Linee Ferroviarie
(Sud)
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Negli anni '30 una nuovissima "littorina" della serie ALn 56 è appena arrivata nella stazione di Lioni |
La
ferrovia Avellino - Rocchetta Sant'Antonio ha svolto, sin dalla sua costruzione,
un ruolo primario
nei collegamenti tra i centri dell'Irpinia interna, ruolo che ha mantenuto
fino a quando il trasporto
su gomma non ha preso il sopravvento. In particolare l'apertura
della statale Ofantina ha consentito un collegamento veloce
fra Avellino, l'autostrada Napoli-Bari e l'area di Lioni, Morra
De Sanctis, Nusco e Conza. La
storia, più che centenaria, di questa linea inizia nel lontano 1868,
quando nella sessione del consiglio provinciale di Avellino si iniziò
a discutere di un collegamento ferroviario sviluppandosi lungo
le valli del Calore e dellOfanto, costituisse lincontro naturale
di regioni geograficamente lontane dalle linee di Avellino, Benevento, Salerno,
Foggia e Potenza.
L'argomento, data l'importanza del collegamento, fu molto elaborato, e non
poche risultarono le polemiche sul genere di ferrovia da scegliere e soprattutto
nella individuazione e definizione del tracciato. La proposta, elaborata
presso la Provincia, traeva la sua ragion dessere da una serie di
atti realizzati dalla propria rappresentanza legale, che pur abolendo la
linea di Conza, ne aveva conservato i lavori già realizzati, come
il tratto della linea Foggia - Candela.
Cotesto tronco sentimentale - come lo chiamò lillustre relatore
di quel disegno di legge - esprimeva più che una promessa alle danneggiate
popolazioni, perché presto vi sarebbe stato il suo prolungamento razionale,
sia allincontro della ferrovia Potentina del Basento (che la legge del
25 agosto 1863 n°1440 aveva decretata), sia per risalire la vallata dellOfanto,
oltre la Fiumara dAtella, sia per inoltrarsi nelle valli di Venosa o di
Altamura, insino a Gioia. Dallo sconforto provocato dalla legge del 1865 e,
dalle pubblicazioni sulle ferrovie economiche degli ingegneri Billia e Cottrau,
si originò una discussione molto accesa sul tipo di linea da scegliere.
Alla fine su tutte prevalse lidea di una ferrovia economica.
Naturalmente per la realizzazione della ferrovia furono
presentate delle offerte. A cominciare dal quella del De Nobili, Smith e C.
Ma, per il momento non si andò oltre i progetti. Nel 1869 si ritornò
a parlare ancora della questione ferroviaria. A farlo fu la Gazzetta del Popolo
in un articolo datato 13 febbraio. "...Parleremo noi ancora della necessità
che ha questo capoluogo dun tronco ferroviario che gli ridoni lo smarrito
commercio. Gitteremo ancora dinanzi ai nostri lettori il quadro desolante delle
nostre miserie e delle nostre calamità derivanti dalla mancanza di questa
strada che da lungo tempo, col sibilo della locomotiva avrebbe dovuto annunziare
allagro Irpino il risvegliarsi delle industrie, la comunicazione colle
Provincie finitime, il concorso dei forestieri, lo scambio delle derrate, la
civiltà e il benessere del suo popolo? Il popolo Irpino non intende certamente
che la sventura toccata a lui, debba colpire le altre Provincie,ma il popolo
Irpino ha il sacrosanto dritto di rivolgersi al Governo del Re e dirgli che
se lo si vuol considerare come parte del Regno dItalia, come frazione
che paga come le altre
ragione vuole che nella ripartizione degli utili
lo si debba equiparare alle altre"
Nel 1884, finalmente, fu nominata una Commissione Governativa presieduta
dal commendator Ferrucci con il preciso incarico di determinare in maniera corretta
il tracciato più conveniente per la ferrovia Avellino - Ponte Santa Venere.
Passarono solo pochi anni e finalmente, il 21 giugno del 1888, per effetto della
convenzione approvata il 20 luglio dello stesso anno, il ministro Saracco affidava
alla Società delle Strade Ferrate del Mediterraneo la costruzione della
linea. La costruzione non si rivela una facile impresa, anche a causa della
difficile conformazione del territorio e della mancanza di vie di comunicazione,
tanto che viene realizzata una tranvia a vapore con scartamento ridotto 750mm
tra Paternopoli e Montemarano per permettere il trasporto dei materiali di costruzione.
