Si accende la “polemica” sulla filovia 90 Express che collega la stazione Termini a Largo Labia. In una nota ATAC precisa che “in merito al servizio erogato sulla linea 90,la linea è già da diverso tempo esercita per l’80% circa con filobus e solo per il rimanente 20% con mezzi tradizionali e comunque dell’ultima serie (i Roma, dal colore rosso bordeaux, ultimi acquisiti dall’azienda ) i migliori in termini di impatto ambientale.
Solo nei giorni del sabato e della domenica la linea è esercita con mezzi a gasolio per una precisa scelta gestionale atta a garantite il miglior servizio possibile all’utenza. Il risultato è stato possibile grazie al rinnovato impegno del management che, su espressa sollecitazione del DG Rettighieri ed alle abilità delle maestranze, ha recuperato anni di arretrato operativo e gestionale, recuperando al servizio mezzi a impatto zero che diversamente sarebbero stati destinati a rottamazione.” Non si fa tardare la risposta del CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità a i Trasporti, che in una nota fa sapere che “ci sia ben poco da vantarsi (nell’esercitare la linea per l’80% con autobus, ndr) in quanto non sono state eliminate le criticità di cui soffre la linea: l’assurda scelta, compiuta dall’amministrazione comunale all’epoca della costruzione, di non installare il bifilare nella tratta Porta Pia – Termini, unita all’altrettanto assurda scelta di richiedere filobus con marcia autonoma a batteria, in assoluta controtendenza rispetto agli standard che prevedono l’impiego di un motore termico per la marcia autonoma, ha portato, insieme indubbiamente ad inefficienze nel processo manutentivo dei mezzi, alla ben nota situazione che vede il fermo di numerose vetture. Situazione destinata a ripetersi in assenza di provvedimenti correttivi come l’installazione del bifilare mancante. Desideriamo fare presente che la marcia autonoma serve per superare problematiche transitorie e non certo per il regolare esercizio, per di più su lunghe tratte”