Linee Ferroviarie
(Centro)
Avezzano - Sora - Roccasecca
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In sosta a Balsorano per un incrocio convoglio con la ALn 668.3313 in coda |
Fin dall’Unità d’Italia fu sentita la necessità di realizzare un collegamento ferroviario attraverso l'Appennino che unisse la regione Lazio e la regione Abruzzo. Il primo progetto venne presentato il 12 maggio 1861 e prevedeva una linea ferroviaria che da Pescara, attraverso la conca del Fucino, giungesse sino a Sora e quindi a Ceprano. Costituitasi la Società Strade Ferrate Meridionali si cominciò a parlare di una linea che raggiungesse sempre Pescara passando però per la valle del Liri, ed ancora ad una dorsale Terni - Rieti - Avezzano - Roccasecca - Ceprano; linea questa particolarmente gradita alla città di Napoli, allora fulcro degli interessi della zona del centro sud Italia. Frattanto s’ideava anche una linea Rieti - Aquila - Popoli, pensata per allacciare l'allora capitale Firenze con Napoli e l'Adriatico. Questi progetti, però, erano destinati a rimanere sulla carta in quanto i magri bilanci dello Stato non ne permisero mai l'attuazione, sebbene alcuni comuni, seguendo l'idea di quello di Avezzano, proposero l'acquisizione dei terreni utili al tracciato e la loro cessione gratuita alle SFM. L'adesione all'idea fra i comuni interessati (con una popolazione complessiva poco superiore ai 51800 abitanti secondo il censimento del 1860) fu unanime, con le eccezioni dei comuni di Arce e Fontana Liri, che non disponendo di capitali sufficienti potevano solo cedere quanto di loro proprietà, e del comune di Sant'Elia, fermo sostenitore di un più utile tracciato Cassino - Sant'Elia - Atina - Sora. Con la "presa di Roma", del 20 settembre 1870, la necessità di aggirare lo Stato Pontificio per collegare nord e sud della penisola, venne meno, e di conseguenza anche i vari progetti caddero nel dimenticatoio, anche in considerazione che, soltanto quattro giorni dopo, il Governo incaricava l'Ing. Coriolano Monti di studiare il progetto per realizzare la linea ferroviaria Roma - Avezzano – Pescara. Ma nonostante ciò l’idea del collegamento Lazio – Abbruzzo attraverso l’Appennino non era del tutto stata dimenticata. Ci vollero però nove anni di ipotesi e discussioni prima di giungere al voto favorevole da parte della Camera dei Deputati per la costruzione di una linea di 2° categoria che avrebbe dovuto collegare Avezzano con il tronco Ceprano – Roccasecca, con un costo presunto per i 75 km circa di tracciato calcolato intorno ai 18.200.000 lire dell'epoca, di cui il dieci per cento a carico delle province e dei comuni interessati dal tracciato. Ma la posizione geografica delle zone interessate dal progetto della ferrovia, poste in zone montuose e talvolta di difficile accesso, fecero si che ci vollero più di 20 anni dall'inizio dei lavori per il completamento della linea, con la realizzazione di un tracciato abbastanza impegnativo comprensivo di numerose opere d'arte. L'apertura della ferrovia avvenne per tratti: Il 4/12/1884 venne aperta la prima tratta, dal Bivio Arce (posto sulla ferrovia Cassino – Roma poco dopo la stazione di Roccasecca) ad Arce. Intanto nel 1890, il Ministero del Lavori Pubblici, autorizzò il Ministero della Guerra a costruire e gestire un raccordo ferroviario (inizialmente utile al Regio Polverificio sul Liri, presso Arce. Tale raccordo, che si diramava dalla stazione di Arce, venne aperto nel 1894. Nel frattempo proseguivano anche i lavori di costruzione della ferrovia con la realizzazione delle tratte Balsorano - Sora, aperta il 10/10/1895 e Sora - Arce aperta il 1/07/1897. Tra le opere d'arte più significative della tratta è da segnalare la galleria "Scrime" di 2,152 Km (la più lunga della linea) posta nei pressi della stazione di Arpino. I primi orari vedono due coppie di treni nella tratta Roccasecca - Balsorano ed una coppia di treni limitati alla tratta Roccasecca - Sora. La trazione era