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La stazione di Montemarano, in una cartolina d'epoca, così come si presentava prima del sisma del 1980 |
Finalmente il 27 ottobre 1895, dopo ulteriori anni di discussioni e sollecitazioni da parte dei comuni interessati, viene inaugurata la linea ferroviaria Avellino - SantAngelo dei Lombardi - Rocchetta - Ponte Santa Venere lunga 118 Km. Sono anni importanti, il nuovo mezzo di trasporto riscuote subito il favore della gente che tanto aveva lottato per avere questa ferrovia. e non è solo trasporto passeggeri. Anche le merci trovano nella ferrovia il mezzo di trasporto ideale. La situazione rimane più o meno stabile anche con l'arrivo del nuovo secolo. La grande rivoluzione avviene negli anni'30: come ben è noto il Governo Italiano fece delle ferrovie il nuovo vanto, con un programma di ammodernamento che interessò anche le linee secondarie. Sono gli anni delle "Littorine", le ALn56 che anche su questa linea diventano protagoniste quasi assolute dei treni locali, lasciando alle macchine a vapore (in genere le infaticabili ed onnipresenti locomotive del Gr. 740) i treni più affollati e i treni merci. Il debutto dei nuovi e moderni mezzi sulla nostra ferrovia avviene il 24/08/1933, e sin da subito l'allora elevata utenza sembra apprezzare la novità. Sono anni di splendore, ma tempi bui si profilano all'orizzonte. La bufera della seconda guerra mondiale investe solo leggermente la nostra ferrovia, che si trova però a fare i conti, come gran parte delle altre linee, con i razionamenti di carburante. Scomparse le automotrici i (pochi) treni sono affidati interamente alla trazione a vapore. Passata la guerra si avvertono i primi segni di crisi per la Rocchetta - Avellino, e non tanto per la nascente concorrenza dei servizi su gomma che, complice una rete stradale ancora inadeguata, ancora non possono fare grande concorrenza al treno, ma per il triste fenomeno dell'emigrazione che causò lo spopolamento di moltissimi paesi. Per tutti gli anni '50 (e anche i primi anni '60) il treno sarà il compagno di viaggio per moltissimi irpini che lasceranno i propri paesi di origine in cerca di un futuro migliore, spesso nell'industrializzato nord o oltreoceano. E così, giorno dopo giorno, si ripetono le scene di addii, ma anche di gioia per i brevi rientri degli emigranti. In questi anni le ormai anziane ALn56 lasciano il posto alle ALn556, mentre si fanno sempre più radi gli sbuffi di fumo, ormai limitati ai residui treni merci. Sono ancora anni d'oro della ferrovia: nonostante il boom economico la rete stradale è ancora del tutto inadeguata, e comunque, del resto, sono ancora poche le persone che possono permettersi un'automobile. Inizia però a farsi sentire quello che negli anni a venire sarà uno dei punti di debolezza della ferrovia: l'eccessiva distanza delle stazioni dai centri abitati. Verso la fine degli anni '60 nuovo cambio della guardia nei treni passeggeri: le ALn556 cedono il posto alle ALn 880 e alle ALn 990. Scompare anche ogni residuo di trazione a vapore. Sono le nuovo locomotive diesel ad assicurare la trazione agli ormai sempre più rari treni merci. Agli inizi degli anni '70 viene decisa la realizzazione di un lago artificiale nella zona di Conza, sbarrando con una diga il corso del fiume Ofanto. Il lago, una volta realizzato, avrebbe interessato anche il tracciato della ferrovia. Per tanto si decise di realizzare una variante che avrebbe permesso di aggirare il nuovo lago. Un durissimo colpo alla linea lo dà però il sisma che nel 1980 colpisce la zona dell'Irpinia: oltre ai gravissimi danni ai vari centri abitati si registrano gravissimi danni anche alla ferrovia, con crolli dei FV delle stazioni. La linea rimane interrotta nel tratto Conza - Avellino. Con la ricostruzione post-terremoto (ancora oggi non conclusa...)inizia il lento declino della linea: in attesa che vengano stanziati i necessari fondi le stazioni vengono ricostruite "provvisoriamente" con prefabbricati. Come spesso è accaduto in Italia il provvisorio si trasforma ben presto in definitivo, ed i prefabbricati sono ancora al loro posto, a sostituire FV che con molta probabilità non verranno mai più costruiti. Il sisma ha provocato distruzioni di interi paesi che a mano a mano si spopolano sempre di più. A tutto questo si aggiunge il fatto che in questo periodo vengono decise tutta une seria di migliorie alla rete stradale con strade e superstrade che spuntano come funghi ovunque...Tutto questo non lascia ben sperare nel futuro della linea....Però, intanto, viene inaugurata la variante di Conza e nel 1984, all'inaugurazione della nuova Stazione di Avellino, le autorità intervenute promettono, oltre ad ulteriori fondi per la ricostruzione dei centri colpiti dal terremoto, anche un potenziamento di tutte le linee ferroviarie dell'Irpinia, addirittura venne annunciato che Avellino sarebbe divenuta il centro dei collegamenti ferroviari tra Roma e Napoli con Bari, Foggia, Lecce...
