LINEE FERROVIARIE

(Sud)


La Ferrovia Spinazzola - Barletta

La ALn 668.1903 transita sotto il segnale semaforico di Avviso della stazione di Spinazzola, lato Rocchetta S.A.L. sulla linea Spinazzola - Barletta

Il Regno delle Due Sicilie, grazie alla meritoria lungimiranza di re Ferdinando di Borbone, fu il primo stato italiano a dotarsi di una linea ferroviaria. Le opere di realizzazione di nuove linee ferroviarie proseguirono anche dopo l' annessione dei territori nel neonato Regno d' Italia. Risale al 1861 il primo progetto di dotare la città di Barletta di una linea ferroviaria.Tale progetto, presentato da E. Melisurgo, ipotizza la costruzione di una linea ferroviaria Napoli - Brindisi - Barletta. Il 21/03/1861, la Commissione sulle Ferrovie Napoletane, insediata dal Ministro dei Lavori Pubblici De Vincenzi, sancisce la necessità e l' importanza di realizzare una linea ferroviaria lungo la costa adriatica, dal tronto per S. Severo, Foggia, Spinazzola e Taranto, con proseguimento per Lecce ed Otranto. Sempre nello stesso anno viene redatta una convenzione fra il Ministro dei Lavori Pubblici (V. Peruzzi), il Ministro delle Finanze (P. Bastogi) ed il barone P. Talabit per la costruzione della ferrovia Ancona - Otranto. Nelle convenzione era previsto che i lavori per la Foggia - Barletta dovessero terminare il 01/01/1864, mentre quelli della tratta Barletta - Bari il 01/07/1864. Il 18/09/1862 intanto, si costituisce la Società per le Strade Ferrate Meridionali, che avrà il compito di gestire tutte le linee ferroviarie del meridione d' Italia. Per vedere un primo progetto riguardante la costruzione di una ferrovia da Barletta a Spinazzola occorre attendere il 1871, quando viene presentato un progetto a cura dell'Ing. Roberto Sangiovanni. Ma il tutto resta solo sulla carta. Dopo decenni di discussioni però, il 20/06/1888 viene finalmente stipulata una convenzione a favore della Società Strade Ferrate Meridionali per la costruzione delle linee ferroviarie Rocchetta S. Venere (attuale Rocchetta S. Antonio) - Gioia del Colle e Barletta - Spinazzola. Tale convenzione viene resa esecutiva con la L. 5550 del 20/07/1888, con una spesa prevista di 7.994.460 lire dell 'epoca. Il giorno 01/08/1895 viene inaugurata la linea Spinazzola - Barletta, e si viene così a realizzare il collegamento tra la ferrovia Foggia - Rocchetta - Gioia del Colle e Foggia - Barletta - Bari. La linea segue per un tratto quella per Foggia, poi diverge a sinistra tra viti, olivi e mandorli presso la zona archeologica di Canne. Percorre poi il terrazzo sulla destra dell’Ofanto tra colline a olivi e il fondovalle coltivato, dopo aver aggirato ad Ovest le rovine del castello di Canosa la linea attraversa la Statale Canosa - Cerignola e dopo aver superato la stazione di Canosa di Puglia la linea continua con frequenti trincee serpeggiando in lenta salita tra le ondulazioni a vigneti e oliveti delle Murgette di Canosa. Abbandona poi la valle dell’Ofanto seguendo la direzione di quella del Locone e continua a salire avendo sulla sinistra il profilo delle Murge. Infine sale in curva, dirigendosi verso Ovest e dopo alcune brevi gallerie arriva alla stazione di Spinazzola.
I primi anni di vita della ferrovia trascorrono tranquilli,e il 30/06/1906, passa sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato. Nel 1914 viene aperta una breve diramazione da Barletta Stazione a Barletta Scalo Piroscafi di Km 2+400. Negli anni '30 entrano in servizio le prime "littorine" sulla linea, mentre il 15 Settembre 1938, allo scopo di collegare meglio il centro abitato di Spinazzola con la stazione ferroviaria, viene realizzata una breve linea ferroviaria di circa 2 Km, che, dal piazzale esterno della stazione di Spinazzola (in prossimità del vecchio dormitorio ferroviario) segue la strada statale fino ad attestarsi nella stazione terminale di Spinazzola Città (in realtà un semplice tronchino), alle porte del paese. Per le sue caratteristiche la linea venne sin da subito esercitata "a spola" con una sola automotrice

Veduta della stazione di Canosa di Puglia: la "rete snella" e si è fatta sentire anche qui, con una drastica riduzione del fascio binari e l'impresenziamento. Al fine di risparmiare sui costi del personale la stazione è stata munita di deviatoi tallonabili ed ACEI semplificato.

