del PNRR e della Next Generation Europe, per traguardare gli obiettivi di shift modale (auspicando il sostegno di politiche nazionali e comunitarie), ripresa, rilancio e sviluppo del Paese, transizione digitale e green. Sempre con una grande attenzione alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
«Sul segmento dei treni a lunga percorrenza assistiamo a un ritorno di interesse verso i treni notturni, che dopo un certo declino per lo sviluppo del trasporto aereo low cost e dei servizi alta velocità, sta vivendo una rinascita e catalizzando l’attenzione dei cittadini delle istituzioni e anche dell’industria manifatturiera», ha detto la presidente di RFI. «Su questo tema c’è una cooperazione fra gli stati europei. RFI partecipa ai tavoli del Prime, un gruppo di lavoro composto dai Gestori dell’infrastruttura europei che, in collaborazione con la Commissione Europea, sta portando avanti uno studio per individuare e promuovere le strategie di rilancio del segmento notte. Emerge sempre con più evidenza – ha proseguito Masutti – che sulle rotte di più corto raggio il treno è il mezzo più sostenibile e temporalmente conveniente, considerando accessibilità, tempi accessori, comfort ed esperienza di viaggio. Un servizio, quello dei treni notte, che sembra trovare forte gradimento soprattutto fra i giovani e la parte di popolazione più sensibile ai temi ambientali».
Durante il dibattito è emerso come il tema dell’integrazione aereo-treno può in realtà essere visto in termini di cooperazione tra i vettori e integrazione modale. «Lo shift modale da aereo a treno sul corto raggio può consentire di liberare slot orari in favore di voli di lungo raggio, con una migliore produttività per gli aeroporti e per i vettori aerei. Inoltre, il potenziamento del trasporto ferroviario in connessione con gli aeroporti può migliorarne l’accessibilità per gli spostamenti di lungo raggio in maniera efficiente e ambientalmente sostenibile. La sfida, in definitiva, è quella di ricercare gli ambiti di convenienza dei vettori e gli spazi di possibile cooperazione con precisi interventi regolatori a supporto. Queste azioni potranno contribuire a favorire ulteriormente lo sviluppo dei servizi dei treni notte in tutta Europa», ha concluso la presidente di RFI.