affidata alle locomotive a vapore della serie 3201 - 3519 della Rete Mediterranea (futuro gruppo 215 FS) e la serie 3801 - 3869 sempre della Rete Mediterranea (futuro gruppo 310 FS) . A testimonianza dell'importanza che le RM dava a questa linea troviamo la locomotiva RM 3494 denominata "Arce" e la RM 3830 denominata "Arpino" . Era usuale a quei tempi che le locomotive venissero battezzate con nomi di personaggi o stazioni delle rete di appartenenza, e, sia Arce che Arpino sono due stazioni della Roccasecca - Avezzano. Mancava però ancora da realizzare ancora il tratto più impegnativo della linea, da Balsorano ad Avezzano, che fu aperto solo il 20/08/1902, e che richiese la realizzazione di numerose opere d'arte, come la galleria elicoidale situata nei pressi di Capistrello: una galleria in pendenza costante del 20 per mille. Il primo treno a percorrere la nuova linea ferroviaria impiegò circa tre ore prima di arrivare nella stazione di Avezzano. Ma anche con l’apertura dell’intera linea l’orario si mantiene immutato, sempre con tre coppie di treni. Con il passaggio della gestione dalla RM alle FS vennero introdotte sulla linea le locomotive a vapore del Gruppo 905. Nello sviluppo della ferrovia molto ha influito, in quel periodo, anche la presenza di molte industrie (cartiere) nella zona di Isola Liri, tanto è vero che nella stazione di Isola Liri venne realizzato in seguito uno scalo merci e, nel 1910 un raccordo a servizio delle cartiere, presenti in zona sin dai primi anni del 1800, che sfruttavano l'energia fornita dalle acque del vicino fiume Liri. Tale raccordo, per ovvi motivi venne elettrificato con tensione di 600 V CC, così come il primo binario della stazione di Isola Liri da dove si diramava il raccordo per una lunghezza totale di 1730 metri, comprensivi di un PL (privo di barriere) sulla SS 82 e di un breve ponte in ferro a scavalcare il fiume Liri. L'alimentazione della linea aerea era fornita direttamente dalla Società Cartiere Meridionali proprietaria oltre che delle cartiere del raccordo stesso. I carri diretti alla cartiera, una volta arrivati nella stazione di Isola Liri, venivano manovrati da un locomotore AEG 1102 (di cui si sono perse le tracce negli anni'80) simile a una motrice tranviaria con truck a due assi e asta a rotella. Date le sue caratteristiche (elettrificazione e locomotiva) il raccordo era classificato ufficialmente come tramvia Il grave sisma del 1915, che colpì duramente la zona di Avezzano, provocò gravi danni anche alla stazione di Sora e alla stessa cittadina. Mentre ferrovieri, granatieri, militi della Croce Rossa, cercavano di raggiungere con tutti i mezzi possibili le città di Avezzano e Balsorano, lo stesso Re Vittorio Emanuele III parte da Roma per raggiungere Roccasecca sul treno delle 7.15, su cui fece caricare la propria automobile per compiere di persona visita alle città di Sora e Balsorano. Lo scoppio della prima guerra mondiale rallenterà relativamente la ricostruzione degli abitati e delle infrastrutture ferroviarie colpite dal sisma. Nei primi anni '30 vengono introdotti i cosiddetti "accelerati leggeri" (il cui numero in orario è preceduto dalla lettera A) costituiti da una locomotivia trainante una o al massimo due carrozze leggere, ma gli orari restano sostanzialmente identici: tre coppie di treni sull'intero percorso e due coppie nella tratta Sora - Roccasecca (più l'A 224 delle 20.40 da Roccasecca che sostava a Sora per effettuare la mattina l'A 217 delle 04.45). Ma il vero e proprio salto di qualità si verificò solo nella metà degli anni '30 con l'avvento delle prime automotrici leggere sulla Roccasecca - Avezzano, che permisero una drastica diminuzione dei tempi di percorrenza per i treni passeggeri ed un aumento dell’offerta. Nel 1939 il servizio viaggiatori (salito a sette coppie di treni sull'intera tratta , due coppie Sora - Roccasecca ed una coppia Sora - Avezzano) è assicurato esclusivamente da automotrici (ALn 56 di costruzione