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binario
Tecnico Circolazione (Capo Squadra Deviatori)
Umbria
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Inviato il 25/06/2018 : 10:09:02
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quote: Messaggio di alejandro.roma
Le volte in cui mi sono recato a Perugia, il mezzo più utilizzato per spostarmi era il minimetrò, visto che le frequenze feriali degli autobus vanno dai 30' ai 60', nei festivi 60'.
Per incentivare il minimetrò rivoluzionarono tutto il piano urbano di mobilità, spostando bus, modificando frequenze, cercando ove possibile di togliere doppioni, ecc ecc ecc. Cosa saggia e sascrosanta, però evidentente non sufficiente.
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emipaco
Amministratore(Capo Reparto Movimento)
Lazio
15704 Messaggi |
Inviato il 25/06/2018 : 11:39:34
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il punto è stato descritto bene a pag.1
a parte eventi particolari, il flusso di persone che hanno necessità di raggiungere il centro è inferiore alla quantità minima di trasporto necessaria per andare in pareggio.
inoltre, se non mi sbaglio, esiste anche un parcheggio più vicino al centro, dal quale sali utilizzando le sole scale mobili (anche se leggermente più costoso) |
colui che sorride quando le cose vanno male ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa (Arthur Bloch) |
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binario
Tecnico Circolazione (Capo Squadra Deviatori)
Umbria
598 Messaggi |
Inviato il 25/06/2018 : 14:02:05
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Si, infatti.
Perugia era già stata antesignana della mobilità alternativa negli anni ottanta, istituendo un sistema di scale mobili che da Sant'Anna/Piazza dei Partigiani salisse all'Acropoli, istituendo, nel corso degli anni, tutta una serie di parcheggi intorno, a raccolta dei servizi su gomma e su ferro che arrivavano ai piedi del colle.
A livello di mobilità urbana però, soprattutto se intendiamo quella lavorativa, il centro non è più il fulcro della città, anzi soffre terribilmente come tante altre realtà la crisi di un decentramento che si è istituito nel corso degli anni. Agli inizi del novecento le industrie del capitalismo perugino erano cmq in città, intorno alla stazione di Fontivegge (Perugina, Spagnoli), oltre che a Ponte San Giovanni (Buitoni, Ponte). Le relazioni tra il centro, la zona maggiormente abitata, e la stazione, erano giustamente prioritarie (non a caso fu costruita anche una tramvia che poi divenne filovia poi ... via)
Oggi, se guardiamo l'area industriale perugina, essa si estende a croce con Ponte San Giovanni/ Collestrada nel mezzo ..da un lato si parte da Ellera-Corciano a Bastia, dall'altra da Balanzano alle varie Ponte Pattoli/Felcino ... come a dire che alcune zone nevralgiche (vedi Ellera) non sono nemmeno "Perugia" essendo altro comune. Non a caso, zona PSG dove si incrocia la Orte - Ravenna con la Foligno - Perugia - Valdichiana, in diverse zone del giorno è bloccata. Paradossalmente, per molti lavoratori, forse avrebbe fatto più comodo una integrazione e potenziamento dei servizi ferroviari esistenti tra FS e FCU, con dei treni che da Ponte Pattoli andavano ad Ellera/Corciano (per fare un esempio) andando a servire anche l'ospedale regionale Silvestrini. Ma se io da Ponte Pattoli prendo il treno, cambio a Ponte San Giovanni, cambio a Fontivegge con il minimetrò, probabilmente se devo salire in centro, prendo la mia auto e salgo direttamente a Piazza dei Partigiani, non vado ad arrivare a Pian di Massiano per salire a Corso Vannucci. L'esplosione demografica dell'ultimo quarantennio di regionalismo (esplosione che, si badi bene, non è stata associata a nessun sviluppo industriale, l'unica realtà cresciuta, a parte gli uffici regionali è l'università che sappiamo alimentare una grande economia in nero) ha complicato la geografia di una città che si è sparpagliata su diverse direttrici spesso scollegate tra loro.
Poi c'è anche da dire, in sintesi, che nei progetti del minimetrò c'era anche una seconda linea che doveva intersecarsi alla prima costruita, creando una sorta di effetto metropolitana con un punto di interscambio tra le due reti, mi pare proprio al Pincetto, la c.d. fermata sul colle ai piedi del centro. Tale linea doveva partire da Monteluce (dove stanno costruendo il nuovo quartiere sui resti del vecchio ospedale cittadino) per arrivare al nuovo ospedale Silvestrini. Magari, all'epoca il business plan fu redatto proprio tenendo conto di questa seconda arteria, per cui si presumevano "altri" flussi (in ragione dell'ospedale appunto). Fatto sta che, a distanza di anni, col buco generato dell'esistente minimetrò, nessuno si azzarda più a parlare di costruire anche la seconda linea. Intanto quella esistente è in costante perdita.
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alejandro.roma
Professional Senior(1° Aggiunto di Reparto)
Lazio
13094 Messaggi |
Inviato il 25/06/2018 : 15:08:05
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Il capolinea di Pian di Massiano ha una sua logica, come lo stesso si può dire, per esempio, del parcheggio scambiatore con l'A1 della linea 1 del tram fiorentino a Scandicci, pensato per chi proviene dal raccordo autostradale Bettole Perugia. Chi decide di addentrarsi in auto fin dentro la città per raggiungere altri parcheggi, libero di farlo, non è convenientissimo.
