Trieste: primo porto d’Italia nel 2016 e primo porto italiano per movimentazione ferroviaria

Un porto che cresce, con un trend complessivo che sfiora il 4 per cento. E’ questo quanto emerge guardando i dati statistici annuali dello scalo giuliano, che si conferma primo porto d’Italia anche nel 2016. Complessivamente, il traffico delle merci movimentate nell’anno appena terminato è stato pari a 59.237.293 tonnellate, con una variazione positiva del 3,68 per cento. Da quest’anno inoltre il primato raddoppia, con un nuovo “dato storico” come l’ha definito il presidente dell’AdSP, Zeno D’Agostino: con 7631  treni movimentati e un aumento del 27,61 per cento sul 2015, Trieste è diventato il primo porto ferroviario del nostro Paese, non solo per numero di treni, ma anche per destinazione su scala estera. “Siamo l’unico porto italiano con treni diretti e frequenti su percorrenza internazionale (Austria, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Rep. Ceca, Slovacchia) e il nuovo collegamento verso Kiel, conferma questa tendenza”.Analizzando nel dettaglio le diverse categorie, emerge una crescita per tutte le merceologie.

Le rinfuse liquide sono aumentate del  3,56 per cento rispetto al 2015, con 42.756.341 tonnellate.

Ottimo dato con variazione positiva a due cifre, +22,45 per cento, per le rinfuse solide con 1.967.984 tonnellate. Anche le merci varie (RO-RO e container) crescono dell’1,92 per cento, attestandosi a 14.512.968 tonnellate.

Andando a guardare i traffici legati alle “Autostrade del mare” si registra una sostanziale stabilità del settore: 302.366 mezzi transitati nel 2016, con un + 0,29 per cento rispetto all’anno precedente.

Per il settore container si rileva una flessione del 2,94 per cento con 486.507 TEU, a cui fa da contraltare un aumento del 6,49 per cento dei “contenitori pieni”, vera garanzia della stabilità dei traffici, con  437.129 TEU. Già nel mese di dicembre 2016 si registra però un’ inversione di tendenza rispetto al 2015: 38.984  TEU movimentati, con una variazione positiva pari a +1,87 per cento, e un +20,42 per cento dei TEU pieni. Inoltre, sommando la movimentazione dei container con i semirimorchi e le casse mobili (espressi in TEU equivalenti) lavorati complessivamente nel corso dell’anno, si arriva anche nel 2016 a superare il milione di TEU movimentati: 1.157.805.

 “Solo con tale ragionamento – continua D’Agostino –  possiamo vedere chiaramente il rilievo e l’importanza che il general cargo ha per il porto di Trieste. Concentrarsi sulla lettura di dati quali i TEU pieni e i TEU equivalenti, è un modo per capire da vicino le strategie che stiamo portando avanti nel nostro porto, che ha sempre di più un ruolo di gateway continentale marittimo e soprattutto intermodale”.“Da questi numeri – commenta infine il presidente  – emerge chiaramente che, oltre ad essere il principale terminale energetico del Mediterraneo, siamo anche uno dei cardini del sistema europeo di trasporto intermodale”.“Diversificazione dei traffici e implementazione dei collegamenti ferroviari sono i nostri obiettivi. I progetti di sviluppo dello scalo devono guardare a terra, al sistema logistico-retroportuale e ferroviario collegato. Questi sono gli elementi che stanno rendendo il nostro porto più efficiente, aumentandone visibilmente la performance”.­

Un commento:

  1. Performance reali o taroccate ?

    La Portualità Triestina dovrebbe avere il coraggio/l’umiltà di non voler più sfruttare impropriamente come avveniva spesso in passato le tanto decantate “strabilianti performance del nostro Scalo” relative alle merci che complessivamente venivano annualmente movimentate nelle nostre banchine “sbandierandole come vanto delle grandi potenzialità delle nostre infrastrutture Portuali e dei collegamenti gomma/rotaia”.

    Analizzando seriamente/razionalmente i dati statistici relativi sia al 2016 che alle previsioni per il 2017, credo che le nostre citate strabilianti performance risulterebbero purtroppo alquanto modeste e notevolmente ridimensionate, se dai valori ufficiali delle merci complessivamente movimentate ” andiamo a togliere ” le diverse decine di milioni di tonnellate del petrolio della SIOT, i minerali della Ferriera di Servola, ed i Traffici Ro/Ro relativi alle cosiddette Autostrade del Mare, ci si accorge purtroppo ben presto che i reali valori delle nostre sbandierate performance sono alquanto ridimensionati, anche perché di fatto detti citati traffici sono autogestiti dai singoli Terminalisti e nulla o molto poco hanno realmente a che fare ne con le capacità manageriali degli Amministratori dello Scalo ma soprattutto neppure con quelle che sono le reali potenzialità e capacità competitive consentite dal nostro attuale datato assetto infrastrutturale.