Fiat e Breda), relegando alla trazione a vapore i soli treni merci. Ma il periodo di splendore era purtroppo destinato a durare poco. Lo scoppio della seconda guerra mondiale inizialmente non coinvolse la nostra ferrovia, che venne utilizzata per rifornire le truppe impegnate sul fronte di Cassino, ma nel 1943, con lo spostamento del fronte verso nord la nostra ferrovia viene a trovarsi praticamente a ridosso della linea Gustav, subendo gravi e numerosi danni durante la ritirata delle truppe tedesche (tra il 44 e il 45), tanto da non essere più percorribile. Infatti la stasi per oltre un anno del fronte permise ai genieri tedeschi di distruggere sistematicamente ogni metro della ferrovia: le traversine divelte furono bruciate, mentre persino i bulloni che univano il binario alle traversine vennero rimossi e fusi. Alla fine del conflitto si effettua il cotneggio dei danni ed il quadro che ne esce è di desolante devastazione: oltre 70 opere d'arte distrutte, 38 caselli e 13 stazioni anche esse distrutte o seriamente danneggiate (comprese le stazioni di Roccasecca, Sora ed Arpino completamente rase al suolo). L'opera di ricostruzione iniziò nel luglio del 1946 e si protrasse per ventuno mesi (con oltre 210 mila giornate lavorative) e finalmente il 16/04/1948, alla presenza di personalità importanti come l'Ing Giovanni Di Raimondo, allora direttore generale delle FS, e l'On. Giulio Andreotti, all'epoca sottosegretario alla Presidenza del Cosiglio, venne inaugurata la ricostruita tratta Roccasecca - Sora, insieme alle nuove stazioni di Sora ed Arpino. Ma i lavori di ricostruzione procedettero invece molto lentamente nel restante tratto,anche a causa della conformazione del territorio che rallentò molto la ricostruzione post-bellica. Addirittura nel 1950 c'è chi avanza perplessità sull'utilità dei lavori di ricostruzione della tratta e ne propone l'abbandono. Fortunatamente le cose andarono ben diversamente ed il 13/01/1954 venne riaperto intanto il tratto Sora - S. Vincenzo Valle Roveto,seguito il 28/07/1955 dal tratto S. Vincenzo - Civita d'Antino, ma per vedere di nuovo riaperta e percorribile l'intera linea si dovrà attendere il 4/01/1959,quando, con la riapertura del tratto da Civita d'Antino ad Avezzano,può considerarsi conclusa la fase di ricostruzione postbellica. Sempre nel 1959 viene attivata la fermata di Roccavivi, ma non ancora c'è pace per la ferrovia che nel 1960 la viene di nuovo considerata un "ramo secco" con le FS che ne ipotizzano la chiusura. Immediata scatta la protesta degli abitanti delle due vallate che arrivarono ad occupare stazioni e binari per impedirne la chiusura. Rientrata la protesta e le ipotesi di chiusura,gli anni '60 e '70 trascorrono relativamente tranquilli per la linea, anche se il traffico passeggeri risentì molto del boom automobilistico, così come quello merci,molto fiorente nel tratto Sora - Roccasecca, risente di una politica sempre più volta a privilegiare il trasporto su gomma.
In un paesaggio invernale, con le montagne ancora imbiancate di neve, il Reg 7466, diretto ad Avezzano, è in arrivo nella stazione di Capistrello, dopo aver affrontato la difficile rampa del 30 %o |
Sbuffi di fumo (di 880 o 940) ormai se ne vedono
sempre meno, e sono le D343/345 a prendersi carico dei sempre più rari
treni merci. Come su molte altre ferrovie secondarie, le FS limitarono
allo stretto indispensabile gli interventi di manutenzione, e se da un lato
ciò permise certamente dei risparmi, dall'altro provocò un generale
decadimento del servizio. Finalmente, il 3 novembre 1976 si diede inizio al
rinnovamento della ferrovia con armamento da 50 Kg/m (UNI 50) effettuando il
lavoro dal km 65, tra Pescocanale e Canistro, fino a Civitella Roveto e da Civita
d'Antino-Morino a Balsorano. Nel 1977 fu messo in opera l'armamento da
60 Kg/m (UNI 60)da Civita d'Antino - Morino fino a Civitella Roveto; nel 1978-1979
l'armamento da 60 Kg/m venne posato anche sulla tratta Balsorano – Sora.
