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Discussione |
Fab 1224
Professional Senior(1° Aggiunto di Reparto)
25402 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 10:59:39
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Andassero realmente a colpire i furbetti.. |
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emipaco
Amministratore(Capo Reparto Movimento)
Lazio
15704 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 11:23:09
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come sempre, in ogni azienda grande e con controlli lassisti, ci sono mele marce che rovinano tutti |
colui che sorride quando le cose vanno male ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa (Arthur Bloch) |
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Fab 1224
Professional Senior(1° Aggiunto di Reparto)
25402 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 12:28:00
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Rovinano tutti e sono retribuiti senza lavorare.. |
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ROMULUS31
Capo Stazione
2372 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 14:36:41
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Con Busitalia come andrebbero le cose?... (Uhmmm) |
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Fab 1224
Professional Senior(1° Aggiunto di Reparto)
25402 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 17:34:46
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Boh.. speriamo non come la Roma tpl (pagamento stipendi). |
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alejandro.roma
Professional Senior(1° Aggiunto di Reparto)
Lazio
13094 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 18:40:32
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Parlando in generale, con tutti gli stipendi necessari per imtraprendere un’azione legale contro qualcuno e dall’esito non certo, non si fa prima a trovare una nuova occupazione? Ovviamente hai possibilita’ di riavere il lavoro, pero’, all’interno del posto di lavoro avresti vita dura.
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*************************************** I mezzi su rotaia sono i migliori mezzi di trasporto pubblico
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Fab 1224
Professional Senior(1° Aggiunto di Reparto)
25402 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 18:49:33
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In genere chi va in causa chiede e accetta una somma di denaro come risarcimento/diritto, piuttosto che riprendere il posto di lavoro perduto. |
Modificato da - Fab 1224 il 03/08/2018 18:50:05 |
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alex1976
Capo Stazione
2184 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 19:35:30
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in roma tpl sperano tutti che prima o poi vengano assorbiti da atac.ma non tutti.....buona parte soprattutto tra i sopravvissuti delle "J" sognano l'anm napoletana!purtroppo molti di loro per eta troverebbero scarse possibilità lavorative altrove quindi campano nella speranza...è come se l'azienda li abbia -bruciati-sul mondo del lavoro... |
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ROMULUS31
Capo Stazione
2372 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 21:01:51
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quote: Messaggio di ROMULUS31
Con Busitalia come andrebbero le cose?... (Uhmmm)
Intendevo se sotto il regime Busitalia i furbetti e i devoti al centoquattrismo avranno veramente vita breve |
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iencenelli
Amministratore(Capo Reparto Movimento)
9190 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 21:23:37
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quote: Messaggio di ROMULUS31
quote: Messaggio di ROMULUS31
Con Busitalia come andrebbero le cose?... (Uhmmm)
Intendevo se sotto il regime Busitalia i furbetti e i devoti al centoquattrismo avranno veramente vita breve
sicuro.. LA 104 in molti la prendono con la tessera del sindacato :) |
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Dora west
Dirigente Movimento Operatore
Lazio
3683 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 22:24:34
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quote: Messaggio di alex1976 purtroppo molti di loro per eta troverebbero scarse possibilità lavorative altrove
Quello è un problema dell'Italia, credo che in nessun altro Paese al Mondo uno debba preoccuparsi di non trovare più lavoro solo perché ormai "stagionato". |
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Fab 1224
Professional Senior(1° Aggiunto di Reparto)
25402 Messaggi |
Inviato il 03/08/2018 : 22:33:35
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quote: Messaggio di alex1976
in roma tpl sperano tutti che prima o poi vengano assorbiti da atac.ma non tutti.....
