Risalgono agli anni immediatamente successivi alla III Guerra d’indipendenza le richiesta di un collegamento ferroviario tra Cividale ed Udine, capoluogo del Friuli. Si deve però attendere la Legge 5002 del 29/07/1879, che prevedeva la concessione di ferrovie secondarie a consorzi di province e comuni con l’intervento statale a coprire i 4/10 delle spese. Nel 1884 Re Umberto I firma la concessione, della durata di 90 anni, per la costruzione della ferrovia, progettata dall’Ing. Vianello della Società Veneta e il 7 febbraio 1885 , il quotidiano “FORUMJULII” dà ampio risalto al progetto, con una completa descrizione di quella che sarà la linea ed il suo tracciato. I lavori iniziano e procedono celermente, favoriti da un tracciato essenzialmente pianeggiante,e privo di impegnative opere d’arte, tanto che il 24 Giugno 1886, ad appena due anni dalla firma della concessione da parte del Re Umberto I alla Società Veneta, il primo treno, con a bordo le massime autorità, giunge da Udine alla stazione di Cividale. Subito dopo la cerimonia inaugurale, con una solerzia tipica dell’epoca, inizia il regolare servizio passeggeri. I prezzi di un biglietto Udine – Cividale vengono fissati in 1.65 lire per la prima classe, 1.20 lire per la seconda e 0.85 lire per la terza classe. Il 4 Luglio l’inaugurazione ufficiale della ferrovia, e non sono poche le persone che già sognano un prolungamento della ferrovia fino a Lubiana. Il collegamento con Lubiana non si farà mai, ma in compenso da Cividale a Caporetto alcuni anni dopo venne realizzata una linea a sr 750mm lunga 28 Km e dalla vita alquanto effimera (chiusa già nel 1932). La prima dotazione di materiale rotabile comprendeva due locomotive a vapore Kessler del Gruppo 22 S.V., integrata l’anno successivo da altre due locomotive del Gruppo 23. Il materiale rimorchiato era composto da vetture tipo “centoporte” , a due assi, con garitta per il frenatore sul tetto. Queste vetture rimasero in servizio fino ai primi anni ’20. I carri merci erano invece in origine di costruzione inglese (lunghi circa 5 m) sostituiti in seguito da carri di tipo FS. All’inizio del nuovo secolo entrano in servizio 6 nuove locomotive del Gruppo 27, fornite dalla Società Henschel & Sohn di Cassel. Gli anni venti vedono l’entrata in servizio di nuovo materiale rimorchiato per il traffico passeggeri: carrozze del tipo “a terrazzini” . Il 23 Novembre 1938 si verifica, purtroppo, la più grande tragedia di tutta la storia della linea: il crollo di due arcate del ponte sul torrente Torre, durante il transito di un treno viaggiatori, causa la caduta nel fiume della locomotiva e delle tre carrozze passeggeri, provocando la morte di 13 passeggeri. Immediata la sospensione del servizio fino all’avvenuto ripristino del ponte stesso. Lo scoppio della seconda guerra mondiale non coinvolge la ferrovia che continua egregiamente a svolgere il suo compito. Passata la seconda guerra mondiale, densi nubi però si addensano sul futuro della Udine – Cividale. Negli anni cinquanta, infatti, la linea poteva contare su di un discreto traffico viaggiatori e di un altrettanto discreto traffico merci. Ma l’introduzione di alcune corse automobilistiche non lasciava intravedere nulla di buono, anche in considerazione del fatto che la linea non era stata compresa negli interventi di ammodernamento previsti dalla legge 1221 del 1952 per le ferrovie in concessione. Fortunatamente la SV decise all’ultimo momento di dieselizzare la linea e la chiusura fu evitata. Sorte migliore invece non ebbe la linea per Tolmezzo e Villa Santina (già capolinea di un’altra effimera linea a sr 750mm per Comeglians, lunga 15,13 Km e chiusa nel 1935), dipendente dalla stessa Direzione d’Esercizio di Udine della SV che fu invece condannata alla chiusura. Agli inizi degli anni ’60 vengono immesse in servizio tre automotrici del gruppo AD 800 (di costruzione Stanga/Fiat) e due locomotive Diesel-Elettriche del Gruppo DE 424 (DE 424 02 e DE 424 05 di costruzione Tibb-OM), un vero e proprio emblema della Società Veneta. Con il potenziamento dei servizi passeggeri, volge rapidamente al tramonto la trazione a vapore, anche se fino alla fine degli anni ’70 le De 424 trainavano ancora le vecchie vetture a due assi e terrazzini (oggi purtroppo demolite). Tra il 1975 e il 1976 entrano in servizio tre grandi rimorchiate a carrelli di costruzione tedesca (acquistate usate dalla ferrovia Bentheimer Eisenbahn) e classificate Cd 361 – 363 (poi Bd 361- 363). Sempre in questi anni, dopo un periodo di crisi, riprende quota il traffico merci, tanto da indurre la SV a trasferire sulla linea, dai Raccordi Ferroviari Mestrini, nel 1975 un locomotore Diesel Ranzi numero 129, che tuttavia non diede risultati eccellenti e già nel 1978 venne spedito a Bologna (allora la SV gestiva anche la linea Bologna – Portomaggiore) in cambio del DE 424 04. Sempre Bologna, l’anno prima aveva ricevuto la nuova locomotiva Ld 405 (di costruzione Mak) che non aveva circolabilità sulla Udine – Cividale a causa dell’elevato peso assiale (la locomotiva