Sempre nel 1979 la crisi dell'industria cartaria provoca una contrazione dell'attività
delle Cartiere Meridionali di Isola Liri causando la soppressione del raccordo
ferroviario. Negli anni successivi si ipotizzò anche una ripresa del
servizio,con trazione diesel,ma la chiusura dello stabilimento cartario, avvenuta
a metà degli anni ’80, causò il definitivo abbandono del
raccordo. Come se non bastasse la Roccasecca - Avezzano viene inclusa nell'elenco
di linee da chiudere dal famigerato decreto Signorile del 1985 (dal nome del
ministro dei trasporti dell'epoca che ha soppresso chilometri di ferrovie per
lasciare spazio agli autobus, il tutto per la gioia dei costruttori di automobili)
con la non poco simpatica definizione di “ramo secco”. Le proteste
popolari, un discreto traffico pendolare ed il fatto che nel "Piano Integrativo
FS" del 1983 era stato deciso l'ammodernamento tecnologico della linea
fanno desistere dal proposito ed i lavori riprendono nel 1985 dal chilometro
65 di Pescocanale fino a Capistrello. Per via delle gallerie e della complessità
del lavoro, si rese necessario sospendere per otto giorni la circolazione dei
treni sostituendoli con autobus. In questi anni il servizio viene svolto quasi
esclusivamente dalle Aln 668.1400,autentiche padrone della linea ancora per
alcuni anni. Nel 1991 si festeggia con un treno speciale il centenario della
tratta Roccasecca - Sora: la splendida Gr.740.435 rinverdisce i fasti passati,
ma già nel 1994 cessano i servizi merci su Sora, ridotti ormai ad una
sola coppia di treni circolante tre volte a settimana ed anche il traffico passeggeri
registra una preoccupante contrazione. La chiusura sembra ormai inevitabile,
ma ancora una volta le proteste popolari bloccano il tutto. Gli ultimi servizi
merci per Arce, a servizio del locale mulino, vengono effettuati dalla D 145
del DL di Cassino. Nel 1995 anche Arce viene disabilitata alla gestione merci
e cessano del tutto i servizi merci sulla linea. Segue l'altalenante rischio
di chiusura, mentre arrivano i tanto attesi interventi, e viene istituita una
nuova fermata: Cupone (Km 67+175). Sempre in questi anni, unico evento degno
di nota è un treno speciale effettuato nel 1994 in occasione del viaggio
del Vescovo di Sora, Mons. Luca Brandolini, da Roccasecca ad Avezzano, in visita
ai territori della Diocesi. Alla fine degli anni '90 iniziano i lavori per l'installazione
del sistema CTC (Controllo Centralizzato del Traffico), con conseguente rimozione
dei segnali ad ala sostituiti da segnali semaforici luminosi e automazione dei
passaggi a livello. Nel mese di Dicembre del 1998, dopo una chiusura di due
giorni necessaria per il completamento dei lavori, viene soppresso l'esercizio
mediante Dirigente Unico (sede Sora) e attivato quello con Dirigente Centrale
Operativo (sede Avezzano), con blocco elettrico conta - assi. Alcuni mesi dopo
la stazione di Sora cessa le funzioni di Stazione Porta Intermedia e passa sotto
il regime di telecomando dal DCO di Avezzano
A partire dal 2000 abbandonano i binari delle
due valli le ultime ALn668.1400,mentre il Comune di Isola Liri smantella le
ultime tracce del raccordo con le cartiere. Con gli ultimi cambi d'orario il
servizio viene drasticamente tagliato nei giorni festivi, ed è un vero
peccato, perchè si toglie la possibilità di usufruire di questa
bellissima linea anche per turismo. Inoltre l'ARPA, l'azienda di trasporto pubblico
della regione Abruzzo, inizia a fare una diretta e pericolosa concorrenza al
treno con corse dirette Sora - Balsorano - Avezzano, utilizzando la vicina superstrada.