Dovrebbe tornare la prima Repubblica per far tornare atac gestore unico.. |
Modificato da - Fab 1224 il 03/08/2018 22:35:07 |
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emipaco
Amministratore(Capo Reparto Movimento)
Lazio
15704 Messaggi |
Inviato il 10/09/2018 : 11:56:41
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mi pare una vaga presa per il culo...
http://www.romatoday.it/politica/obbligo-uniforme-atac.html
Atac, stop agli autisti in jeans e senza divisa: "Uniforme è un obbligo" „ Se il buongiorno si vede dal mattino, tra il neocapo del personale di Atac Cristiano Ceresatto e i dipendenti dell'azienda del trasporto pubblico ne vedremo delle belle. Il primo atto del nuovo arrivato è stata una circolare per richiamare gli autisti all'utilizzo della divisa aziendale.
"Si invitano tutti i responsabili", recita il documento datato 7 settembre, "a sensibilizzare il personale che svolge attività di carattere operativo (personale viaggiante, ispettivo, di movimento e stazione metro e ferrovie, di manutenzione, personale operativo dei servizi ausiliari della mobilità, etc.) all’uso del vestiario uniforme, senza alcuna variazione di modello o aggiunta di indumenti estranei alla foggia prescritta. La violazione potrebbe comportare l’avvio di appositi iter disciplinari".
Un obbligo, quello di indossare la divisa in servizio, che non sempre i dipendenti riescono a rispettare. "Riguardo la divisa, il primo obbligo sarebbe quello di fornirla ai lavoratori", attacca Claudio De Francesco, segretario generale Faisa Sicel. "Scommetto che il Direttore del personale non sa nemmeno quando è avvenuta l'ultima distribuzione della massa vestiaria, tanto meno da quante camicie fosse composta".
Secondo quanto risulta a RomaToday, confermato da diverse sigle sindacali e lavoratori, dal 2015 ad oggi l'azienda ha fornito i lavoratori di due camicie per l'inverno e due per l'estate. Due anche i pantaloni, per l'estate e per l'inverno. "I materiali", denunciano molti lavoratori al nostro giornale, "sono scadenti. Abbiamo camice lise e pantaloni ridotti a brandelli. Non indossare la divisa diventa anche un atto di decenza". Lo stesso Di Francesco sottolinea poi "l'esigenza di fornire di spogliatoi a norma, e tempo per il cambio tuta", oltre a "buoni pasto, come avviene in tutte le aziende normali". "Ogni dipendente sarebbe fiero ed orgoglioso di indossare la divisa aziendale, a patto che l’azienda Atac inizi una seria campagna mediatica pro lavoratori, che invece sono vittime di una campagna mediatica e spesso subiscono aggressioni".
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colui che sorride quando le cose vanno male ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa (Arthur Bloch) |
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emipaco
Amministratore(Capo Reparto Movimento)
Lazio
15704 Messaggi |
Inviato il 19/09/2018 : 17:14:01
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http://amp.romatoday.it/politica/atac-bilancio-positivo.html
A un anno e un giorno dal deposito in tribunale dell'istanza per il concordato preventivo di Atac il presidente Paolo Simioni non ha dubbi: “Se non avessimo scelto questa strada l’azienda con ogni probabilità non ci sarebbe più”. Stamattina nel corso di una conferenza stampa in uno dei capannoni tra le officine di via Prenestina 45, insieme alla sindaca Virginia Raggi e all’assessora alla Mobilità, Linda Meleo, sono stati presentati ai giornalisti i numeri di una municipalizzata che “viaggia a tappe serrate verso il risanamento”. Primo tra tutti i risultati della semestrale 2018 “che mostrano per la prima volta nella storia dell’azienda un risultato netto positivo di 5,2 milioni di euro”. Un quadro completamente diverso rispetto a quello di un anno fa “in cui la situazione dell’azienda era drammatica” ha spiegato Simioni. “Oggi Atac paga i contributi e stipendi ai