Linee Ferroviarie


La ferrovia Terni - Rieti - L'Aquila - Sulmona


A partire dal 2008 le ALn 776 della FCU hanno preso in carico i servizi Terni - L'Aquila al posto di Trenitalia. Nella foto la ALn776.011 FC in arrivo a Rocca di Corno diretta a L'Aquila il 31/01/09

I primi progetti per la costruzione di una ferrovia che, collegando l'Adriatico al Tirreno, togliendo dall'isolamento risalgono alla metà del 1800, più precisamente al maggio del 1853 quando il barone Panfilo de Riseis presentò il progetto di una ferrovia a doppio binario sul seguente percorso: Napoli, Aversa, Piedimonte d'Alife, Castel di Sangro, Lanciano, Ortona, Pescara, con diramazioni per Teramo, Popoli e Sansevero. Dopo uno studio di andamento, costo ed utilità, effettuato dagli ingegneri Vincenzo Antonio Rossi e Giustino Fiocca, si ottenne anche, nel 1856, la concessione da parte del Sovrano, ma la possibilità che tale linea fosse costruita con capitali stranieri fece irrigidire i Borboni che non volevano scossoni al loro delicato momento di reggenza, e così non se ne fece nulla. L'Abruzzo si affacciava così all'unità d'Italia senza avere neanche un chilometro di ferrovie. Seguirono anni di studi, discussioni, progetti di linee mai realizzati, polemiche tra i vari municipi. Ma intanto la città di Terni attendeva fiduciosa l'arrivo dei binari da Roma, la linea Adriatica veniva aperta all'esercizio e l'idea di una grande Centrale Italiana, parallela alle due coste, trovava sempre più sostenitori ed anche apprezzamenti dal punto di vista militari, in quanto una simile linea ferroviaria sarebbe rimasta indenne in caso di attacchi dalle coste. Lo scopo di questa linea era di collegare il nord al sud passando per l'interno. Il percorso dall'Umbria all'Abruzzo era già in grandi linee tracciato dall'andamento del terreno, l'unica difficoltà era nel superare il dislivello delle Marmore da Terni a Rieti, che provocò studi e discussioni per molti anni a seguire. Finalmente con la legge n.5828 del 20.8.1870 si ebbe la concessione per la realizzazione della ferrovia Terni - Pescara. I lavori nel tratto Pescara - Popoli ebbero inizio nel luglio del 1871 e si conclusero in due anni. I lavori procedettero abbastanza celermente, tanto che il 1 Novembre 1873 la ferrovia raggiunse Sulmona e il 10 Maggio 1875 venne solennemente inaugurata l'intera linea Sulmona - L'Aquila. Seguirono anni di progetti e discussioni per realizzare una linea più diretta, un collegamento veloce con Roma, con il mare (ma nel frattempo, il 28-7-1888 veniva aperta la ferrovia Roma - Sulmona - Pescara), con Avezzano (venne progettata una linea a scartamento ridotto 950 mm L'Aquila - Rocca di Mezzo - Avezzano), anche per contrastare le nascenti autolinee.

In questa cartolina d'epoca degli anni '60 vediamo una ALn 556 in sosta nella stazione di  Antrodoco 