Nel 2001 Legambiente organizza il "Treno ad alta felicità"
alla volta di Morino e della splendida riserva naturale di "Zompo lo Schioppo"
, ma il Natale (sempre del 2001) porta una sgradita sorpresa agli utenti della
linea: una frana caduta nei pressi della stazione di Arpino provoca l'interruzione
del servizio tra Sora e Roccasecca. Da più parti si teme che la frana
possa servire da pretesto per sopprimere la linea, e mentre ci si interroga
sul futuro della linea, vengono messi in servizio autobus sostitutivi tra Sora
e Roccasecca. Il nuovo anno si apre con la linea ancora interrotta, ma con un
barlume di speranza per la nostra linea. A partire dal giorno 14 Gennaio 2002
i treni da e per Roccasecca/Cassino vengono attestati nella fermata di Santopadre,
con i bus Sora - Roccasecca in coincidenza con i treni nella stazione di Arce.
Non è il massimo, ma è pur sempre qualcosa. Sembra ancora una
volta la fine, ma le parole della DTR Lazio lasciano presagire che c'è
la volontà di riaprire la linea. Passano i mesi e arriva l'estate, e
quando tutti ormai si erano rassegnati a vedere la linea interrotta per chissà
ancora quanto tempo, arriva la prima (gradita) sorpresa: a partire dal 5 Agosto
2002 i treni riprenderanno a circolare sull'intera linea, sebbene la stazione
di Arpino resti chiusa al servizio viaggiatori. É la fine di un incubo,
ma le sorprese non sono finite. Tanto è l'attaccamento della popolazione
locale a questa linea che si organizza un programma di festeggiamenti per il
centenario (di tutta la linea) in grande stile. Si inizia con il "Treno
dei Sapori" , 2 ALn668 che portano in giro per le stazioni della linea
i prodotti tipici della Valle di Roveto e della Valle del Liri. Si prosegue
con conferenze e treni x i bambini ma l'apice è il treno a vapore di
Domenica 18 Agosto 2002. Partenza ore 10.30 da Avezzano. Il dubbio è:
"con quale materiale??" Rapido controllo e si scopre che il treno
arriverà da Roma il giorno prima....
Non potendo utilizzare la 940.004 del DL Sulmona per problemi di peso assiale
(tali mezzi, ai sensi del Quadro 24 della PUPOS F111, non possono circolare
nella tratta Sora - Roccasecca) sarà infatti la infaticabile 625.017
del DL di Roma San Lorenzo ad avere l'onore e l'onere di trainare il "Treno
del Centenario. Ai pochissimi coraggiosi che il 17 Agosto sfidano un forte temporale
estivo scatenatosi su Avezzano appare uno spettacolo inconsueto: la sagoma della
D345 1081 di Roma San Lorenzo con un'immensa nuvola di fumo dietro. Da Roma,
infatti, è partita un'insolita stranissima doppia trazione con D345,
1 carro E carico di carbone (per ogni evenienza), la 625.017 e 4 carrozze a terrazzini
(una ABDT e 3 BT). Il 18 agosto, fatidico giorno del centenario, saranno ben
due i treni straordinari: infatti oltre alla 625.017, treno ufficiale del centenario,
circola anche, come 25635 bis, uno strano ed insolito merci ridottissimo composto
dalla D345 + il carro E con carbone. Dato che al ritorno il D345 dovrà
aiutare in spinta la 625, per non rovinare lo spettacolo all'andata, dopo febbrili
trattative, si è trovato questo splendido compromesso, aiutati anche
dal fatto che la domenica il traffico in linea è veramente scarso. Il
"treno del centenario" è stato un grande successo di pubblico:
stazioni affollate e gente in trepidante attesa alle stazioni, con tanto di
rifornimento d'acqua effettuato a Sora dalla 625.017. Il grande entusiasmo con
cui è stato accolto il treno lascia ben sperare per il futuro e per un
pronto rilancio della linea, ma resta sempre l'incognita dovuta all'eccessiva
distanza di molte stazioni dai centri abitati, da una mancata integrazione con
gli altri vettori di trasporto e da un eccessivo stato di degrado delle stazioni
che, prive di ogni qualsiasi servizio, non incoraggiano di certo il viaggiatore
a servirsi del vettore ferroviario. A tutto ciò vanno aggiunti degli
orari festivi a dir poco scandalosi che di fatto impediscono di usufruire della
linea per scopi turistici
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Giornata di festa per la linea:accolta da una folla quasi da stadio la 625.017 del DL di Roma San Lorenzo, titolare del treno R 25635 Avezzano - Roccasecca "Treno del Centenario" sosta a Sora in occasione dei festeggiamenti x i 100 anni della linea il 18/08/02 |