Dopo il sisma del 1980 numerose stazioni sono andate distrutte e sono state ricostruite con prefabbricati, tutt'altro che accoglienti: qui vediamo la stazione di Montemarano come si presenta al giorno d'oggi |
Promesse purtroppo vane. Non arrivarono mai nè i soldi per la ricostruzione, nè Avellino divenne il grandissimo nodo ferroviario ipotizzato. Però viene realizzata la nuova stazione di Conza (sul tratto in variante) dotata anche di rimessa locomotive ed alloggi per i ferrovieri (esisteva un treno serale che limitava a Conza). Inutile dire che tutta questa moderna struttura, oltre ad essere assolutamente sovradimensionata, venne utilizzata solo per pochissimi anni. In questi anni si assiste ad una timidissima rinascita del traffico merci, con treni Avellino -S. Angelo dei Lombardi, un merci raccoglitore che percorreva la linea in "appena" 7 ore. Un primo raccordo in linea con complessi industriali esisteva a Pisciolo, dove venne creata una fermata appositamente per il raccordo con le locali industrie estrattive, oggi dismesso. Un secondo raccordo venne creato invece negli anni '80 con la zona industriale di Taurasi, ma anch'esso ebbe vita breve, sebbene sia ancora esistente ed abbastanza efficiente allo stato attuale. E intanto, complici orari sempre più assurdi, la ferrovia è abbandonata da un numero crescente di utenti. Passano gli anni e la Rocchetta - Avellino resta sempre uguale, ora ci sono in servizio le ALn 668.1800, e gli unici interventi riguardano l'installazione di deviatoi tallonabili nelle stazioni per permetterne l'impresenziamento (la linea è gestita in DU e tale rimarrà fino al 2000). Il 19 novembre 1995 la linea torna per un giorno alla ribalta: viene infatti celebrato il centenario, con grande entusiasmo da parte di tutti i cittadini interessati dall'intera tratta. Un treno a vapore, affidato alla 740.436 del DL di Roma San Lorenzo percorre l'intera linea. Il ritardo dei festeggiamenti avvenne a causa della difficoltà a reperire i 17 milioni richiesti dal comitato organizzatore composto da Comuni, Dopolavoro FS di Lioni e Cassa di Mutualità di Teora. Il treno fermò nelle stazioni di Taurasi, Castelfranci, Montemarano, Montella, Bagnoli, Nusco, Lioni, Conza-Andretta-Cairano e Calitri. Ci furono anche aspre polemiche per la mancata sosta a Morra De Sanctis, paese natale del celebre letterato che tanto si batté per la costruzione della linea. Passato l'entusiasmo della festa si ritorna alla vita di sempre, con treni spesso desolantemente vuoti e orari sempre più assurdi, fatti apposta per scoraggiare l'uso del treno. Gli ultimi orari vedono un servizio praticamente ridotto al minimo, con una sola coppia di treni che percorre l'intera linea e due coppie limitate a Lioni...ad orari praticamente assurdi, tanto che l'utenza fissa è rappresentata solo da studenti. Finora la linea non è stata ancora chiusa del tutto perchè la Regione Campania e diversi enti ogni tanto ne vogliono la riqualificazione, mentre ultimamente, con la nascita del servizio Metrocampania che intende trasformare tutta la rete trasporti regionale in un servizio altamente integrato, si è parlato nuovamente di riqualificazione della linea. Forti pressioni vengono anche (per fortuna) anche dalle popolazioni e dagli amministratori dei vari comuni attraversati dalla ferrovia, che da alcuni anni si battono per il recupero della linea. Per evitare una eventuale soppressione della linea, segnalata da più parti, l'Amministrazione Comunale di Castelfranci (uno dei centri serviti dalla ferrovia) rappresentata dal Sindaco Avv. Vincenzo Pacifico, in data 8 Giugno 2002 ha inteso promuovere un incontro-dibattito presso la sede consiliare, avendo ad oggetto: "La Ferrovia del De Sanctis, idee di un rilancio possibile". Hanno partecipato eminenti personalità politiche, studiosi ed i sindaci dei comuni interessati, concludendo l'incontro-dibattico con un documento regolarmente sottoscritto, mettendo in evidenza la valenza della predetta tratta per l'economia irpina, facendo voti al governo e tutti gli organi competenti per l'adeguamento della stessa, alle esigenze moderne del territorio, invitandoli all'impegno affinché la