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*************************************** I mezzi su rotaia sono i migliori mezzi di trasporto pubblico
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Modificato da - alejandro.roma il 25/06/2018 15:09:27 |
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binario
Tecnico Circolazione (Capo Squadra Deviatori)
Umbria
598 Messaggi |
Inviato il 25/06/2018 : 16:39:48
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Il parcheggio di Pian di Massiano ha una sua logica anche indipendentemente dal minimetrò, visto e considerato che laggìù c'è tutta l'impiantistica sportiva di Perugia (stadio e palasport dove si tengono bei concerti, oltre a una squadra volley campione d'Italia) e ci fanno anche la fiera. Per gli eventi che si tengono laggiù e che non di rado coinvolgono in zona migliaia di persone, con un grande coinvolgimento di una mobilità extra-urbana, quel parcheggio ha una sua logica a prescindere anche dal fatto che li parta il minimetrò per il centro. Questo però non equivale a dire che, a seconda della parte della città da cui provieni, e verso la quale vuoi andare, i perugini reputino conveniente magari fare tutto il giro della città per andare a parcheggiare li e prendere il minimetrò. Né che, le direttrici di traffico principali dei perugini passino necessariamente per quell'asse e coinvolgano sempre e cmq il centro.
Si badi bene, non si discute il mezzo (a me piace e lo prendo sempre quando vado a Perugia in centro, sia che venga col treno che anche con l'auto), si mette in discussione la convenienza dello stesso in relazione al complesso della mobilità cittadina.
Da un punto di vista tecnico, il minimetrò riesce a colmare l'isolamento storico della stazione rispetto al centro città, a cui si poteva ovviare soltanto coi bus. Da quel punto di vista, tecnicamente parlando, il risultato è ineccepibile. Il problema è che è persino troppo efficiente rispetto a quelle che sono le esigenze di mobilità ordinarie da stazione e da pian di massiano al centro, e questa efficacia ha un costo non sostenibile, se non viene sfruttata e convertita in biglietti/denaro. Avere tante navette che ogni minuto ti portano in centro ha un costo. Se tante di queste navette girano vuote o con due persone dentro difficilmente quel costo si ammortizza. Vorrei che fosse chiaro questo concetto. Mi pare evidente, sia da quel che i miei occhi hanno spesso visto che, soprattutto, dai conti perennemente in rosso, che allo stato attuale sia un mezzo con forti criticità di economicità, o, se vogliamo, un lusso difficile da mantenere.
Poi, si può anche fare un altro ragionamento. Se un domani lo prende Trenitalia/Busitalia, e viene razionalizzata anche l'offerta ferroviaria nell'hinterland perugino, riuscendo a convogliare molto meglio di quanto non si faccia ora la gente dalle varie direttrici ferroviarie sulla rotta del minimetrò, magari i numeri iniziano a sorridergli. Sappiamo bene come sia difficile conciliare le diverse mobilità che si appoggiano ad attori diversi, se poi viene a mancare una stretegica visione d'insieme in chi governa il territorio.
Oggi Perugia nel suo territorio comunale ha tante di quelle fermate nelle varie linee da fare invidia a tante città di più consistente peso demografico, ma poi i servizi sono pochi e mal assortiti e spezzati. La stessa Foligno - Terontola è una sorta di metropolitana perugina, con tutte le fermate che ci hanno costruito (Università, Capitini, Silvestrini); peraltro sarebbero anche strategiche per alcuni fattori. Ma se poi ci fermano quattro treni passanti serve a poco. Ma se ci inizi a mandare treni da altre parti del comune magari una parte di mobilità si sposta dalla gomma al ferro. Se invece di mandare tutti i treni da Umbertide su a Sant'Anna a Ponte San Giovanni crei un servizio dedicato a spola e servi il resto dell'hinterland perugino (Fontivegge, Università, Silvestrini, Ellera) può essere che qualcuno lascia l'auto e prende il treno.
Ha senso oggi mandare tutti i treni da Terni e Sansepolcro su a Sant'Anna? Oggi come oggi mi sentirei di dire di no. Meglio un servizio a spola sulla diramazione, cui cambiare da ogni direttrice per chi vuol salire in centro da li; e per il resto servizi passanti, tra nord e sud fcu, e/o servizi misti da FCU a RFI nel perugino che creino servizi oggi inesistenti. Anche li, ragionando in casa FCU, anche volendo limitare la ferrovia a mera metropolitana di superficie a servizio del capoluogo, le direttrici cambiano nel corso dei decenni, una volta Sant'Anna era l'unica stazione centrale e tutto il core della città era in centro, ora è tutto intorno e fuori e segue altre direttrici. Anche li, bisogna ripensare tutto e non appiattirsi su modelli trasportistici di decenni fa, quando la ferrovia fu costruita e intorno non c'era la superstrada.
Ma se si pensa di servire una città scomoda e articolata come Perugia in modo unitario e univoco, con mezzi avveniristici calati come conigli dal cilindro, come spesso si tenta di fare, allora si è capito poco o nulla. Se Perugia fosse una città comoda e posizionata strategicamente sarebbe bastata la sola stazione ferroviaria che avrebbe macinato ben altri numeri di passeggeri e di treni. E allora probabilmente anche il minimetrò avrebbe funzionato diversamente. |
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