Gli sbuffi di fumo sono ormai un ricordo lontano, passata l'euforia dei festeggiamenti è tempo di pensare ad un concreto rilancio della linea, che da oltre 100 anni unisce la Valle del Liri alla Valle di Roveto, attraverso un ardito percorso con paesaggi di rara bellezza. Con il cambio di orario, avvenuto nel dicembre 2003, viene soppresso il treno R 7474 delle 20.10 Cassino – Sora sostituito dal Bus RM 126, che a differenza del treno non effettua fermate nelle stazioni di Santopadre e Fontana Liri inferiore a causa “di una movimentazione di viaggiatori pressoché nulla oltre all’oggettiva difficoltà, considerando la condizione viaria della zona, di possibilità di manovra da parte del bus” (come comunicato dalla DTR Lazio in data 29/01/2004 con lettera DTR/CCS.RL 695) . Infine, nell’estate 2005, da venerdì 5 a domenica 7 agosto e da venerdì 26 a domenica 28 agosto tra le stazioni di Balsorano e Civita d’Antino, sulla linea Roccasecca - Avezzano, vengono eseguiti da RFI, la società dell’infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato, lavori di manutenzione. In particolare, in alcuni ponti della linea vengono sostituite le travate metalliche, con impalcati a travi in ferro incorporate. In conseguenza di ciò, fra Avezzano e Sora viene sospesa la circolazione ferroviaria ed attivato un servizio di autobus sostitutivi predisposto da Trenitalia. Dopo la consueta pausa estiva dell'estate del 2013,a pochi giorni dalla rirpesa del servizio, da parte di RFI viene presa al decisione di sospendere la circolazione ferroviaria a causa del cattivo stato dell'infrastruttura, in particolare nella tratta tra Sora ed Avezzano dove già da tempo erano in vigore numerosi rallentamenti per problemi di usura dei binari. Dopo mesi di proteste della popolazione locale, a fine Febbraio 2014, sono iniziati i primi lavori di sostituzione dell'armamento, con previsione (ufficiosa) di riprendere il servizio ferroviario nell'autunno del 2014.
La Roccasecca – Avezzano, lungo il suo percorso, oltre ad attraversare stupende vallate, tocca diversi paesi, ognuno con la sua storia. Partendo da Roccasecca, paese posto all'ingresso di due gole che danno accesso alla Valle di Comino ed è sovrastato dal monte Asprano che con i suoi 553 metri d'altezza permette di controllare facilmente l'ampia Valle del Liri. Il paese nel Medioevo ha il suo vero sviluppo come comunità. Infatti quando si parla di Roccasecca e della sua storia il pensiero va subito a San Tommaso ed ai fasti del suo castello, importante baluardo difensivo posto nel 994 dall'abate Mansone a difesa del monastero di Montecassino, distante solo pochi chilometri. L'abate mette a capo della rocca fortificata un ramo collaterale della famiglia dei Conti D'Aquino, che fra alterne vicende e numerose battaglie (come era nel costume dell'epoca) regneranno per secoli sul paese. Dopo il 1550 alcuni abitanti della rocca scendono a valle dando origine all'attuale Roccasecca Centro, al Castello ed a Caprile. Nei secoli che seguono gli abitanti di Roccasecca vedono avvicendarsi al potere del loro castello gli Angioini, lo Stato Pontificio, gli Aragonesi, a seconda del Signore che domina in quel momento la Valle del Liri .Superato Colfelice, comune sorto nel 1923, quando con Decreto Reale n. 2703 del 6 dicembre, due frazioni di Roccadarce, Coldragone e Villafelice, ottennero la completa e definitiva autonomia amministrativa, si può scendere dal treno alla stazione di Arce per visitare l’omonimo paese, l’antica colonia latina di Fregellae rasa al suolo dai romani nel 125 a.C. a causa della ribellione dei suoi abitanti. L’eccessiva distanza della stazione dal centro abitato rende quasi impossibile utilizzare il treno per visitare Arpino, il paese che diede i natali a Cicerone. Stesso problema ad Isola Liri, famosa per il castello e per le cascate del Fiume Liri: anche qui la stazione rimane molto distante dal centro abitato. La città di Sora, famosa per aver dato i natali all’indimenticato attore Vittorio De Sica (a cui è stata dedicata la piazza antistante la stazione) ha la stazione situata in pieno centro abitato. Adagiata lungo le rive del fiume Liri, all'ingresso della Valle di Roveto, nel corso dei millenni Sora fu un importante crocevia per gli scambi commerciali che si svolgevano tra le limitrofe comunità.