Antrodoco

Ma tutti i progetti non videro mai la luce, in compenso lo scoppio della prima guerra mondiale fermò il proliferare di autolinee, ma non migliorò la situazione della Terni - L'Aquila - Sulmona, che anche dopo il passaggio alle FS continuava ad essere interessata da pochi e lenti treni. Unica novità di rilievo, l'introduzione, a partire da 26/7/1919 di due servizi diretti Roma - L'Aquila e viceversa espletati con una carrozza di 3 Classe ed una mista di Prima e Seconda. Ma erano i servizi locali ad essere lenti e scomodi, con il record negativo del misto 6458, che nel 1920 partiva da Sulmona alle 16.30 ed arrivava a L'Aquila alle 20.25, ad una velocità media di 15,3 Km/h. Il ventennio era però alle porte, e il clima di generale riorganizzazione e potenziamento della rete ferroviaria nazionale, interessò anche la Terni - L'Aquila - Sulmona, dove vennero rinnovate numerose opere d'arte. Il 1933 riserva una grande novità in campo ferroviario: viene introdotta la "littorina", mezzo leggero (automotrice), dotato di motore a combustione interna (a benzina o diesel), ottima accelerazione e gran confort. Sulla Terni - L'Aquila - Sulmona, questo nuovo mezzo venne introdotto nel 1936 e subito il servizio ne risentì positivamente, con aumento della velocità media e del numero di corse, con il record del 1937 con nove coppie di treni in orario. Ma l'apice lo si raggiunse con l'orario estivo del 1939 quando vennero introdotti i Rapidi estivi (effettuati con automotrici) tra Terni e L'Aquila: la coppia, denominata R 707/706, effettuava l'intero percorso in due ore precise (fermando solo a Rieti) alla velocità media di 52 Km/h...un record che era destinato a rimanere imbattuto per lunghi anni. Sempre nel 1939 viene attivata la fermata di Cotilia: si tratta di casello, già esistente, posto a protezione del PL Km 178+118. Il periodo di splendore durò poco, la Seconda Guerra mondiale era ormai alle porte, e con i primi razionamenti di carburante le automotrici restano confinate nei depositi, lasciando il posto alle locomotive a vapore, che dal 1941 torneranno ad essere padrone dell'esercizio. La bufera della seconda guerra mondiale investe in pieno la linea, che viene a trovarsi proprio a cavallo del fronte. I danni sono ingentissimi, tanto che di 164 Km di linea ne rimangono in funzione solo 24, tra le stazioni di Antrodoco e Rieti. Ma la volontà di ricostruire e tornare alla normalità è forte, tanto che finita la guerra si iniziano subito i lavori di ricostruzione, e dal 7 ottobre 1946 i treni possono tornare a circolare tra Terni e L'Aquila. Sono accelerati composti da sole vetture di terza classe, trainati da locomotive a vapore che impiegano ben cinque ore a coprire il percorso (104 Km circa), sbuffando ed ansimando sulle impegnative rampe di Marmore e Sella di Corno.Il servizio non è dei migliori, ma l'importante è aver riaperto la linea, inoltre nella situazione disastrosa in cui si vennero a trovare le FS al termine del conflitto di meglio non si poteva chiedere. Altre buone notizie arrivano dalla tratta per Sulmona, anche essa gravemente danneggiata. I lavori iniziano nel febbraio del 1946 e vengono conclusi in soli 10 mesi. Nel mese di Agosto riapre il tratto L'Aquila - Beffi, prontamente utilizzato per trasportare in treni i prodotti della campagna saccarifera, mentre il 23 dicembre 1946, una ALn 56 compie il viaggio inaugurale sulla riaperta tratta L'Aquila - Sulmona. I lavori di ricostruzione possono dirsi quasi completati, manca solo di terminare il nuovo FV di Sulmona, che verrà completato ed inaugurato nel 1948. Completata la ricostruzione si torna alla normalità, ed il servizio torna ad essere quasi esclusivamente assicurato da mezzi termici, ad eccezione degli accelerati aventi in composizione la carrozza da/per Roma ed una coppia di accelerati L'Aquila - Sulmona. Nel 1955 si assiste alla nascita di relazioni dirette Terni - Sulmona - L'Aquila e Pescara - Sulmona - Terni - L'Aquila. Il 3 Giugno del 1956 la terza classe viene mandata in pensione, e tutte le automotrici vengono riclassate di 1^ e 2^. Nell'estate del 1957 ed in quella successiva vede luce un collegamento diretto L'Aquila - Ancona, che però non raccoglierà mai eccessivi consensi da parte del pubblico. Nel 1959 scompare il treno notturno con le carrozze dirette per Roma Termini, e con esso termina anche la trazione a vapore per i treni passeggeri sulla Terni - L'Aquila. Ma il capoluogo abruzzese protesta e richiede un nuovo collegamento diretto con Roma, che possa essere espletato in giornata. Inizia così la grande avventura del direttissimo L'Aquila - Roma Termini, denominato "Freccia del Gran Sasso" Esso caratterizzerà per molti anni la Terni - L'Aquila, ma non contribuirà a risolvere di molto il problema dei tempi di percorrenza. La "Freccia del Gran Sasso" era quanto di meglio potesse offrire all'epoca la trazione diesel. Il treno, affidato ad una coppia di ALn 668 o 873 del DL di Roma San Lorenzo, riusciva a coprire l'intero percorso in circa 5 ore. Ma a parte questo quasi nulla era mutato nei collegamenti locali: il servizio era affidato alle ALn 56 o 556, con otto coppie di treni L'Aquila - Sulmona e nove sulla relazione Terni - L'Aquila. Il tutto integrato da alcune relazioni dirette Sulmona - Orte e Terni - Pescara (nel 1954 l'AT 405 Terni - Pescara era prolungato fino a Giulianova). La trazione a vapore, affidata alle ultime macchine attive dei Gruppi 471, 905 e 940 del DL di Sulmona, continua ad essere presente nel servizio merci, mentre per quello passeggeri rimane solo nella coppia di accelerati Sulmona - L'Aquila (2472/2473). La maggior parte del traffico viaggiatori rimane concentrata comunque nel tratto Terni - Antrodoco, dove troviamo 12 coppie di treni giornaliere. Il 1 Giugno 1969, con il nuovo orario, viene istituita un'automotrice diretta L'Aquila - Napoli e ritorno. Il treno,affidato ad una ALn 668.1400, parte alle ore 04.25 e a Sulmona viene agganciato al DD 315 Pescara - Napoli, con arrivo nella Città Partenopea alle ore 10.58. Il ritorno avviene alle ore 18.12 come DD 136 Napoli - Pescara, con arrivo all'Aquila alle ore 23.53 (dopo distacco della ALn 668 a Sulmona). Tale servizio rimane in vita sino al 29 Maggio 1976