tratta ferroviaria Avellino - Rocchetta S. Antonio sia potenziata attraverso il collegamento tra il Tirreno e l'Adriatico, considerato che la stessa attraversa una decina di nuclei industriali. Inoltre una delibera regionale, quella relativa a Metrocampania, ha stanziato circa 4 miliardi di euro per il trasporto regionale: di questi circa 780 milioni di euro sono destinate a diverse opzioni di sviluppo dove entrano anche la riqualificazione della Avellino - Rocchetta. La linea avrebbe anche una grossa potenzialità dal punto di vista turistico per varie ragioni: la bellezza dei paesaggi immersi lungo l'Ofanto, il Parco letterario "Francesco De Sanctis" a Morra De Sanctis, l'area del Taurasi unico vino DOCG della Campania e del Sud, l'area archeologica di Conza della Campania, l'area della castagna DOC di Montella, l'area industriale di Morra De Sanctis (dove lavorano diverse persone di Lioni)... insomma è davvero un peccato portarla alla chiusura. Dinverno la neve blocca spesso la statale, non blocca invece la ferrovia! Per cui paradossalmente il treno diventa, in alcune giornate, l'unico mezzo di trasporto in alcune aree. Per il momento la chiusura sembra evitata, ma il futuro non lascia, per il momento, prevedere nulla di buono...Intanto, con la chiusura delle scuole, la linea è, come molte secondarie, in...pausa estiva, ed RFI ha in programma alcuni inderogabili lavori di manutenzione. Segno, forse, di un seppur minimo interesse. Interesse mostrato anche da diversi appassionati e popolazioni locali, che parteciperebbero volentieri ad un treno speciale che dovesse percorrere la linea...Le tracce orarie ci sono, il pedaggio richiesto da RFI non è nemmeno elevato, ma tutto si arena davanti ai prezzi di Trenitalia. La somma richiesta per far circolare una semplice ALn 668 sulla linea è tale da scoraggiare al momento qualsiasi iniziativa. Nel 2004 sono stati finalmente intrapresi, da parte di RFI, importanti lavori di risanamento della sede ferroviaria tra Lioni e Rocchetta S. Antonio Lacedonia, che di fatto hanno diviso la linea in 2.
Una ALn668.1800 isolata ha appena lasciato la stazione di Montella |
Terminati i lavori, la situazione della linea è rimasta praticamente immutata, con l'unica novità negativa della soppressione dei treni R3398 in partenza da Avellino alle ore 16:05 e diretto a Lioni, con arrivo alle 17:30 e R3397 delle ore 17:40 da Lioni, con arrivo ad Avellino alle 19:15 a causa dei tagli al trasporto locale decisi dalla Regione Campania. Di contro c'è da registare un nuovo interesse da parte degli enti locali per un rilancio turistico della linea, interesse che si è manifestato con il treno speciale denominato "treno irpino del paesaggio" effettuato il 5 settembre 2010, che oltre ad aver visto un discreto numero di viaggiatori ha avuto anche il merito di riportare, dopo tanto, un treno festivo, su questa linea. Purtroppo i recenti tagli al trasporto locale si sono fatti sentire pesantemente sulla Avellino - Rocchetta. Allo scopo di ottimizzare risorse, risparmiare soldi e non penalizzare le linee a maggior traffico, con l'entrata in vigore dell'orario invernale 2010-2011, a partire dal 12 dicembre 2010 sono scomparsi tutti i treni sulla Avellino - Rocchetta,sostituiti da una coppia di autobus Avellino - Lioni. Per il futuro si parla di ripetere l'esperienza dei treni turistici,visto il successo avuto da quelli effettuati. Una ripresa del servizio viaggiatori allo stato attuale appare difficile,anche per la scarsità del bacino di utenza attraversato, ed un certo disinteresse da parte della Regione Campania. Anche se,come insegna l'esperienza della Merano - Malles, qualora il treno venga realmente integrato al vettore su gomma e gli orari vengano calibrati alle reali esigenze dell'utenza, anche un ramo secco può rifiorire.
Esercizio e Dati Tecnici:
Apertura: | 27/10/1895 |
Lunghezza: | Km 118+720 |
Binario: | singolo, non elettrificato |
Pendenza: | 25 X 1000 |
Stazioni: | 11 |
Fermate: | 14 |
Passaggi a Livello: | 53 |
Esercizio: | CTC/DCO (Sede Avellino) |
Compartimento RFI: | Napoli (FL 128) |
Note: | lunghezza massima dei treni ammessa: m. 275.
Il servizio è attualmente sospeso |