lavoratori e paga i fornitori in maniera rapidissima, dai 30 ai 60 giorni” ha spiegato. “Il piano che abbiamo presentato è attendibile e si basa su ipotesi realistiche tanto che siamo stati ammessi con parere favorevole dalla Procura e dal tribunale”. Al suo fianco una sindaca Raggi “soddisfatta” che ha commentato: “Qualcuno avrebbe preferito che Atac sparisse dalla faccia della terra ma noi abbiamo fatto una scelta coraggiosa. Siamo andati avanti nonostante tutti ci dicessero che eravamo pazzi con la nostra visione, ovvero che il pubblico non debba per forza andare male”. Positiva anche l’assessora Meleo: “Anche se il percorso è lungo, il risanamento è possibile”. Tra i dati illustrati figura la vendita dei biglietti che nei primi sette mesi del 2018 è cresciuta del 2,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017. Nell’ultimo anno sono inoltre aumentati del 9 per cento i passeggeri controllati e del 10 per cento le sanzioni. “Abbiamo potenziato il servizio di verifica attingendo all’interno del proprio personale” ha continuato Simioni. “Entro la fine del 2018 il numero dei controllori salirà a 250 unità, rispetto ai 160 di inizio anno”. Non solo. “Recentemente le squadre di verifica sono state dotate di Pos portatile per il pagamento delle sanzioni a bordo e in misura ridotta”. Ci sono poi le gare d’appalto. Da settembre 2017, fa sapere l’azienda, Atac ha pubblicato 108 gare di importo superiore ai 100 mila euro, per un valore complessivo di 176 milioni di euro. Di queste, 62 sono state concluse e aggiudicate per un valore complessivo di 83 milioni di euro e un risparmio medio del 18,5 per cento. “Siamo riusciti a riattivare la manutenzione straordinaria colmando il gap accumulato negli anni nei mezzi e nelle infrastrutture cittadine” ha spiegato Simioni. “Sulla piattaforma Consip, insieme a Roma Capitale, abbiamo acquistato 227 autobus che dovrebbero arrivare ad aprile del 2019. Stiamo consegnando il primo prototipo per i minibus elettrici in seguito al quale potrà partire il revamping di 60 di questi mezzi. Contiamo d vederli sulle strade da maggio del 2019. Nel piano industriale, inoltre, è previsto l’arrivo di 250 bus elettrici a valere dal 2020-2021. Con ulteriori somme nelle disponibilità del Comune ne dovrebbero poi arrivare altri 180”. In merito alla manutenzione straordinaria delle metro A e B, ha aggiunto Meleo, “ci stiamo lavorando. L’anno scorso abbiamo chiesto i fondi al Governo. Il decreto che ha sbloccato le risorse è arrivato i primi di agosto. Infine il capitolo “personale”. Simioni parla di “rapporto di fiducia” con i propri dipendenti “seguendo i principi dell’efficienza, del merito e del contenimento dei costi”. Tra le azioni citate “l’accordo sulla produttività stipulato nel novembre del 2017 con le organizzazioni sindacali, che ha portato ad una riduzione dei costi per il lavoro straordinario rispetto al 2017” e la “task-force anti-assenteismo”. Numeri positivi, che però non possono nascondere lo stato di salute del servizio. “Sono consapevole che per i cittadini tutto questo è ancora poco ma posso dire che il servizio migliorerà” ha ammesso la sindaca Raggi. “Chiedo loro di avere fiducia perché pezzo per pezzo stiamo mettendo in fila tutte azioni che già a partire dal prossimo anno produrranno un miglioramento del servizio”. Se il 2017 è stato l’anno del “cammino del risanamento”, nello stesso periodo di tempo il servizio per i cittadini è peggiorato: “Se per le metro stiamo erogando quanto previsto, in relazione al servizio di superficie, dagli 89 milioni di chilometri all’anno del 2016 siamo passati agli 86 del 2017 (a fronte di un contratto di servizio che ne prevede oltre 100 milioni, ndr), un 3 per cento medio di diminuzione che pensiamo sia dovuto all’anzianità della flotta. La nostra sfida è invertire questa tendenza e mantenere per il 2018 almeno i chilometri fatti nel 2017”.