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Negli anni '50, un treno merci affidato alla 880.016 è in sosta nella stazione di Civita D'Antino - Morino |
La parte più antica, abitata dai Volsci, doveva trovarsi sulle alture di Monte San Castro dove oggi si erge lo medievale Rocca Sorella. Entrata nell'orbita romana, fu da loro conquistata nel 345 a.C., e contesa ripetutamente dai Sanniti. Con l'avvento del Cristianesimo fu dichiarata sede vescovile ed arricchita di numerose chiese che sostituirono gli altari pagani. Contea autonoma, nel 970, fu occupata dai Normanni nel 1062. Dall'Unità del regno anche Sora, come la maggior parte dell'Italia Centro Meridionale, conobbe il brigantaggio: vi imperversarono infatti le bande del re Francesco II, aizzate dal terribile Luigi Alonzi detto Chiavone. Nel 1915 un violento terremoto lo rase al suolo, ma la risorsa naturale del fiume, sfruttato per l'energia elettrica, aiutò le sorti di questa terra che dagli inizi del Novecento visse una grande espansione economico- industriale perseguita negli anni, tanto che oggi Sora è una delle più attive realtà della Ciociaria. Di questa signorile cittadina attraversata da ponti e lungofiume che invogliano a passeggiate pomeridiane, meritano una visita i numerosi monumenti sopravvissuti alle distruzioni dei terremoti. Nel cuore della città, in Piazza Santa Restituta, sorge lo chiesa dedicata alla giovane Santa martire Restituta che, secondo la leggenda, arrivò a Sora accompagnata da un Angelo per evangelizzare queste popolazioni, ma fu fatta uccidere dal proconsole Agazio. L'intera storia la si può ripercorrere osservando attentamente il portale d'accesso, opera in bronzo dello scultore anagnino Gismondi. Della medievale chiesa di San Francesco, particolarmente bella è la bifora in travertino, un pregio dell'austera struttura assieme agli affreschi in essa conservati risalenti al Quattrocento. Con una sostenuta passeggiata è possibile raggiungere i resti della grandiosa rocca di San Casto (XI sec.) da cui si domina l'intera città. Poco fuori dal centro abitato, al confine con il Comune di Isola Liri è ubicato il più prezioso gioiello del sorano: la Chiesa di San Domenico (raggiungibile in bus). Tornati alla stazione si può o riprendere il treno alla volta dell’Abruzzo, oppure prendere uno dei tanti bus CoTraL in partenza dal piazzale antistante e visitare i vari paesi vicini. Superate le fermate di Compre – S. Vincenzo (frazioni del comune di Sora) e Ridotti – Collepiano si giunge a Balsorano che deriva la propria denominazione dalla trasformazione dell'originario toponimo latino "Vallis Sorana". Del territorio comunale fanno parte i centri minori di Ridotti, Collepiano, Balsorano Vecchio e Selva. È storicamente certo che nel 1173 Balsorano (ancora "Vallis Sorana") era feudo di Ruggero d'Albe, contando circa 500 abitanti, e sino a tutto il XIII secolo, con l'originaria incorrotta denominazione, continuò a far parte della contea d'Albe. Nel 1463 il Re di Napoli concede la Baronia di Balsorano ad Antonio Piccolomini, Duca d'Amalfi. Nel frattempo era già stato edificato il bellissimo e celebre castello. Una visita meritano anche gli abitati di San Vincenzo Valle Roveto, Morino (stazione di Civita D’Antino – Mortino: il paese di Morino è famoso per la riserva naturale di Zompo lo Schippo) e Civitella Roveto dove dal 22 al 24 ottobre di ogni anno si tiene La Sagra delle Castagne e la manifestazione "Percorsi Enogastronomici" che