Antordoco

La ALn 668.3321 è in sosta ad Antrodoco B.V. per un incrocio sotto una pioggia battente

Gli anni 70 ed i primi anni '80 scorrono abbastanza tranquilli per la linea, che vede scomparire definitivamente la trazione a vapore (alla fine del 1969) e ridurre drasticamente il traffico merci. Nel 1987 scompare un'istituzione della Termini - L'Aquila - Sulmona: con l'orario estivo viene soppressa "La freccia del Gran Sasso" quel treno diretto con Roma, effettuato negli ultimi dalle ALn668.1400, che per anni aveva rappresentato il punto di forza della ferrovia, una vera e propria istituzione x gli aquilani, un treno, a suo modo, passato alla storia, simbolo della voglia di cambiamento e di rinnovamento delle FS del dopoguerra. Sempre con lo stesso orario i treni 8520/8521, Sulmona - l'Aquila, gli ultimi rimasti a materiale ordinario (D343 + carrozze) vengono effettuati da automotrici, a tutto discapito della comodità del servizio. Entrambe le novità non trovano ben disposti gli utenti della ferrovia, che però, in anni di potature selvagge di presunti rami secchi (solo un anno prima l'esimio Ministro Signorile aveva barbaramente soppresso Km e Km di linee ferroviarie.....) fanno buon viso a cattivo gioco...in fondo poteva anche andare peggio...Per tutti gli anni 80 e i primi anni '90 l'Ente FS continua a promettere ambiziosi programmi di ammodernamento per una linea ormai ultracentenaria ma pur sempre importante collegamento, ma nulla si muove. Finalmente, dopo anni di promesse, nell'estate del 1995, viene intrapreso un piano di ammodernamento, con soppressione della Dirigenza Unica, rinnovo dell'armamento ed attivazione dell'esercizio mediante DCO, con sede a L'Aquila. Per aumentare le potenzialità della linea viene anche istituito un nuovo punto d'incrocio, a pochi Km dalla fermata di Stroncone: si tratta appunto del P.M. Stroncone, posto al Km 224+ 555 della linea. Sempre gli anni '90 vedono il ritorno delle ALn 668.1400, che dal DL di Roma San Lorenzo, terminati i servizi sulle linea per Viterbo, vengono mandate al DL di Sulmona. Ma la vetustità di questi mezzi, ormai giunti a fine carriera, ne consiglia il rapido accantonamento. Vita breve, su questa linea avranno anche le ALn 668.1800 di Benevento: la loro scarsa potenza (non sono sovralimentate) ne sconsiglia l'utilizzo sulle impegnative rampe di Antrodoco,e così vengono rispedite al mittente. Restano padrone incontrastate della linea le ALn 668.3300, che a partire dal 2000 vengono riammodernate con nuovi interni ed aria condizionata, grazie al contributo della Regione Abruzzo. Sbuffi di vapore tornano a vedersi nel 2000. In occasione dei 120 anni della linea viene organizzato un treno speciale Sulmona - L'Aquila affidato alla 940.044 del DL di Sulmona, coadiuvata da una D343 di spinta. Nel 2002 sembravano essere imminenti nuovi sbuffi di vapore con un treno speciale, affidato sempre alla 940.044 di Sulmona, ma, difficoltà organizzative hanno rimandato il tutto alla primavera del 2003. Alla fine il tanto agognato treno a vapore viene organizzato nella primavera del 2003, composto dalla 940.044 + 3 carrozze + una D 345 in spinta. Il viaggio, che doveva segnare una rinascita dei treni speciali lungo la linea, per una serie di imprevisti e superficialità organizzative si trasforma quasi in una "farsa": la 940, dopo due anni di inattività, è fuori uso e non può trainare il treno ma viene lasciata in composizione per assicurare l'effetto scenico, mentre l'onore e l'onere di assicurare la trazione verrà assicurato dal D 345 presente in coda. Ma in questo modo il convoglio è al limite della prestazione e, complice anche una giornata piovigginosa con binario reso (molto) viscido dalla pioggia, il convoglio arranca e slitta paurosamente sulle impegnative rampe di Sella di Corno, accumulando ritardi spaventosi. All'arrivo ad Antrodoco, dopo un viaggio effettuato a non più di 30 Km/h, si decide di scartare la 940 e di effettuare il viaggio di ritorno con il solo D 345. Sicuramente non un bello spettacolo, in cui le colpe vanno equamente divise tra organizzatori e Trenitalia/RFI. Per nulla delusi e scoraggiati da questo mezzo insuccesso gli stessi organizzatori annunciano per l'autunno del 2003, in occasione del centenario della linea, ben due treni speciali, di cui uno affidato alla sempre in forma 625.017 di Roma San Lorenzo, treni che però non verranno mai effettuati. Nel 2008 un'importante novità interessa la linea: la Regione Umbria decide di affidare, in via sperimentale, i collegamenti Terni - L'Aquila alla FCU con conseguente rimodulazione degli orari. Il cambiamento di gestione porta sui binari le ALn 776 della Ferrovia Centrale Umbra, relegando le ALn 668 del DL di Sulmona ai collegamenti tra L'Aquila e Sulmona. Se da un lato la variazione comporta un notevole vantaggio per i pendolari della tratta L'Aquila - Terni, che finalmente hanno un orario cadenzato e modulato sulle reali esigenze, con collegamenti diretti Perugia S. Anna - L'Aquila, vengono di contro penalizzati i collegamenti su Sulmona, che non ha più collegamenti diretti con Terni,e complice un pesante disinteresse da aprte della Regione Abruzzo, spesso i treni Sulmona - L'Aquila non sono neanche in coincidenza con i treni FCU per Terni/Perugia. Il nuovo orario invernale, in vigore dal 14/12/2008  porta ulteriori novità sulla linea, con modifiche di alcuni treni tra Terni e L'Aquila per meglio servire i pendolari e con l'istituzione di un collegamento diretto Rieti - Roma sempre affidato alle ALn 776 FCU.  Più ombre che luci nella restante parte della linea, con la sparizione  dei collegamenti L'Aquila - Castel di Sangro. Nessuna novità sul fronte del trasporto merci, praticamente scomparso da anni a causa delle ben note politiche commerciali di Trenitalia CArgo,se si eccettuano sporadici trasporti militari e le tradotte per un raccordo allacciato in linea nei pressi della fermata di Terni Cospea,spesso affidate ancora alle inarrestabili D143 del DL di Terni.

