Conferite oggi le azioni ANAS a FS Italiane. L’intera partecipazione ANAS è stata trasferita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) a FS Italiane a seguito del parere positivo dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). La sottoscrizione dell’aumento di capitale di 2,86 miliardi di euro da parte del MEF completa l’iter per la nascita del primo polo integrato di ferrovie e strade in Europa per abitanti serviti e investimenti. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati da Renato Mazzoncini Amministratore Delegato e Direttore Generale di FS Italiane e Gianni Vittorio Armani Presidente e Amministratore Delegato di ANAS. ANAS va ad affiancarsi a Rete Ferroviaria Italiana e Italferr, la controllata operativa in ambito nazionale e internazionale nella progettazione e nell’ingegneria, e alle altre Società del Gruppo, fra cui Trenitalia, Mercitalia e Busitalia, imprese di trasporto passeggeri e merci su ferro e gomma. Nella nuova configurazione, Ferrovie dello Stato Italiane conta 81mila dipendenti, 108 miliardi di euro di investimenti nei prossimi dieci anni e un capitale investito di circa 50 miliardi di euro. Oltre a maturare nel 2018 un fatturato di 11,2 miliardi di euro e una capacità di investimento di 8 miliardi. Il Gruppo FS Italiane dispone ora di una rete infrastrutturale, ferroviaria e stradale, di circa 44mila chilometri. I 2,3 miliardi di veicoli che percorrono annualmente 64,5 miliardi di km sulle strade e autostrade in gestione ad ANAS vanno così a sommarsi al traffico gestito dal Gruppo: circa 750 milioni di passeggeri all’anno su ferro (di cui 150 all’estero), 290 milioni su gomma (130 all’estero) e 50 milioni di tonnellate merci. L’ingresso di ANAS nel Gruppo FS Italiane permette di realizzare l’integrazione infrastrutturale prevista dal Piano industriale 2017-2026. Sarà possibile, infatti, ottimizzare i costi operativi e manutentivi delle reti, generando risparmi per almeno 400 milioni di euro nei prossimi dieci anni. L’obiettivo è potenziare gli standard di qualità e sicurezza della rete viaria e la manutenzione, a partire dalla vigilanza della sede stradale, dei viadotti e delle gallerie che su oltre 10mila km, dove le infrastrutture stradali e ferroviarie corrono in affiancamento, potrà essere effettuata in modo integrato dagli operatori di Rete Ferroviaria Italiana e ANAS. Integrazioni operative saranno possibili anche per la diagnostica predittiva. Il coordinamento fra RFI e ANAS consentirà, tra l’altro, di collegare in maniera più efficace ed efficiente i nodi logistici: porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, punti di interscambio modale. Grazie al nuovo Contratto di Programma 2016-2020 con lo Stato, ANAS gestirà in maniera più efficiente i propri investimenti, con una riduzione dei costi di oltre il 3%, quantificabile in 400 milioni in cinque anni. Inoltre, nell’arco di 3 anni potrà raddoppiare la propria capacità di spesa, passando da 1,5 miliardi del 2017 ai 3 miliardi previsti nel 2020, con effetti immediati e visibili sul risanamento dei viadotti e delle gallerie, sulle pavimentazioni stradali e sulla qualità della rete. L’adozione di processi omogenei a quelli delle altre Società del Gruppo favorirà il coordinamento delle attività progettuali e negoziali, producendo da un lato risparmi per lo Stato e dall’altro un sensibile aumento di cantieri aperti, con ricadute positive anche per il settore delle costruzioni, per l’occupazione e per l’intera economia del Paese. Nel 2018 RFI e Italferr prevedono di confermare il trend 2017, che aveva visto passare il valore dei bandi di gara pubblicati dai 3,5 miliardi del 2016 a 7,5 miliardi. ANAS, analogamente, nel 2018 passerà a 3 miliardi di euro dai 2 miliardi del 2017. Con l’ingresso nel Gruppo FS Italiane, ANAS inizia il percorso di uscita dalla PA per raggiungere la dimensione di mercato e potrà, quindi, attuare nell’immediato un piano che possa contemplare nuove assunzioni e realizzazione di investimenti in modo più rapido ed efficiente, anche in autofinanziamento o con il supporto finanziario del gruppo. Ulteriori integrazioni sono previste nella condivisione di know-how e tecnologie, sviluppando importanti progetti come le smart road, strade intelligenti che potranno essere percorse da tir elettrici e auto driverless, a beneficio della sicurezza e dell’ambiente, facendo dell’Italia uno dei Paesi pionieri in questa innovazione. Tecnologie ferroviarie come l’ERTMS, il sistema di sicurezza basato su blocco radio che gestisce l’alta velocità, potranno essere utilizzate per la sperimentazione dei nuovi sistemi di dialogo fra strada e autovettura, con la prospettiva a medio termine della guida autonoma. Inoltre la condivisione di best practice consentirà di mettere a punto nuovi strumenti per gestire in maniera innovativa il controllo della qualità delle strade e la verifica tecnica di viadotti e ponti. I benefici dell’integrazione saranno immediatamente percepiti anche sui mercati internazionali: il Gruppo potrà infatti presentarsi come soggetto in grado di presidiare l’intera gamma degli interventi e dei servizi legati alle infrastrutture di mobilità. Ciò si inserisce negli obiettivi di internazionalizzazione del Piano industriale decennale del Gruppo che prevede una crescita dei ricavi complessivi da attività estere dal 13% al 23%, passando da un miliardo di euro a 4,2 miliardi nel 2026.
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