    Tutti Traffici comunque pur sempre importanti per il nostro Comprensorio Portuale, anche se sono modesti portatori di valore aggiunto in proporzione ai tonnellaggi delle merci movimentate, in quanto tendenzialmente producono scarsi ricavi e limitato numero di avviamenti al lavoro “mentre purtroppo ci si accorge che invece per alcuni altri redditizi Comparti siamo in sofferenza, come le Merci Varie e Convenzionali che negl’ultimi decenni sono pressoché scomparso dalle banchine del nostro Scalo” va comunque anche sottolineato che per le Merci Containerizzate in ambito Nazionale non primeggiamo in quanto siamo appena al quarto/quinto posto.

    Sarebbe alquanto forviante limitarsi ad un esame superficiale dei dati relativi alle citate performance per poter comprendere quali siano realmente le attuali potenzialità del nostro Comprensorio Portuale, potenzialità che purtroppo sono state per lungo tempo inibite a causa di alcune mancate scelte del passato, che di fatto hanno impedito il possibile recupero di ampi spazi al mare per creare nuove opere “banchine/piazzali” iniziative che avrebbero dovuto contemplare sia l’interramento parziale/totale delle due scarsamente utilizzate Vasche di Riva VI° e VII° presenti al Porto Nuovo comprese tra il Molo V° e VII°, che l’eliminazione di tutti i Magazzini multipiano ormai inadeguati per i loro elevati costi gestionali, tutte opere che erano state create per assecondare quelle che erano le molto diverse esigenze Emporiali del secolo scorso.

    Realizzare nuove opere banchine e piazzali, per generare nuovi interessi in quanti siano essi Investitori che Terminalisti che potrebbero essere concretamente stimolati dalle nostre appetibili e variegate peculiarità, che si possono identificare in:

    1) Lo sfruttamento delle quattromila miglia di vantaggio che abbiamo per i Traffici relativi all’Interscambio Euro Asiatico nei confronti della Portualità Nord Europea.

    2) I tanto decantati 18 m dei nostri profondi fondali naturali presenti sui Litorali del Golfo di Trieste.

    3) Il Regime di Porto Franco presente nel nostro Territorio.

    4) Il vasto Bacino d’utenza percorso dal Corridoio Baltico Adriatico.

    5) Le quasi 4.000 miglia di vantaggio che abbiamo nei confronti della super conformata ed attrezzata Portualità Nord Europea, in relazione ai notevoli volumi dell’Interscambio Merceologico Euro Asiatico

    Interventi che ci consentirebbero finalmente di ammodernare la vetusta architettura di buona parte del nostro Comprensorio Portuale, per poter competere ad armi pari con i nostri agguerriti e tecnologicamente super infrastrutturati antagonisti vicini/lontani e poter quindi anche affrontare senza affanni le difficili sfide della Portualità del terzo millennio e sfruttare a dovere le citate notevoli ma purtroppo ancora inespresse opulente opportunità.

    Per concludere pur apprezzando l’impegno ed il lodevole lavoro svolto sia da Zeno D’Agostino che da Mario Sommariva, penso che se vogliamo realmente materializzare quella che è sempre stata una nostra tanto ambita ed anche giustificata ambizione “spostare in futuro un po’ più a sud verso questo nostro Mare” il baricentro del Sistema Trasportistico della Piattaforma Continentale Europea, credo sia utopico pensare “che basti rammendare l’esistente” per eliminare le attuali nostre carenze nei confronti dei ribadisco super conformati/attrezzati antagonisti vicini/lontani, poiché bisognerebbe invece assolutamente pianificare e cantierizzare sperabilmente in tempi non bibblici un corposo ammodernamento dell’ormai datato assetto infrastrutturale del nostro Scalo, poiché “banchine e collegamenti ferroviari” non sarebbero in grado di assecondare ne le nostre future giustificate ambizioni e neppure quelle che sono nel terzo millennio le mutate esigenze dei flussi merceologici, altrimenti in mancanza di un nostro marcato rinnovo infrastrutturale saremmo come il pescatore che vorrebbe prendere il pesce ma non si è procurato la lenza giusta, o il contadino che vorrebbe raccogliere i frutti ma non ha ne arato ne seminato il campo.

    Brunello Zanitti Giuliano

    Ulteriori approfondimenti ed immagini sulla Portualità si possono trovare sfogliando il mio Sito al capitolo “attività Emporiali” http://sceltemancate.trieste.it

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