Sono state 140 le aggressioni al personale del Gruppo FS Italiane nei primi 5 mesi del 2015. La quasi totalità dei casi (117) interessa i dipendenti di Trenitalia, più a contatto con il pubblico e pertanto maggiormente esposti a situazioni di rischio. Seppur in leggero calo rispetto ai primi 5 mesi del 2014 (140 casi), il dato rimane comunque alto e degno di attenzione e specifiche contromisure. Per la maggior parte delle aggressioni sono state previste prognosi di un periodo massimo di 20 giorni. Seguono, per incidenza, gli episodi di minaccia, le ingiurie e infine le aggressioni che richiedono permanenze in ospedale per periodi più lunghi. Sempre analizzando i dati da gennaio a maggio del 2015, il numero degli aggressori stranieri (54) è di poco superiore a quelli di nazionalità italiana (41). I casi rimanenti hanno come protagonisti coloro che eseguono attività abusive a bordo dei treni.
Le regioni più interessate dal fenomeno delle aggressioni al personale ferroviario sono Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania e Toscana.
Ventitre casi riguardano invece dipendenti di Rete Ferroviaria Italiana.
Il Gruppo FS Italiane ha messo in campo numerosi azioni per cercare di limitare il numero di questi episodi: dalla formazione specifica per gestire le situazioni critiche dedicato ai capitreno e al personale di Protezione Aziendale, all’aumento del numero di telecamere a circuito chiuso a bordo treno; dai filtri in stazione fino all’installazione di gate nei principali scali ferroviari. Senza dimenticare la tutela legale e il supporto psicologico per i dipendenti aggrediti.