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colui che sorride quando le cose vanno male ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa (Arthur Bloch) |
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ROMULUS31
Capo Stazione
2372 Messaggi |
Inviato il 16/10/2018 : 14:05:37
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http://www.lastampa.it/2018/10/08/roma/referendum-atac-un-fantasma-a-roma-ASoChwAAfTPASbY6TvspOJ/pagina.html
Referendum Atac, un fantasma a Roma
A un mese dalla consultazione sulla messa a gara del trasporto pubblico locale i romani ne sanno poco o niente
La campagna dei radicali per il referendum sull’Atac
Pubblicato il 08/10/2018 Ultima modifica il 08/10/2018 alle ore 21:13 LUISA MOSELLO ROMA Un referendum fantasma quello sull’Atac, l’azienda capitolina del trasporto pubblico. Come, troppo spesso, lo sono i suoi protagonisti ovvero gli autobus di Roma. Benvenuti nella Città Eterna come le attese sotto le paline. Ovunque a piazza Venezia, come al Colosseo, all’Appio come al Tiburtino fino alle periferie piú estreme. Non ci sono quartieri di serie A o di serie B in questa battaglia cittadina all’ultima corsa, perduta, saltata o subita. Tutti i romani che, per un motivo o per l’altro non usano l’auto privata per muoversi, sono sulla stessa barca, o meglio sullo stesso bus. E ora che, fra poco piú di un mese, sono chiamati a esprimersi sul loro “transfert” quotidiano su gomma ne sanno poco e niente. Il prossimo 11 novembre potranno votare attraverso uno strumento di iniziativa popolare come il referendum comunale consultivo per dare il loro parere. Un’opportunità non da poco. Ma da pochi conosciuta. A oggi, infatti, questa consultazione per i piú è davvero fantasma. È vero che la campagna referendaria non è ancora partita: la data ufficiale di inizio è quella del 12 ottobre (peraltro giornata in cui è previsto lo sciopero dei mezzi). Ma a quattro settimane dal voto le lacune, i dubbi e gli interrogativi son tanti. Troppi.
Pochi romani sanno del voto l’11 novembre
Basta fare un giro per la “città dei passeggeri”, e chiedere lumi a quanti attendono alle pensiline per accorgersi che solo una minoranza sa di questo referendum promosso da Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani. Sul sito del comitato promotore
“Mobilitiamo Roma” le motivazioni: «L’Atac non funziona ed è stata usata da tutte le amministrazioni di destra e di sinistra come bacino clientelare per ottenere voti. Occorre mettere a gara il servizio affidandolo a più soggetti, rompendo il monopolio e aprendo alla concorrenza. Le gare stimolano le imprese, pubbliche o private che siano, a comportarsi in modo virtuoso, e l’apertura alla concorrenza introdurrebbe anche forme più moderne e innovative di trasporto». Appena si leggono queste parole per riassumere il senso dell’appuntamento referendario, tutti si dicono d’accordo sulla prima parte della frase (il malfunzionamento dell’azienda) ma appena si chiede qualcosa di piú specifico sul referendum appaiono espressioni fra il sorpreso e l’interrogativo. « Non ne so molto. Ma che si decide in pratica? Che si aumenta il biglietto?», chiede preoccupata Marilena, addetta alle pulizie alle Poste di piazza San Silvestro, in pieno centro, dove da 20 minuti aspetta il bus per tornare a casa. È stanca dopo una giornata di lavoro ma per fortuna c’è una “panca” su cui sedersi. È una di quelle che si usano nelle palestre ed è stata messa lì non si sa da chi, assicurata al palo con un lucchetto per evitare che venga rubata.