Sono gli ultimi anni di tranquillità per la linea, che di lì a poco verrà duramente investita dalla bufera della seconda guerra mondiale. I danni per fortuna non sono ingenti, e già il 17/07/1944 la linea è di nuovo percorribile. Gli anni '50, il nascente boom economico ed automobilistico, le prime emigrazione iniziano seriamente ad insidiare la ferrovia, che però, nel 1954, torna sotto i riflettori. Il 29 agosto 1954 la Direzione Compartimentale di Bari delle Ferrovie dello Stato trasforma il semplice casello, originariamente denominato “Canne Scavi”, (a servizio dell' omonima e famosa area archeologica) a vera e propria fermata munita dei necessari comfort che fu ribattezzata, in una festosa giornata con l’altisonante nome di “Canne della Battaglia”. Fu un vero e proprio investimento nei beni culturali intesi come risorsa del territorio, visto che nello stesso giorno, ad opera del primo “Comitato Pro Canne” presieduto dal Gen. di squadra Aerea Domenico Ludovico ed alla presenza dello scopritore dei Sepolcreti, l’eminente archeologo barese Prof. Michele Gervasio, le stesse autorità passarono ad inaugurare l’allestimento fotografico dei reperti archeologici nel vicino Museo, oggi ridenominato Antiquarium. Oggi quella stazioncina, passata indenne attraverso le spoliazioni dell’abbandono di questi ultimi cinquant’anni (a pochi chilometri, la stazione di Casalonga verso Canosa, è praticamente un rudere e non vi fermano più treni), grazie alla meritoria opera dell’ultimo casellante Domenico Lomuscio, il ferroviere andriese oggi ultrasettantacinquenne testimone oculare anche degli scavi Gervasio, è diventata un nuovo punto di riferimento per la mobilità sostenibile, per il turismo culturale ed il turismo scolastico.
Dallo sperone collinare che domina il teatro naturale della celebre Battaglia fra Annibale e l’esercito di Roma nel 216 avanti Cristo, quella sanguinosa disfatta nella piana ofantina, Canne (importante sede episcopale legata alla figura del Santo Vescovo Ruggiero) sovrasta tutto l’orizzonte fino al Gargano con la sua cittadella, ed è essa stessa lo spettacolo di un agglomerato urbano tuttora in fase di scavo, dove si allineano nell’Antiquarium reperti di civiltà che spaziano dal VI millennio prima di Cristo fino al XIII secolo.
Dal belvedere della stazioncina si gode un panorama davvero incomparabile sulla Valle d’Ofanto; la passeggiata può proseguire verso l’antica fontana medievale di San Ruggiero ed i vicini scavi di San Mercurio, sull’omonima collinetta, coi resti di una imponente domus romana d’epoca imperiale, dove ancora oggi si continua a scavare, o presso il vicino menhir che rimanda al mito dell’eroe Diomede, oppure recarsi nella zona dei Sepolcreti, dove le numerose testimonianze della presenza umana organizzata si concentrano nei resti dei villaggi preistorici e protostorici ben documentati da pannelli didattici illustrativi e sussidi multimediali. Canne della Battaglia diventa così l’unica stazioncina esistente in tutta Italia dove si scende direttamente in un sito archeologico d’importanza mondiale, e si potrebbe dire che qui la Grande Storia si conceda una fermata straordinaria ormai pienamente proiettata sui binari del turismo culturale e scolastico.Nel 1962 la linea è di nuovo protagonista suo malgrado: il rigido inverno porta abbondanti nevicate che bloccano per alcuni giorni la circolazione ferroviaria. Sono anni relativamente tranquilli per questa secondaria, anche se l' utenza resta sempre su livelli non elevati. In questi anni le ALn 772 sono le autentiche padrone della linea, mentre alla trazione a vapore sono relegati i sempre più sporadici treni a materiale ordinario ed i merci. La fine degli anni '70 vede un nuovo cambio della guardia, con le ALn 668 che rilevano le anziane ALn 772 mentre nuvole nere iniziano ad addensarsi sul futuro della linea: la diramazione per il porto di Barletta il cui impianto di Barletta Marittima disponeva di Pesa e Sagoma limite, a causa della drastica riduzione del traffico, viene disabilitato al servizio merci a carro il 1° luglio 1982.

La fermata di Canne della Battaglia, grazie alla meritoria opera del locale comitato "Pro-Canne" è diventata oggi un nuovo punto di riferimento per la mobilità sostenibile, per il turismo culturale ed il turismo scolastico. In mezzo a tanta desolazione di stazioni ormai abbandonate e ridotte in rovina è un piacevole esempio da seguire