è rimasta a Bologna anche dopo la sostituzione dell’armamento, e solo di recente è ritornata ad Udine). Alla fine degli anni settanta si provvide alla sostituzione dell’armamento, con la posa di rotaie da 36 Kg/m, e vennero automatizzati anche numerosi PL. Di questi anni è anche l’istituzione della fermata di Cividale Centro, che consisteva in una semplice tettoia posta all’estremità della stazione di Cividale. Questa fermata ebbe però vita breve, in quanto se da un lato accorciava il tragitto verso il centro della cittadina, dall’altro per raggiungerla i binari dovevano attraversare una strada molto trafficata, e per tanto nei primi anni ’80 la fermata venne soppressa e il piazzale di Cividale accorciato. Nei primi anni ’80 iniziano alcuni lavori di ammodernamento agli impianti, e per far fronte all’incremento del traffico la fermata di Remanzacco (già munita di binari di raddoppio per la sosta di carri) fu dotata di un impianto ACEI e di nuovi marciapiedi con relative pensiline e trasformata in stazione. Sempre in questi anni (più precisamente nel 1980) cambia la sigla della società esercente: da SV a FNE – Ferrovie del Nord – Est, che comprendevano anche la Mestre – Piove di Sacco – Adria. Da questa linea venne in prestito la AD 805 (il traffico viaggiatori era notevolmente aumentato, anche a causa dei numerosi militari di leva di stanza nelle caserme di Cividale e Remanzacco) mentre la DE 424 04 viene a sua volta spedita sulla Adria – Mestre. Nell’estate del 1984 arriva la prima automotrice derivata dalle ALn 663 FS: classificata ADn (poi AD) 901 + una rimorchiata pilota classificata Bp 372 (della AD 901 esiste anche una splendida riproduzione modellistica Lima). Nei primi anni ’90 viene inaugurata una nuova fermata situata nella Zona Industriale di Cividale (Bottenicco) a servizio del nuovo raccordo industriale fatto costruire dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Friuli Orientale e avviene un nuovo cambio di sigla: da FNE a FUC (anzi Gestione Commissariale Governativa delle Ferrovie Venete – Ferrovia Udine – Cividale) e tra il 1992 e il 1993 le Bd 361 – 363 vengono trasferite sulla linea Adria – Mestre, dove rimpiazzano le ex automotrici della compianta Ferrovia Mantova – Peschiera. Nel 1992 arriva una seconda coppia di rotabili derivati dalle ALn 663: AD 904 + Bp 373 mentre con i fondi della L. 910/86 si avviano alcuni lavori di potenziamento della linea, con la sostituzione di due ponti e dell’armamento: i lavori iniziati l’8 Novembre del 1993 comportano per alcuni mesi l’interruzione della linea tra Remanzacco e Cividale. Nel 1994 dalla linea Bologna – Portomaggiore arriva la DE 341.501 (ex D 341.1020 FS), mentre l’anno successivo scompare il caratteristico incrocio a raso con la linea FS (circonvallazione di Udine) sostituito da un sottopasso. Alla fine degli anni ’90, nell’ambito del processo di trasferimento agli enti locali delle competenze sul trasporto pubblico, la regione Friuli – Venezia Giulia è entrata a a far parte della gestione della linea ferroviaria. Da registrare, agli inizi del nuovo millennio, una nuova gestione societaria della linea, passata dalla GCG delle Ferrovie Venete alla gestione della società Sistemi Territoriali SpA, nuova concessionaria anche della linea Adria – Mestre. Nell’anno 2004 si è avviato il processo di un successivo ammodernamento della ferrovia con la dotazione di impianti di condizionamento su alcune delle automotrici Fiat Aln 663 e rimorchiate Fiat Bp 663; con la costruzione della nuova Stazione di Cividale del Friuli con marciapiedi e pensiline; con la realizzazione della nuova Fermata in località S. Gottardo (UD); con l’ammodernamento di alcuni Passaggi a Livello nei Comune di Udine, Remanzacco e Moimacco e con l’acquisto di due nuove automotrici bicassa tipo STADLER GTW DMU-II 2/6,classificati ATR 410. Si registra anche un nuovo cambio di gestione: dal 1 gennaio 2005 la linea è gestita dalla neo – costituita “Società Ferrovie Udine – Cividale s.r.l.” unipersonale a capitale interamente regionale. Riprende anche il traffico merci sulla linea effettuato della stessa FUC e dalla societá InRail costituito principalmente da tradotte destinate allo scalo merci di Bottenicco. Nel 2015 torna sui binari friulani una delle locomotive a vapore che prestava servizio sulla Carnia-Tolmezzo-Villa Santina, la famosa “T3”, costruita dalla tedesca Henschel di Kassel nel 1906 e che aveva svolto servizio dal 1910 alla fine della Grande Guerra sulla linea Carnica, dopo aver “lavorato” sulle linee del Veneto, rientrò negli anni Sessanta in Carnia per trainare tra Carnia e Villa Santina gli ultimi treni merci della Società Veneta.Ferma in un museo a Bologna, è stata ceduta in comodato gratuito a un’associazione di appassionati, “Vecchi binari FVG”, che si propone di utilizzarla – una volta rimessa in esercizio – proprio lungo la tratta dismessa tra Carnia e Tolmezzo per finalità turistiche. In attesa di sviluppi la locomotiva è ospitata presso il DL della FUC
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