«Qui è tutto un fai da te...», intervengono Mario e Camilla coppia di sposini commessi in un negozio di abbigliamento su via del Corso. «Ci hanno detto del referendum, ma non capiamo bene se liberalizzare vuol dire che gli autobus diventano di qualche privato e se se siamo noi a rimetterci...».
Dalla sfiducia ai commenti social
Altra fermata, poco dopo piazza Venezia, di fronte all’Anagrafe. Un gran via vai, gente che entra ed esce dagli uffici per richiedere carte d’identità e documenti vari. Qui si raccolgono ogni giorno romani di ogni quartiere. «No, non so nulla e non mi interessa, non andrò a votare comunque -proclama Romeo un signore sulla settantina professore di matematica in pensione -. Non ho piú fiducia in questa città che non riconosco. Con i mezzi pubblici è un terno al lotto ogni volta che devo venire in centro da viale Marconi. Sa, abito vicino a quella nuova spiaggia sul fiume...». E intanto passa un bus fuori servizio, sorpassato da una botticella (una di quelle che dovranno lasciare le strade della città). Spostandosi a Roma sud e a Roma nord, le risposte non sono molte diverse. Dalla Casilina alla Tiburtina, da Centocelle a Montemario, passando dai Parioli fino alla zona di viale Libia (quella interessata dai contestatissimi cordoli per le corsie preferenziali), è tutto un rincorrersi di punti interrogativi del genere «Ma dove si vota? Ho sentito che è on line, posso farlo con il telefonino da casa? I padroni dei bus diventiamo noi cittadini?». E cosi via. Ma è sulla rete che i dubbi si scatenano. Moltiplicandosi sui social e sui blog dei comitati contro il degrado capitolino, da Attaccati al Bus a Tutti per Roma (che ha organizzato il primo sit in di protesta cittadina consapevole il 27 ottobre a piazza del Campidoglio al grido di #Romadicebasta). Fra i sostenitori del no c’è chi non vuole «andare a finire come con il Ponte Morandi con i privati che pensano solo al profitto», chi esorta a leggere gli ultimi bilanci dell’azienda, chi chiama a esempio negativo l’esperienza del trasporto regionale.
Le ragioni del Comitato promotore
Da parte sua il comitato promotore del Sì spiega:«Non è nei nostri piani privatizzare Atac. Ciò che noi chiediamo è mettere a gara il servizio di trasporto che, anche se assegnato ad una o più aziende private, rimarrebbe pubblico». E informa che gli è stato vietato di pubblicizzare il referendum sugli autobus dopo che il presidente di Mobilitiamo Roma, Francesco Mingiardi, vista «la totale assenza di pubblicità istituzionali da parte del Comune» aveva deciso di utilizzare i canali commerciali. Secondo i Radicali per la sindaca della Capitale si tratta di un appuntamento che non esiste: la prima cittadina durante la presentazione di conti dell’Atac qualche settimana fa aveva ribadito che il «voto ha valore consultivo». E nulla di piú. Immediata la reazione di Riccardo Magi: «Lei ha un unico obiettivo: che non si ottenga il quorum del 30% per poter dire che così i romani si sono espressi. Si tratta del primo referendum cittadino che esiste da quando c’è Roma Capitale e ha una portata politica enorme, non solo a livello romano ma anche nazionale». Per tutta risposta Virginia Raggi pochi giorni fa ha rilanciato annunciando:«Meno evasori e piu’ biglietti venduti. Sono i dati pubblicati da Atac sulle vendite dei biglietti che confermano che siamo sulla strada giusta».
Il referendum in pillole
La consultazione avverrà domenica 11 con voto elettronico nei seggi normalmente utilizzati. Essendo un referendum consultivo è valido se il quorum supera il 33%, a differenza di quello abrogativo in cui occorre la maggioranza assoluta degli aventi diritto. I quesiti sono due. Il primo: «Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia mediante gare pubbliche, anche ad una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e della ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?». Il secondo: «Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?». |
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