la Pro-Loco di Civitella Roveto . Molti sono i punti di assaggio e vendita dei prodotti locali situati sia lungo le tipiche stradine del paese che dentro vecchie cantine.Tra le specialità ricordiamo i salumi, i formaggi, l’olio, la porchetta, i dolci rustici e naturalmente molte specialità realizzate con le castagne: le marmellate, le Castagne sotto Rum, il famoso Castagnaccio e svariati dolci. Capistrello, al quale si giunge dopo aver superato l’ardita galleria elicoidale, sorge ad un’altitudine di 740 m.s.l.m., ed è posto nella gola (il "capistrum" da cui secondo alcuni prende il nome) che interrompe il fianco sinistro della Valle del Liri, e che si apre verso i Piani Palentini. Conta 5700 abitanti circa, residenti per la maggior parte nel capoluogo. Le due frazioni, Pescocanale (servita dall’omonima fermata) e Corcumello, sorgono l'uno all'imboccatura della Valle Roveto (la parte meridionale della Valle del Liri), l'altro sulla strada che conduce a Tagliacozzo, ai piedi dei monte Girifalco. Nella località Ricetto sono da vedere i resti del castello. Al di sotto dell’abitato di Capistrello sboccano i cunicoli fatti costruire da Claudio per lo svuotamento del lago del Fucino. Capistrello è noto per la presenza, nel passato di abili scalpellini e minatori e compare su molte guide turistiche come la “capitale dei lupini”, di cui è grande produttore. Al termine del viaggio si giunge ad Avezzano, città interamente ricostruita dopo il sisma del 1915 che la rase completamente al suolo. Del vecchio ed importante centro storico non rimangono testimonianze eccetto il restaurato Castello Orsini-Colonna, ora in piena funzione, di un brandello della parrocchiale di S. Bartolomeo e del ricostruito complesso sacro di S. Giovanni. Il prosciugamento della seconda metà del XIX secolo del Lago del Fucino, il terremoto del 1915 ed i bombardamenti alleati della II guerra mondiale, hanno profondamente alterato il rapporto fra l’uomo e l’ambiente con la nascita di un nuovo abitato di tipo “coloniale” popolato da genti provenienti dai paesi vicini e da tutta l’Italia. Solo nell’ultimo decennio sta rinascendo l’interesse per la riscoperta delle “radici”, al fine di ridare una dignità storica alla città contemporanea che si appresta a diventare sede di una provincia abruzzese
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In una freddissima giornata invernale, sotto i primi fiocchi di neve, la ALn668.3339 in partenza dalla fermata di Canistro come Reg 7469 diretto a Roccasecca |
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Dati tecnici:
Data di apertura: | 20/08/1902 (intera linea) |
Compartimento RFI: | Roma (FL 116) |
Lunghezza: | 78,849 Km |
Binario: | singolo non elettrificato |
Pendenza massima: | 25 X 1000 |
Stazioni: | 9 |
Fermate: | 13 |
Passaggi a Livello: | 39 |
Esercizio: | CTC/DCO (Sede ad Avezzano) con Blocco Elettrico Conta-assi (B.ca) |
Mezzi in servizio: | ALn 668 del DL di Sulmona distaccate presso la RL di Cassino |
Note: |
Le stazioni di Civita d'Antino, Arpino ed Arce sono munite di deviatoi tallonabili con ritorno elastico nella posizione iniziale. La stazione di Sora, se presenziata, può operare in regime di Stazione Porta Temporanea. I tratti di linea da stazione a stazione sono coperti da un'unica sezione di blocco. Colonna idraulica (funzionante) presente nella stazione di Sora. **L'esercizio è sospeso dal mese di Settembre 2013 a causa delle cattive condizioni dell'armamento** |