Gli eventi sismici del 6/04/09, che hanno seriamente danneggiato la città a la Provincia de L'Aquila, hanno comportato la sospensione della circolazione sulla tratta L'Aquila - Sulmona. Inoltre a causa dell'inagibilità della palazzina DCO a L'Aquila la linea è attualmente gestita in Dirigenza Locale con tutte le stazioni da Terni a L'Aquila presenziate

Esercizio e Dati Tecnici

Data di apertura: 10 Maggio 1875 (intera linea)
Lunghezza: Km 163 + 498
Binario: singolo non elettrificato
Pendenza: 35 X 1000
Stazioni: 20 + 1 Posto di Movimento (P.M. Stroncone, P.B. 20 Km 224 + 555)
Fermate: 16
Esercizio: DCO (Dirigente Centrale Operativo), Sede L'Aquila***
Compartimento RFI: Ancona
Note:

Tutti i Posti Periferici sono dotati di ACEI semplificati e sono di norma impresenziati e telecomandati dal DCO. I Posti Periferici di Rieti e L'Aquila possono anche operare in regime di stazione Porta Temporanea in Esclusione DCO presenziati da D.M./A.I.. Le stazioni porta di Sulmona e Terni individuano i limiti di giurisdizione del D.C.O. In linea è presente Blocco Conta Assi reversibile con sezione di blocco unica da stazione a stazione.

***Dal 06/04/09 a causa dell'inagibilità della Palazzina DCO de L'Aquila, la tratta Terni - L'Aquila è gestita in Dirigenza Locale.

 

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