Come se tutto ciò non bastasse la linea Spinazzola - Barletta viene inclusa nell 'elenco di linee da chiudere dal "famigerato" Ministro dei Trasporti Claudio Signorile. Con la poco simpatica nomea di ramo secco sembra che il destino della linea sia segnato, ma per fortuna alla fine si opta solamente per la chiusura della diramazione per Spinazzola Città, interessata oramai da uno scarsissimo traffico. A partire dal 01/01/1986 i collegamenti con Spinazzola Città vengono effettuati con autobus sostitutivi sino alla cessazione della concessione dello Stato a FS della linea stessa, al termine della quale la sede ferroviaria viene rapidamente smantellata e sostituita da una pista ciclabile. Il vecchio FV di Spinazzola Città sopravvive ancora, ma è stato quasi 'inglobato' negli spogliatoi dell'adiacente campo sportivo, costruiti praticamente sulla ex sede ferroviaria. Nel Marzo del 1990 viene definitivamente soppressa la linea per Barletta Marittima e da più parti si torna a parlare di una possibile chiusura della linea Spinazzola - Barletta, volontà testimoniata dalla comparsa di numerosi autobus sostitutivi in orario. La notizia non lascia però indifferenti le popolazioni dei comuni serviti dalla linea (Spinazzola, Minervino Murge e Canosa di Puglia) che iniziano a condurre un'aspra battaglia civile contro la decisione di chiudere la tratta. Le proteste, una volta tanto, hanno successo, ed inducono le FS ad abbandonare i proposito di chiusura. Nel 2003, il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia (soggetto promotore del Patto Territoriale Nord Barese Ofantino), in coincidenza al cinquantenario di fondazione (1953-2003), ha aperto nella fermata di Canne della Battaglia, d’accordo con Trenitalia nel quadro del “Progetto Nuovi Orizzonti - Canne della Battaglia Terzo Millennio” un proprio punto di assistenza turistica ed annessa base operativa, a disposizione del pubblico tramite l’impiego di giovani esperti in servizi per l’archeologia ed il turismo, che ricevono, accolgono e guidano in visita qualificata i gruppi organizzati desiderosi di un tuffo nel passato a bordo del treno dell’archeologia, autentica riscoperta di un territorio che non finisce mai di stupire davvero. Dal 21 al 28 agosto 2004, la linea festeggia in grande stile il suo importante “compleanno” con una fitta serie di manifestazioni fra turismo, archeologia, ambiente e riscoperta del territorio curate da Enti locali ed Associazioni sotto l’Alto Patrocinio della Presidenza della Giunta e del Consiglio Regionale. Il debutto Sabato 21 agosto alle ore 19,00 nei rinnovati ambienti della stazione di Spinazzola con l’inaugurazione della Mostra documentaria ed iconografica promossa in occasione del 110° anniversario della Ferrovia da Comune di Spinazzola, Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana, Pro Loco di Spinazzola e Dopolavoro ferroviario di Foggia - Spinazzola.
A conclusione della settimana, Sabato 28 agosto alle ore 18.07 parte da Barletta il convoglio turistico battezzato “Il Treno dell’Archeologia e dell’Ambiente nella Valle dell’Ofanto” con a bordo lo speciale sportello per l’annullo filatelico viaggiante (il primo mai emesso da Poste Italiane in Puglia) e la cartolina commemorativa a colori in occasione del 110° anniversario della Ferrovia Barletta - Spinazzola (1894-2004) e del 50° anniversario della Stazione di Canne della Battaglia (1954-2004), unica struttura di tutta la rete ferroviaria nazionale a servire un sito archeologico di fama mondiale. Sulle due motrici del treno viaggia anche un altro importante “ospite d’onore”, la Mostra fotografica sulle radici dell’Archeologia in Valle d’Ofanto, organizzata a cura del Prof. Giuseppe Savasta, ricercatore ed autore di apprezzati testi storico-scientifici sull’argomento. Nel 2005 sono in corso, a cura di RFI, lavori di manutenzione che consistono nel risanamento della massicciata. L'impegno e l' attaccamento delle popolazioni locali hanno fatto rifiorire una ferrovia troppo frettolosamente etichettata come "ramo secco" facendola diventare un 'importante risorsa per i territori attraversati. L' impegno del Comitato Pro Canne della Battaglia non solo ha trasformato quello che era un semplice casello in una vera e propria porta d' accesso all' area archeologica, ma quotidianamente si batte e si impegna con successo per la salvaguardia della linea ferroviaria. Attualmente il servizio è svolto dalle ALn 668.1900 del DL di Foggia, normalmente isolate, salvo alcune corse nelle ore di punta effettuate con due elementi. La linea inoltre, è una delle ultime della rete RFI ad avere ancora nelle stazioni segnalamento ad ala semaforica ed esercizio mediante Dirigenza Unica

ALn 668 in sosta nella stazione di Spinazzola,in attesa di riprendere servizio

Si ringraziano: il forum di Amiciteni.net, il Comitato Pro Canne della Battaglia e Trenitalia SpA, Direzione Trasporto Regionale Puglia, nella persona del Sig. Filippo Fidelibus, per la cortese collaborazione e le preziose informazioni fornite.


Esercizio e dati Tecnici:

Data di apertura:  20/09/1912
Data di chiusura: 31/12/1985 diramazione Spinazzola - Spinazzola Città
Lunghezza:  Km 65+682
Binario: singolo non elettrificato
Pendenza: 12 x 1000
Stazioni/Fermate: 2/1
Passaggi a livello: 19
Esercizio:  Dirigente Unico (sede Spinazzola)
Compartimento RFI:  Bari (FL 137)
Note:  Le corse degli autobus sostitutivi effettuano fermata a Spinazzola Città; Stazioni di Canosa di Puglia e Minervino Murge impresenziate e munite di deviatoi tallonabili

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